ROMA

La Sapienza: studenti assediano Gelmini e Fedeli. Il rettore chiama la celere

Mattinata di proteste all’università di Roma La Sapienza. Studenti contro la presenza dei ministri rseponsabili di tagli e riforme universitarie. Tensioni con la Digos. Il rettore chiama la celere. Contestazioni anche durante il convegno, allontanati due ricercatori.

Il comunicato degli studenti e delle studentesse della Sapienza: DOMANI h 12 al PRATONE

“Mancava soltanto l’ex-ministra Moratti e ci sarebbero stati tutti quelli che in questi anni hanno distrutto l’università pubblica”, ha esordito così uno degli studenti che questa mattina hanno protestato all’università La Sapienza. Gli altri protagonisti di vent’anno di tagli e riforme catastrofiche dell’università erano invece presenti: Luigi Berlinguer, Ministro della pubblicazione istruzione dal 1996 al 2000 e autore di una controversa riforma di scuola e università; Maria Stella Gelmini (Forza Italia) autrice della riforma di scuola e università contro cui si battè il movimento dell’Onda e che in soli tre anni da Ministra dell’istruzione fu contestata da due enormi movimenti studenteschi; e poi Valeria Fedeli, Ministra in carica, che ha definito la “Buona Scuola” di Renzi “uno straordinario investimento economico” ed è una sostenitrice del nuovo dispositivo di sfruttamento e controllo sociale che passa sotto il nome di alternanza scuola-lavoro. Oltre agli ex-ministri, erano presenti anche docenti di altri atenei, ex-rettori, dirigenti di MIUR, CRUI e ANVUR (la contestatissima agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca). Il convegno era stato organizzato dall’associazione Treelle, molto vicina al mondo bancario e a Confidustria. Il presidente, Attilio Oliva, è stato responsabile della commissione scuola di Confindustria dal 1996 al 2000, nonché vice presidente esecutivo e amministratore delegato dell’Università Luiss, dal 2004 al 2008.

“Questa iniziativa è una provocazione: i principali responsabili della distruzione dell’università pubblica invitati a parlare da banche e Confidustria a La Sapienza, ateneo da sempre in prima fila nei movimenti studenteschi degli ultimi anni”, ha detto un altro studente. Oltre un centinaio quelli che si sono trovati a manifestare. Lezioni interrotte per comunicare le ragioni della protesta e corteo interno tra i viali della città universitaria hanno preceduto i momenti di tensione, causati principalmente dalla Digos, la polizia politica presente all’università. Quando gli studenti si sono avvicinati all’aula Odeion della facoltà di Lettere, infatti, gli agenti in borghese si sono schierati per bloccarne il passaggio, prendendo a calci e pugni gli studenti, che però non sono indietreggiati. Dopo alcuni spintoni è partito un lancio di uova colorate e fumogeni contro chi proteggeva i ministri.

Successivamente, il corteo è ripartito e i manifestanti sono entrati nella facoltà di Lettere provando a raggiungere l’aula dall’interno. Ma le porte erano già state chiuse e la polizia era schierata dall’interno.

All’uscita l’ennesima provocazione: due blindati della celere erano in città universitaria, evidentemente autorizzati dal Rettore Gaudio, e un numero spropositato di agenti era schierato con caschi e manganelli. I celerini hanno immediatamente puntato la manifestazione in maniera agressiva, ma gli studenti non hanno risposto alle provocazioni preferendo cori e sfottò.


Dopo un nuovo giro tra i viali, la manifestazione si è sciolta al pratone, dove è iniziata un’assemblea pubblica.

Intanto, all’interno della sala due ricercatori contestavano la ministra Fedeli, denunciando il definanziamento strutturale dela ricerca universitaria e l’insostenibile precarizzazione lavorativa dei ricercatori. Anche in questo caso, l’intervento della Digos è stato quasi immediato. Gli agenti in borghese hanno accerchiato i ricercatori, provando a impedire che parlassero. La loro determinazione è riuscita a strappare un intervento dal microfono. Luca, ricercatore precario in fisica, ha invitato la Ministra Fedeli a prendere le distanze dalla riforma Gelmini e dal metodo di imporre nuve regole alle università italiane a partire dai tagli. Fedeli non ha risposto.

Insomma, questa mattina a La Sapienza il Rettore e le istituzioni universitarie hanno aperto le porte ai principali responsabili del continuo definanziamento dell’università pubblica e della precarizzazione delle vite di studenti e ricercatori. Per chi l’università la vive ogni giorno, invece, soltanto polizia. Dentro e fuori il convegno.

La voce di Marta, studentessa di Scienze Politiche, che spiega le ragioni della protesta