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Storica vittoria popolare contro le megaminiere in Argentina

Storica vittoria popolare a Mendoza: dopo settimane intense di mobilitazioni i manifestanti sono riusciti a bloccare i tentativi di legittimare l’inquinamento e la devastazione ambientale della potente lobby mineraria alleata con le principali forze politiche del governo provinciale.

Il governatore provinciale Suarez (della coalizione di destra Cambiemos dell’ex presidente Mauricio Macri) è stato costretto a bloccare le modifiche alla legge 7722. che permettevano alle imprese minerarie l’utilizzo di sostanze chimiche e inquinanti; il governato ha fatto appello dialogo e al consenso sociale, ma i manifestanti rivendicano l’abrogazione della nuova legge – la legge 9209 – che modifica e sostituisce la legge 7722. Ripercorriamo in questo articolo quanto accaduto nelle ultime settimane, a partire da quando il popolo mendocino si è organizzato per fronteggiare la lobby imprenditoriale.

 

Un primo elemento centrale: la mobilitazione popolare nasce dall’autorganizzazione dal basso.

 

A metà dicembre una proliferazione di assemblee si è svolta in diverse città e paesi. Il 17 è stata lanciata una manifestazione davanti alla sede della Legislatura provinciale e l’edificio è stato circondato per ben sei ore. Tra i fischi generali i deputati sono usciti dall’edificio per cercare di aprire un dialogo, ma a mezzogiorno hanno dovuto sospendere la sessione nel bel mezzo di una forte mobilitazione.

Il 20 dicembre un’altra manifestazione si è svolta davanti alla stessa sede, che è stata circondata fin dal mattino presto. Simultaneamente gli abitanti della zona hanno organizzato molteplici blocchi stradali per protestare contro le modifiche alla legge 7722.

Blocchi stradali sono stati organizzati nelle vie e nelle autostrade principali della provincia, nella Ruta Nacional 143 e nella Ruta Nacional 188 bloccando totalmente la circolazione. Sono stati  organizzati ulteriori blocchi anche a Eugenio Bustos e a San Juan all’altezza del ponte, sulla Ruta 40 direzione Lavalle all’altezza di Jocoli e sulla Ruta 7 verso Uspallata.

 

 

A mezzogiorno il Senato ha approvato la modifica della legge 7722 con 29 voti favorevoli e 7 contrari. I voti contrari nel partito di governo sono stati di Leoardo Vinolo, Ernesto Mancinelli e Fernand Alin. Nelle fila del Partito Justicialista i voti contrari al disegno di legge sono stati due, Andrea Blandini e Bartolome Robles. Marcelo Romano di Protectora e Lautaro Jimenez del FIT – Fronte delle sinistre sono stati i più determinati a opporsi al progetto di legge presentato dal Governatore Suarez. Nel pomeriggio la camera bassa ha terminato l’iter legislativo approvando in via definitiva la riforma della legge 7722, con 36 voti favorevoli, 11 contrari e 4 astenuti.

 

La reazione degli abitanti della zona è stata immediata, con l’annuncio del mantenimento a tempo indeterminato dei blocchi stradali contro le modifiche alla legge 7722.

 

«Dall’Assemblea per l’acqua di Uspallata chiediamo al sindaco di Las Heras il ripristino immediato dell’ordinanza votata dal popolo e da lui approvata che in quattro articoli diversi specifica le sostanze proibite e dichiara il dipartimento libero da queste sostanze. Inoltre chiediamo che tutta l’area del Rio Mendoza si costituisca come area naturale protetta». Dalle reti sociali, è stato lanciato un appello a sostegno del blocco stradale.

Domenica 22 la capitale Mendoza è stata invasa da migliaia di persone in marcia provenienti da città e paesi circostanti e diretti verso la Casa di Governo, per una giornata che è diventata scenario della manifestazione di gran lunga più imponente mai vista a Mendoza.

Dalle 8 del mattino centinaia di persone si sono incontrate a Eugenio Busto e San Carlos sotto un sole radioso ed hanno cominciato a marciare verso la città di Mendoza intonando  cori. Man mano che la colonna avanzava passando di villaggio in villaggioi si rigonfiava ricevendo l’appoggio di numerosissime persone che hanno partecipato alla marcia in differenti modi, chi a piedi chi in auto. Nella città di Tunuyan la marcia è stata accolta da applausi e canti.

 

 

Intanto a Mendoza cominciava un presidio autoconvocato per accogliere la manifestazione che alle 16 del sabato si estendeva già per ben 4 chilometri e continuava a crescere. Il sabato notte si è fermata a Lujan de Cujo per poi ripartire la mattina di domenica.

La domenica la manifestazione che aveva raggiunto i 10 chilometri di lunghezza è arrivata a Mendoza dirigendosi verso i cancelli della Casa di Governo. La moltitudinaria mobilitazione ha commosso la città e sono iniziate le prime dichiarazioni contro l’avanzamento dei lavori della megaminiera. Il governatore Suarez ha annunciato che non avrebbe fatto marcia indietro. Oramai la modifica alla 7722 era legge, scatenando malessere e disordini sociali.

 

La repressione della polizia è stata violentissima. Migliaia di persone erano sulla spianata della Casa di Governo quando la polizia ha iniziato ad attaccare con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e spray al peperoncino.

 

I manifestanti hanno denunciato «una caccia all’uomo da parte della polizia» per le strade della città e hanno segnalato l’uso di inibitori del segnale del cellulare, in prossimità della porta della Casa di Governo per impedire alla gente di inviare immagini e video degli eventi. Dieci persone sono state ferite e almeno 11 arrestate, tra cui due avvocati delle assemblee di quartiere.

Foto di La Vaca

I media mainstream, nazionali e regionali, che avevano nascosto quanto accaduto, hanno cominciato a narrare in modo distorto le proteste concentrandosi sui “disordini”. Nonostante l’operazione repressiva, i manifestanti si sono riuniti in diversi punti della provincia. Il 24 ci sono stati brindisi comunitari e manifestazioni che annunciavano che la protesta non si sarebbe fermata.

Dalle assemblee hanno avvertito «restiamo attenti, vigili l’annuncio potrebbe essere una misura ingannevole per guadagnare tempo e per ritornare al progetto della megaminiera».

L’avvocato ambientalista Enrique Viale in un tweet ha scritto: «Il governatore di Mendoza, @rodysuarez, deve autorizzare le sessioni straordinarie e la Legislatura deve urgentemente abrogare la legge appena approvata che ha modificato la legge 7722. Questa è l’unica via  possibile per sospendere le modifiche alla legge. Non vi è alcuna possibilità giuridica di sospendere una legge (salvo in via giudiziaria)».

L’unica strada che il governatore di Mendoza può intraprendere è convocare la legislatura provinciale in sessione straordinaria e abrogare – con un’altra legge – la legge 9209 (che ha modificato la 7722).

Nota della redazione: la sessione nella legislatura è stata convocata per lunedì 30 dicembre, sia alla Camera che al Senato provinciale, dove si è data appuntamento la mobilitazione popolare.

 

Articolo pubblicato su Anred – Agencia de Noticias RedAcción. Traduzione in italiano di Matteo Codelupi per DINAMOpress.

Foto di copertina tratta da Anred.