MONDO

Israele ordina l’evacuazione immediata di Khan Younis lanciando un “attacco senza precedenti”
Dopo una delle settimane con più morti nella Striscia di Gaza e l’operazione di washing con la partecipazione di Israele al festival Eurovision, Netanyahu lancia 30 attacchi aerei in un’ora su Khan Younis
Dopo aver bombardato ospedali ed infrastrutture civili di base, Iraele ha intensificato gli attacchi contro Gaza con gli obietti su Khan Younis, lòa seconda città più grande della Striscia situato a sud. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, le forze armate israeliane hanno portato avanti trenta attacchi aerei nello stesso luogo in appena un’ora. Pochi minuti prima, Israele aveva ordinato alla popolazione di Khan Younis l’evacuazione immediata della zona avvertendo che avrebbe lanciato “un attacco senza precedenti”. L’avviso era stato esteso anche alle zone circostanti la città.
La peggiore offensiva dall’inizio dell’invasione
Questo nuovo attacco indiscriminato è parte di una nuova operazione, la più pesante in termini di morti dall’inizio dell’invasione israeliana, il cui nome è “Carri di Gedeone”. Si tratta di una operazione terrestre che ha l’obiettivo di invadere il nord e il sud della Striscia con il suppoerto della forza aerea. Lo scorso sabato 17 maggio, 153 persone sono state assassinate al nord di Gaza, tra cui 5 giornalisti.
Solo la scorsa settimana, Israele ha ucciso quasi 500 palestinesi e colpito, lascindoli senza servizi di base, tre ospedali, tra cui l’Osepdale Indonesiano, situato al nord della Striscia, l’Ospedale al-Awda a Jabalia (anch’esso al nord) e l’Ospedale Europeo, al sud.
L’offensiva mortale sta avvenendo proprio mentre Netanyahu ha assicurato che lascerà entrare auti umanitari a Gaza. Nonostante il primo ministro israeliano non ha specificato quando cominceranno ad entrare gli aiuti umanitari, ha chiarito che saranno minimi e che sono dovuti alle pressioni internazionali dei suoi alleati internazionali.
La nuova fase dell’invasione coincide anche con la visita di Donald Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Alcuni giorni fa, la catena NBC ha comunicato l’esistenza di un presunto piano del presidente statunitense per la Striscia e che consiterebbe nella deportazione di un milione di palestinesi in Libia. “In cambio del reinsediamento dei palestinesi, l’amministrazione statunitense offrirebbe alla Libia migliaia di milioni di dollari dei fondi che gli Stati Uniti hanno congelato oltre dieci anni fa” si legge nella notizia. Dopo la pubblicazione, un portavoce ha dichiarato a NBC news che “l’informazione era falsa”.
Continua la carestia e gli attacchi dei coloni in Cisgiordania
Mentre la Striscia di Gaza si dissangua a causa dei bombardamenti e delle operazioni terrestri delle IDF, la carestia continua nella zona. Oltre mezzo milione di persone, secondo l’UNICEF, sono a rischio. Il governo israeliano blocca dallo scorso 2 marzo l’entrata degli aiuti umanitari, causando una situazione estremamente grave per la popolazione gazawi. Nonostante i ripetuti avvertimenti da parte di diversi organismi internazionali sull’imminente crisi, Netanyahu ha mentenuto la sua politica delle porte chiuse fino ad ora. Secondo la UNRWA, l’agenzia ONU che lavora con i rifugiati e le rifugiate palestinesi, il 92% delle case nella Striscia di Gaza sono state danneggiate o distrutte.
Dall’altra parte, nelle ultime ore continuano ancora gli attacchi dei coloni israeliani in alcune parti della Cisgiordania. Domenica 18 maggio, oltre mezzo milione di persone hanno manifestato a Londra per chiedere al governo britannico la fine della complicità con Israele. A Gerusalemme, sabato notte, decine di persone sono scese in piazza per chiedere la fine della guerra nella Striscia di Gaza, che ha provocato la morte di oltre 53.000 palestinesi.
Articolo pubblicato da El Salto Diario. Traduzione in italiano di Alioscia Castronovo per DINAMOpress
Immagine di copertina: Forced Displacement of Gaza Strip Residents During the Gaza-Israel War 29 January 2025, di Jaber Jehad Badwan da wikimedia commons