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L’immaginazione, lo scandalo del ‘68

L/ivre si apre oggi con la presentazione del libro “È solo l’inizio. Rifiuto, creatività e affetti nel lungo ’68” a cura di Ilaria Bussoni e Nicolas Martino (Ombre Corte). Nell’estratto che ripubblichiamo, il 68, contro tutti i suoi detrattori, padroni e preti, viene concepito come rivoluzione dell’immaginazione politica e collettiva

Si tratta […] di insistere sullo scandalo del ‘68: «l’immaginazione al potere». Preso sul serio, lo slogan, non è una banale ingiunzione alla trasgressione e al godimento senza limiti. Né propone un governo coincidente con l’accademia delle belle arti. Certo, il gioco e la fantasia come armi decisive. Certo, il conflitto come matrice delle istituzioni politiche: il realismo degli oppressi. L’immaginazione, però, è facoltà assai più potente e, se proviamo a metterla a fuoco, comprendiamo meglio la sfida rivoluzionaria del ‘68.

In un testo importante e trascurato, Sartre affronta il problema con strumenti fenomenologici. Siamo ancora, secondo le orme del maestro, ovvero Husserl, sul terreno della coscienza. Ma già qualche anno prima, nella Trascendenza dell’Ego (SARTRE 1937), Sartre aveva presentato una nozione di coscienza assai innovativa: flusso impersonale che precede e accompagna i processi di soggettivazione. Fatto sta, che nell’Immaginario (SARTRE 1940) coscienza e immaginazione coincidono: non c’è rapporto sintetico con il mondo inteso come totalità senza l’irrealtà dell’immagine. Di più: l’immagine, per essere tale, prende le distanze dal reale, negandolo. Si tratta dunque di un doppio movimento: per un verso la coscienza pone un mondo «in situazione», per l’altro l’immagine nega il mondo posto per affermarsi; senza il primo movimento, non si dà il secondo. Da notare, inoltre, che il secondo prende le distanze così come costituisce un fatto nuovo, l’immagine appunto.

Senza forzare troppo il testo, possiamo dire che l’immaginazione fa emergere in primo piano il possibile del reale. Nega il mondo così com’è, crea il mondo a venire nell’immagine. Un potere che insiste sull’immaginazione, allora, è costituente, sempre aperto alla rottura, al tumulto, all’innovazione. Un potere che solo nella prassi democratica, nella sua assolutezza, può darsi. Scandalo del ‘68, per i padroni e per i preti.

5. Rimane ancora da pensare, e il ‘68 lo ha fatto parzialmente, come si organizza il potere che, realizzandosi, indica anche il possibile da realizzare. Sicuramente non è uno Stato, e questo preoccupa enormemente la sinistra liberal e quella populista, che senza Leviatano non sanno cosa fare. Sicuramente, però, non è l’anarchia. L’immaginazione, infatti, non è pura «disattivazione», è piuttosto continua creazione di forme di vita. Se potere costituente è processo, o potenza, quali le cristallizzazioni del flusso democratico? Il rischio, sempre dietro l’angolo, è che all’esplosione del movimento non segua nulla, se non la capitalizzazione della rivolta (la controrivoluzione neoliberale di cui sopra).

Ci vuole un’immaginazione istituzionale. Alle regole comuni, quelle imposte dall’autonomia delle lotte, va accompagnata una creatività istituzionale che, nel momento in cui prende le distanze dalla macchina statale, costituisce poteri antagonisti. Si tratta forse di cristalli liquidi, flessibili a sufficienza da farci respirare il possibile che sempre fugge dal reale.

Gilles Deleuze, assai prima del ’68 (DELEUZE 1955), amava ricordare la frase di Saint-Just: «ci sono troppe leggi, e troppe poche istituzioni civili» (SAINT-JUST). Il problema del giacobino, che ci ha lasciato frammenti decisivi in merito, era il seguente: come consolidare la rivoluzione e tenere a freno i processi di corruzione? La risposta, secca: servono comuni modi di vita. Ma per dare forza alle condotte rivoluzionarie, servono istituzioni, e non leggi. Solo una superstizione, ovvero l’esistenza del male radicale (che nel godimento trova massima espressione), impone il limite attraverso la legge e, a stringere, gli eserciti. Nella combinazione tra desiderio – come spinta connettiva e produttiva nello stesso tempo – e immaginazione, invece, il limite si trasforma in un bordo. Sul bordo, affacciati sull’abisso, inventiamo il mondo. Non è facile, e il doppio canceroso del desiderio – il suo rovescio reattivo, la perversione della pulsione gregaria, ecc. – è sempre al lavoro; ma è il solo terreno sul quale la rivoluzione può tentare la sua avventura. Il ‘68, tutto questo, lo ha imposto al mondo, da Berkeley a Roma, da Berlino a Saigon, da Tokyo a Città del Messico.

È durato tutto troppo poco? Il desiderio, che sembrava libero, ci ha fottuto e ci è stato fottuto? Molto probabile. Ma una cosa è certa: per riconquistarlo, il desiderio, non abbiamo bisogno dello Stato, dobbiamo piuttosto rimettere in movimento l’immaginazione, la sua capacità distruttiva e costituente.

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

DELEUZE, Gilles

1955 | Instincts et institutions, Hachette, Paris; trad. it. Istinti e istituzioni, in L’isola deserta e altri scritti. Testi e interviste 1953-1974, a cura di Deborah Borca, Einaudi, Torino.

 

SAINT-JUST, Louis de

1952 | Fragments sur les Institutions républicaines, a cura di Albert Soboul; trad. it. Frammenti sulle istituzioni repubblicane, a cura di Giuliano Procacci, Einaudi, Torino.

 

SARTRE, Jean-Paul

1936 | La trascendance de l’Ego. Esquisse d’une description phénoménologique, “Recherches Philophiques”; trad. it. La trascendenza dell’Ego. Una descrizione fenomenologica, a cura di Rocco Ronchi, Christian Marinotti Edizioni, Milano 2011.

1940 | L’imaginaire. Psychologie phénoménologique de l’imagination, Éditions Gallimard, Paris; trad. it. L’immaginario. Psicologia fenomenologica dell’immaginazione, Einaudi, Torino 2007.

 

VIRNO, Paolo

1994 | Do you remember counterrevolution?, in L’orda d’oro, a cura di Sergio Bianchi, Feltrinelli, Milano 1997.

 

PRESENTAZIONE 

La presentazione di È solo l’inizio. Rifiuto, creatività e affetti nel lungo ’68 (Ombre Corte)  si terrà oggi mercoledì 19 dicembre a Esc Atelier (via dei Volsci 159) alle ore 18 con i curatori Ilaria Bussoni e Nicolas Martino, Augusto Illuminati, Lidia Riviello, Paolo Virno.

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