ROMA

La lotta di Glauco per una casa a Tor Bella Monaca: basta sfratti!

Ieri il tentativo di sfratto di Glauco, 75 anni, a Tor Bella Monaca, a cui il sindacato Asia Usb e i comitati locali hanno risposto occupando la sede del VI Municipio esigendo risposte concrete dall’amministrazione e ricevendo come risposta l’assedio da parte della celere della sede istituzionale. Gli sfratti sono una vera e propria emergenza a Roma, ma si continua a parlare di “ripristino della legalità”.

 

Due mesi fa Glauco, 75 anni, pensione minima, reddito sotto la soglia di povertà relativa, è stato sfrattato dalla sua casa a Torbella Monaca senza nessuna alternativa possibile, senza riassegnare la casa. Ieri i suoi vicini hanno aiutato Glauco a rientrare e resistere, perché era l’unica cosa da fare, perché rimanere per strada quando ci sono centomila case vuote non è una soluzione.

Il picchetto stamattina è riuscito ad allontanare i vigili prima e la polizia poi, per andare a porre il problema al municipio, il sesto. L’assessore alle politiche sociali Francesca Filipponi, decide di incontrare la folta delegazione arrivata per discutere la questione, composta da integranti del comitato di quartiere, dai comitati solidali e dal sindacato Asia Usb. Un tavolo di trattativa come tanti. Finché alle 11 l’impensabile, arrivano reparti di celere che con caschi e manganelli circondano la sala consiliare perché allertati da un consigliere. Bloccano ogni via di fuga, per poter uscire ci si deve far identificare, per andare in bagno si è seguiti fino alla porta, un fotografo è stato obbligato fisicamente ad uscire.

Romanelli, dei 5 stelle, posta su Facebook la foto della celere in sala consiliare gioendo dell’arrivo delle forze dell’ordine a sgomberare questi reietti, occupanti abusivi, cancellando però il post poco dopo. Si affanna nelle scuse e nel “non è colpa nostra” la giunta del VI municipio, dal Campidoglio arriva la promessa dell’imminente arrivo del presidente dell’aula Giulio Cesare Marcello De Vito, che però non si degna di presentarsi. Lo scaricabarile fatta amministrazione.

Il velo di Maya è strappato, non è in corso una regolarizzazione delle case popolari, è in corso una caccia al povero: lo dimostra lo sfratto del 31 Gennaio al Quarticciolo, seguito da muratura della porta e disinstallazione dei sanitari, oppure l’aver lasciato Immacolata senza casa al Tufello nonostante la sua disabilità al 100%, così come la situazione di Claudia a San Basilio, ragazza madre disoccupata asserragliata da settimane per difendere la casa sua e di suo figlio. Nessuno di questi ha la Porsche, come ci vorrebbe far credere la Castiglione.

La situazione a cui sono costretti migliaia di persone che non riescono a pagare l’affitto o che sono occupanti per necessità a Roma oggi è la costante minaccia di perdere un tetto da sopra la testa, l’ulteriore criminalizzazione se prova ad alzare la testa difendendo i propri diritti, oltre al quotidiano ricatto della disoccupazione, dei tagli al welfare e della precarietà lavorativa.

Se tutti gli sfratti programmati andassero in porto ci troveremo a Roma 20000 persone senza casa. L’unico argine a quest’emergenza sociale lo stanno ponendo il sindacalismo sociale ed i comitati autorganizzati di vari quartieri, grazie ai quali Glauco e Claudia sono ancora nelle loro case.
Lotte che, come dimostra la folle giornata di ieri sono criminalizzate e disincentivate da comportamenti aggressivi e violenti delle forze dell’ordine per la loro intelligenza a discernere chiaramente il combattere la povertà ed il combattere il povero, ponendo un punto fermo che tutto l’arco parlamentare si dimentica, la casa è un diritto inalienabile.

Csa Astra

Comitato case popolari Tufello

Asia-Usb Tufello

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