ROMA
La città solidale. Un’assemblea sul mutualismo a Roma
Lo scoppio della pandemia di Covid-19 ha generato nella capitale una risposta immediata: gli spazi autogestiti hanno offerto sostegno su vari livelli, collaborando fra di loro e con i territori d’appartenenza. Un’assemblea pubblica prova a fare il punto
Il 20 luglio, a Parco Schuster, si è svolto un incontro cittadino di molte delle realtà che in questi mesi si sono attivate telematicamente e fisicamente per sostenere chi si trovava in difficoltà, portando spese solidali, attivando sportelli di ascolto, sostegno legale e lavorativo, supporto ai più piccoli per giochi e studio.
Su una grande mappa di Roma abbiamo voluto visualizzare queste molteplici esperienze che in molti territori hanno fatto rete. Ne esce un’immagine potente e ricca: una risposta immediata e dal basso a una crisi sanitaria improvvisa e al lockdown che ne è seguito. Dinamiche simili tra loro, nei diversi municipi di Roma, in cui la solidarietà e il mutualismo sono state le parole chiave.
È saltato agli occhi di tutti e tutte che spesso i motori logistici e le energie umane messe in campo provenissero dagli spazi sociali, autogestiti e occupati, quegli stessi spazi che, finito il lockdown, tornano a essere minacciati di sgombero. È anche emerso il lavoro svolto spalla a spalla con realtà lontane tra di loro (associazioni, circoli, parrocchie, scout, spazi sociali, singoli individui, piccoli commercianti…), ma dove l’interlocuzione è stata possibile perché l’obiettivo era comune e prepotente era l’urgenza di non stare a guardare.
Si sono scavalcate le differenze. Ci si è riconosciuti nella comunità umana, larga e variegata.
Un racconto, quello emerso dall’assemblea, in cui centinaia di persone si sono messe in gioco in prima persona costruendo una risposta concreta all’emergenza. Perché siamo tutti/e vittime di una crisi che non è più solo sanitaria ma economica e sociale.
L’auspicio è quello di riuscire ad andare oltre i propri quadranti, cercando il modo di fare fronte alla crisi economica appena iniziata, strutturandosi e operando collettivamente. Superando il momento e il concetto di mera assistenza, coinvolgendo attivamente chi ha ricevuto e restituito a sua volta, lottando per un’economia in cui la produzione sia parte attiva dei processi mutualistici, sganciandosi dalla grande produzione e distribuzione e dai meccanismi tossici del neoliberismo in cui ciascuno viene lasciato solo con le proprie difficoltà.
Auspichiamo inoltre un coordinamento di tutte le reti territoriali che agisca a livello cittadino, trovando l’interlocutore, avanzando le richieste e riprendendosi spazi e luoghi necessari alla creazione di una città diversa.
Aprire vertenze in cui tutti i soggetti coinvolti in questi mesi si possano riconoscere e mobilitare insieme.
Le reti sono strutture di fili complesse, articolate, che si incrociano e rafforzano quando si incontrano su terreni comuni.
È arrivato il momento di rinsaldare la rete della città solidale.
Un video della giornata di discussione: