ROMA

La Laboratoria Berta Cáceres trova di nuovo casa alla stazione Prenestina

La stazione Prenestina di Roma è stata liberata dall3 attivist3 della laboratoria Berta Caceres, denunciando le disuguaglianze di classe, per creare spazi di condivisione e pratica delle lotte ecologiste e transfemministe. Il presidio è permanente e ogni giorno attività animano il luogo lasciato abbandonato e che vuole diventare spazio per il quartiere

Sabato pomeriggio, durante la passeggiata ecotransfemminista che ha attraversato le vie del quartiere di Villa Gordiani, nel quadrante Est di Roma, la Laboratoria Berta Cáceres ha liberato un nuovo spazio. Dopo mesi dallo sgombero di quella che fu la prima esperienza di occupazione, nel parco della Caffarella, e a un anno dall’inizio del progetto, le berte, come amano affettuosamente chiamarsi le e gli attivisti del progetto, hanno aperto alla città i locali dell’ex-stazione Prenestina, un immobile in disuso da più di dieci anni di proprietà di Rete Ferrovie Italiane. L’azione, come spiegano nel comunicato diffuso a seguito della liberazione dello spazio, si inserisce tra gli scioperi globali per il clima del 3 marzo e transfemminista dell’8 marzo. «Come Laboratoria Berta Cáceres sentiamo il bisogno di aprire spazi dove poter condividere e praticare l’autogestione come strumento di riappropriazione del tempo di vita, contro i ritmi imposti dal sistema capitalista», spiega uno degli attivisti. «Queste pratiche sono importanti per dare concretezza alle lotte ecologiste e transfemministe, tanto più in un momento come questo dove l’attacco è evidente ed è necessario costruire strumenti di resistenza», prosegue. «Sono pratiche di sanzionamento delle disuguaglianze di classe e di riappropriazione di ricchezza dal basso, contro il sistema capitalista».

L’occupazione dell’ex-stazione vuole infatti essere un messaggio alla città, per «ribadire che gli spazi abbandonati diventano dei luoghi pericolosi per le soggettività feminilizzate e queer», come viene sottolineato nel documento pubblicato sabato pomeriggio. Le attiviste e gli attivisti evidenziano il fatto che l’immobile di proprietà di RFI è stato molte volte oggetto di progettazioni per diventare uno spazio a disposizione del quartiere. Ma nonostante le aspettative è rimasto chiuso, mentre ora vive nuovamente come luogo di intersezione per lottare contro «il capitalismo estrattivista e la violenza patriarcale». Infatti alla stazione Prenestina le attività sono proseguite durante tutto il pomeriggio di sabato e per tutta la giornata di domenica, dove nel pomeriggio si è tenuto anche uno spettacolo teatrale animato dall’attore e regista Davide Grillo. Ma l’intensione è quella di continuare a dar vita al progetto della laboratoria nelle prossime settimane.

Il collettivo Berta Cáceres è nato un anno fa, con la liberazione di uno stabile vuoto situato nel parco della Caffarella. L’iniziativa si è evoluta a partire dalle lotte ambientaliste e transfemministe e ha rappresentato fin da subito un esempio di convergenza. Nonostante i due sgomberi subìti, le berte, hanno continuato a lottare all’interno dei movimenti che si oppongono al cambiamento climatico, sottolineando quanto la lotta ecologista debba sempre inserirsi all’interno di conflitti sociali e di classe. In particolare, hanno animato la campagna contro il lusso durante lo scorso autunno insieme a Fridays for future, all’interno della quale è stata anche portata un’azione allo scalo dei jet privati all’aeroporto di Ciampino per denunciare l’impatto ecologico dello stile di vita delle persone più ricche. Inoltre, la nuova Berta 3.0 è sorta a poche decine di metri dal lago dell’ex-Snia, uno spazio verde nato a seguito di un abuso edilizio che è ora a disposizione del quartiere, anche se sotto attacco da parte della vecchia proprietà, la quale possiede ancora metà dell’antico complesso industriale della Snia-Viscosa.

«Adesso come spazio vogliamo unirci con il quartiere, cominciare a far vivere il parco Pasolini che è alle nostre spalle, troppo buio e difficilmente attraversabile la sera, e unirci alla lotta in difesa del lago della Snia», afferma uno degli attivisti. «Inoltre, vogliamo continuare a intersecare la lotta ecologista alla lotta di classe, perché non c’è nessuna lotta ecologista che non sia anticapitalista. Continueremo a segnalare gli abusi dell’1% più ricco del pianeta, che depreda le risorse a scapito della maggioranza più povera», conclude l’occupante.

immagini da pagina fb Berta Caceres

Immagine di copertina Milos Skakal