ITALIA

Corteo nazionale per lavoro, sanità, casa, giustizia climatica. Napoli sfida la circolare Lamorgese

Il corteo nazionale da piazza Garibaldi a piazza Plebiscito era stato regolarmente autorizzato, ma dopo la circolare Lamorgese le forze dell’ordine vorrebbero trasformarlo in un presidio statico. Gli organizzatori non intendono rinunciare a quanto già previsto: sfileremo nel centro città

Domani a Napoli sfilerà la manifestazione nazionale promossa dal Movimento disoccupati 7 Novembre, dal Laboratorio Politico Iskra e dai SiCobas contro la politica del governo Draghi che «continua a obbedire ai diktat di Confindustria». Tante le adesioni. Ci sono spazi sociali, movimenti di lotta per la casa, Fridays for Future, comitati NoTav, sindacalismo di base, movimenti degli studenti di varie città, Blocchi Precari Metropolitani e molte sigle ancora.

Il corteo da piazza Garibaldi a piazza Plebiscito, nel centro della città, era stato regolarmente autorizzato. Ma dopo la circolare Lamorgese, emanata dal Viminale l’11 novembre, le forze dell’ordine vorrebbero trasformarlo in un presidio statico da tenersi in una delle due piazze. Gli organizzatori non intendono rinunciare a quanto già previsto e promettono: sfileremo nel centro della città.

L’appello per la convocazione ricorda il netto peggioramento delle condizioni di vita per milioni di lavoratori e lavoratrici dopo i lunghi mesi di emergenza socio sanitaria non ancora finita.

I licenziamenti sono sempre più numerosi, la precarietà aumenta ogni giorno, la disoccupazione non accenna a diminuire, mentre i prezzi dei beni necessari e le bollette aumentano. Gli sfratti dopo lo sblocco sono ripresi numerosi. Si muore sul lavoro, segnato da orari e turni interminabili, mentre si pensa di innalzare l’età della pensione.

Contemporaneamente ci sono lotte come quella contro la multinazionale FedEx dei facchini della logistica, la forte resistenza ai licenziamenti degli operai della Gkn, dei dipendenti dell’Alitalia, lo sciopero unitario del sindacalismo di base dell’11 ottobre, le iniziative dei movimenti per la giustizia climatica, per il diritto all’abitare, per la difesa dei territori, la lotta organizzata del Movimento dei disoccupati . L’intenzione degli organizzatori è creare un collegamento fra queste resistenze e allargare l’opposizione alla politica economica del governo, per la difesa dell’ambiente e contro la repressione che si abbatte su chi lotta.

Si rivendicano investimenti sul welfare, che continua a essere definito “puro assistenzialismo” come avviene per il reddito di cittadinanza dove i beneficiari vengono etichettati come nullafacenti e potenziali imbroglioni e si propone di impegnarli in lavoro non retribuito.

Si pensa di restringere e rendere sempre più condizionale questo strumento, invece che ampliarne la platea resa sempre più numerosa dalla sindemia, o renderlo più efficace e integrato con altre politiche sociali urgenti.

Le questioni ambientali si intrecciano con le lotte per il riuso del costruito per realizzare edilizia pubblica e dare una casa a chi non riesce ad averla, contro le grandi opere infrastrutturali sulle quali sembra puntare il ministro Giovannini. I fondi del Pnrr per rappresentare una vera opportunità di inclusione sociale dovranno essere utilizzati per abbattere il disagio economico di chi viveva in difficoltà anche prima della pandemia, con soluzioni strutturali e non destinare le risorse esclusivamente a chi ha già tratto vantaggio dalla crisi.

L’appello ricorda come «le 132mila vittime che a oggi si contano in Italia sono il risultato della totale inadeguatezza e del carattere caotico delle misure sanitarie di contenimento dei contagi in un paese con un sistema sanitario pubblico devastato da decennali politiche di privatizzazioni e tagli degli investimenti, del personale lavorativo e dei servizi socio-sanitari sul territorio».

E continua «La lotta contro il governo Draghi va sottratta alla dannosa concentrazione intorno al “no al green pass” e chi se ne frega di tutto il resto, e deve dispiegarsi con ancora maggiore forza su tutto il fronte della politica economica, sociale, ecologica, amministrativa, e repressiva del governo».

Il Movimento per il diritto all’abitare nel comunicato di adesione scrive «La giornata del 13 novembre può dare nuova linfa verso una riapertura di conflitto contro le leggi sulla sicurezza varate prima da Minniti e proseguite da Salvini, proprio per fermare possibili insorgenze sociali. Rifiutiamo questa logica che mira a colpire sia per via giudiziaria che per via legislativa il conflitto sociale, spesso con la complicità di un sindacato rinunciatario quale si stanno dimostrando Cgil e compagnia».

Napoli si prepara a ospitare la manifestazione nazionale, con la convinzione che le pressioni dei commercianti, che vedono in pericolo i loro profitti, non possano essere più forti di quelle di chi vuole manifestare liberamente, come previsto dalla Costituzione, per rivendicare diritti.

Immagine di copertina dalla pagina Facebook di Movimento di lotta – Disoccupati 7 novembre