ROMA

Libertà di opinione

La sentenza di condanna nei confronti dell’editore Mattia Tombolini per diffamazione offre l’occasione per discutere di come la libertà di chi con le parole lavora sia minacciata e la resistenza culturale diventi un dovere per ognuno e ognuna di noi. L’incontro Sei in un paese meraviglioso. Contro il nulla che avanza. si svolgerà a Poggio Mirteto mercoledì 6 settembre e vedrà la presenza di tante associazioni del territorio insieme ad avvocati, giornalisti e amministratori locali. Disegnatori e fumettisti offriranno i loro lavori per la raccolta di fondi per le spese legali, con Zero Calcare si ragionerà intorno alla risposta culturale da mettere in campo oggi e un concerto chiuderà la giornata.

È davvero un paese meraviglioso il nostro. Straordinario, sbalorditivo, sorprendente, incredibile, inaudito, fantastico… Un paese nel quale una persona viene condannata per aver definito “fascista” e “xenofobo” chi porta al collo un amuleto con l’ascia bipenne, è solito fare il saluto romano e parla di “sostituzione etnica” riferendosi ai migranti.

I fatti di cui parliamo risalgono ad alcuni anni fa, quando a Poggio Mirteto un paese della Sabina, durante un incontro organizzato da alcune associazioni del territorio che si occupano dell’accoglienza diffusa dei migranti interviene Marco Cossu di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Provincia di Rieti e sindaco di un comune limitrofo. Le sue parole contro l’accoglienza di chi fugge da condizioni disperate, l’uso di termini come “sostituzione etnica” provocano lo sconcerto di chi partecipa all’incontro. Fra questi c’è Mattia Tombolini.

Mattia, che conosciamo per aver fondato la casa editrice Momo e per le numerose attività culturali che anima, non dimentica il nome di quel politico e quando trova su facebook qualcuno che parla di lui sente di dover esprimere liberamente la sua opinione. Per questo è stato condannato dal tribunale di Rieti in primo grado a quattro mesi di reclusione, pena sospesa, e al risarcimento del danno per aver diffamato Marco Cossu, definendolo appunto “fascista” e “xenofobo”. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state rese pubbliche.

Sbalorditivo! Eppure questa storia ci racconta molto di più della vicenda personale di Mattia, al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Siamo di fronte a un’operazione politica che tende a trasformare l’humus culturale italiano, penetrando in ogni istituzione e sconvolgendo il senso delle parole. La libertà di chi con le parole lavora è minacciata e la resistenza culturale a quanto succede diventa un dovere per ognuno e ognuna di noi. La riscrittura delle parole è diventata quotidiana.

La pratica sempre più frequente di ricorrere ai tribunali da parte di politici ogni volta che vengono fatti oggetto di critiche da parte di cittadini e cittadine appare una distorsione della democrazia. La libertà che rivendicano i politici di poter fare affermazioni che stravolgono la realtà, in nome del diritto a esprimere liberamente le proprie opinioni è costantemente negato a chi manifesta critiche verso chi riveste ruoli nelle istituzioni.

E così il presidente del Senato può irridere impunemente dell’azione compiuta dai partigiani in via Rasella parlando dei nazisti delle SS come di «una banda musicale di semi-pensionati» capovolgendo la verità storica. La ministra Santanchè  può chiedere che le spiagge, tutte, vengano assegnate ai privati dichiarando che ora sono «piene di tossicodipendenti e rifiuti» senza riconoscere che anche chi non può spendere cifre esorbitanti ha diritto ad andare al mare. Salvini tranquillo può dire «Ne ho le palle piene di migranti che sbarcano e vanno in giro a fare il comodo loro». La presidente Meloni senza alcuna reticenza dichiara che non servono migranti ma «donne italiane che fanno figli» e offre il suo appoggio a Vox, neofranchisti spagnoli, il cui esponente Santiago Abascal dichiara «Razzisti, franchisti, macisti e fasci: sono medaglie sul petto! » 

Chi mette in evidenza come queste frasi, questi comportamenti siano fascisti e razzisti viene accusato di negare la “libertà di parola” e di non riconoscere che sono frasi di “puro buonsenso”, quando non viene trascinato in tribunale per rispondere di diffamazione.

Per discutere di libertà di opinione, di contro egemonia di destra, repressione e fascismi la casa editrice Momo, insieme ad altre associazioni del territorio, ha organizzato un incontro per mercoledì 6 settembre a Poggio Mirteto, al quale parteciperanno l’avvocato Francesco Romeo, l’Osservatorio per la repressione, l’Arci di Poggio Mirteto, l’Arci di Poggio Mirteto, Conflitti e Attac Sabina, insieme a giornalisti e amministratori locali.

Come succede in tutte le iniziative di Momo non ci sarà solo la discussione, ma la giornata sarà animata da banchetti, birra, cibo, spazi per bambini, stand solidali e da disegnatori e fumettisti che offriranno disegni personalizzati per sostenere le spese legali. Sarà presente anche Zero Calcare per ragionare intorno alla risposta culturale da mettere in campo oggi e lo farà a partire dal suo ultimo lavoro “Questo mondo non mi renderà cattivo”.

La serata si concluderà con il concerto che prevede la presenza di Giulia Anania, cantautrice, autrice, poetessa, del  gruppo Minimo Sindacale che ibrida le radici del territorio Sabino con i classici ritmi giamaicani, del cantautore Giancane, ex chitarrista del Muro del Canto e con la chiusura dello storico gruppo Assalti Frontali.

Sei in un paese meraviglioso. Contro il nulla che avanza: appuntamento mercoledì 6 settembre, dalle 15 alle 23,45 al parco San Paolo a Poggio Mirteto

REPLICA [Aggiornamento in data 08/09/2023]

Spettabile redazione,

in merito all’articolo apparso in data odierna (3 settembre 2023) sulla vostra testata firmato da Rossella Marchini, riferito a un caso giudiziario che coinvolge direttamente la mia persona, intendo chiarire quanto segue.

(…)

La conferenza sull’immigrazione che si tenne a Poggio Mirteto nel dicembre del 2018 si svolse in una cornice istituzionale nel segno del servizio Sprar espletato dall’unione di comuni Bassa Sabina -vedasi locandina allegata. In tale contesto fui invitato da uno degli organizzatori in qualità di vicepresidente della Provincia di Rieti per esprimere il mio punto di vista sul tema. Non era dunque “un incontro organizzato da alcune associazioni del territorio che si occupano di migranti”, almeno ufficialmente e come fu presentato a me in quel momento; insomma non sono andato a fare il provocatore in casa d’altri, come raccontano gli amici della persona condannata.

(…)

Chiedo cortesemente che la mia replica sia pubblicata tempestivamente sulla vostra testata, a difesa dell’onorabilità del sottoscritto.

Distinti saluti Marco Cossu