INCHIESTE

Amazon, il padrone è nudo

Turni massacranti e controllo sul lavoro: intervista a un lavoratore di un’azienda dell’indotto Amazon a Berlino

Durante gli anni di consulenza sociale sul welfare, più volte, e con sempre maggiore frequenza, abbiamo dato supporto a lavoratori e lavoratrici implicati in casi di sfruttamento sul lavoro di grandissime aziende che operano con i dati e che si arricchiscono sulla produzione “immateriale”.

Di anno in anno, nel mondo, il vertice della piramide di chi detiene una ricchezza pari a quella della metà della popolazione più povera si snellisce sempre di più. Amazon è tra le più grandi e illustri aziende a sedere a questo vertice.

Quest’intervista è stata fatta nell’ottobre del 2017 ad un amico e lavoratore, Vittorio Battaglia, ex-dipendente di un´azienda che lavora nella logistica per Amazon a Berlino; uno dei tantissimi migranti lavoratori spesso sono mandati lì direttamente dall’Agentur für Arbeit o dal Job Center.

Qui si ricevono contratti che vanno dal “tempo pieno”, si trasformano in part-time, e che poi finiscono per essere a chiamata, perché si lavora sul disavanzo della produzione delle vite degli altri che un sistema snellisce con gli algoritmi. Oppure, avvisi di mora per pagare danni ipotizzati sui mezzi per le consegne.

Penso alle ore di viaggio, a quelle in attesa di “slot” liberi che poi occupano il tempo con più consegne e più guadagni, ma soprattutto alle ore di guida e di manutenzione, con i programmi che vanno in crash.

Come sfregi sulle catene per i morti, a migliaia sui luoghi di lavoro e a quanti, non se ne contano, che muoiono andando a lavoro. Paradossalmente il mediterraneo ne è un riflesso. Un´umanità in moto.

Un’umanità drogata dal lavoro salariato, in un territorio e in un sistema sociale privatizzato e depredato.

In questo contesto anche l´inchiesta, se operaia e solidale, resta lo strumento per i vivi, gli sfruttati come i disoccupati, perché non si dimentichi chi hanno ammazzato, ma anche per quella piccolissima parte di diritti che ancora ci tutelano.

Stay Human

 

A che ora ti svegli al mattino per essere a lavoro, e quando sai i turni e gli orari?

Mi sveglio alle 6:20 per essere a lavoro alle 8:30, un’ora netta di viaggio (anche un’ora e dieci).

I turni vengono comunicati settimana per settimana via e-mail e sono di nove ore al giorno, 8:30 -17:30, di cui 30 minuti dovrebbero essere di pausa. Dico “dovrebbero” perché spesso non basta, per la mole di lavoro e per i carichi massacranti. Per timbrare il cartellino la ditta ha un tablet a cui inizialmente si poteva accedere appena si arrivava (cioè se si arrivava alle 8:15 si poteva rientrare alle 17:15).

Adesso non solo è stato spostato all’interno della struttura e ci si può accedere solo dopo l’orario prestabilito, ma spesso ci si scontra con gli addetti alla sicurezza che non lasciano passare (anche se l’orario è stato superato), insomma gestione tipo Banca Centrale Europea.

 

Ci sono contatti tra i lavoratori e corrieri durante l‘orario di lavoro? Che rapporti ci sono con le ditte dell‘indotto?

I rapporti tra il personale interno sono visibilmente ostacolati, partendo dal fatto che la delivery e il packaging hanno due stabilimenti separati. La prima è affidata ad aziende esterne come la mia, mentre il secondo ad agenzie interinali, e ciò permette alla main business di esercitare pressioni su di essi, togliendo e dando commesse da un giorno all’altro in caso di inadempienze.

 

Sappiamo che chi chiude i pacchetti, spesso vive carcerato nella fabbrica, con gps a braccio e costretti a dormire addirittura in tenda (come in alcuni paesi). Tu come vieni tracciato e controllato?

Per quanto riguarda la tracciabilità con sistema GPS, viene effettuato un controllo relativo ai mezzi, anche se col telefono aziendale è possibile essere tracciato sempre. Personalmente non sono mai stato infastidito né mi sono stati mai contestati dei movimenti esterni al percorso che possono essere la norma in questo tipo di attività, invece, sono al corrente di episodi dove è stato contestato ai driver di aver fatto troppa sosta (non pausa, ma sosta in un luogo).

 

Hai agevolazioni sui trasporti o altro?

Nessuna. Ogni mattina e ogni sera, ore della vita se ne vanno per andare al lavoro.

Inoltre, varie delle ditte non danno l’usufrutto del mezzo aziendale, né la possibilità di avere un mezzo fisso. Questo comporta che bisogna sempre controllare il mezzo che si ha prima di mettersi alla guida e quindi fare una certa manutenzione perché potrebbe essere a secco di benzina, senza olio, senza acqua oppure danneggiato, e nel caso dovrete pagare il danno perché l’azienda effettua accurati controlli settimanali sui mezzi e addebita il pagamento direttamente sulla busta paga[1].

Ciò ha implicato che i danni fossero richiesti in maniera arbitrale, punitiva e intimidatoria in un gioco di forza tra gli appaltatori.

 

Sei mai stato offeso, minacciato o mobbizzato, per esempio, mandato a casa una volta arrivato?

Essere mandati a casa una volta arrivati li è all’ordine del giorno e non è considerato mobbing per lavoratori del nostro settore.

Succede che quando arriviamo in ditta possiamo essere considerati “riserva”, perciò siamo lasciati lì ad aspettare che qualcuno si assenti per poter lavorare o ritirarci a casa spontaneamente.

Il trattamento non è dei migliori, la performance è più importante della tranquillità e della sicurezza del lavoratore, che è “tutelato” con scarpe anti infortunistica di plastica e lasciato molto spesso intere ore ad aspettare nel capannone per difetti del sistema che creano non pochi problemi.

Immaginatevi di avere quasi ogni giorno una zona diversa dove consegnare e con un buon navigatore e impegno potreste farcela, ma è dura: si hanno dai 110 ai 170 pacchi al giorno e spesso ci sono problemi con il sistema di navigazione che nella logistica è nella mani del settore It, in parole povere di qualche nerd che nemmeno siede nello stesso posto di lavoro, che non conosce il lavoro e come un buon tecnocrate è pronto a ridurre ogni spazio vitale per far combaciare i numeri e i risultati come l‘algoritmo insegna e vuole.

Grazie al cielo, rispetto a situazioni che si verificano ancora in altri paesi, nella mia esperienza non ho vissuto personalmente mobbing o minacce, forse perché lavoro per una azienda appaltatrice che consegna con i furgoni e dalla quale comunque percepisco pressioni per raggiungere i risultati nei termini preposti.

 

Quanto guadagni al lordo e al netto?

Come lavoratore dipendente di una compagnia che ha un appalto con Amazon la paga oraria è intorno ai 10 euro l’ora lordi che per un single, con la classe base, diventano circa 8 €.

Se poi la performance mensile è conforme e quindi con un range superiore al 95% si arriva a 11€ netti. Circa 1700-1800 € lordi, circa 1200-1300 € netti.

 

Credi sia sufficiente per sopravvivere?

Dipende dal tenore di vita, considerato un affitto di 500 euro spese escluse più biglietto della metro, ci si potrebbe stare. Credo che sia non proporzionato al carico di lavoro, che aumenta sempre a scapito del lavoratore, mentre lo stipendio no.

Anzi con bonus e trucchetti vari per stare al gioco della azienda si pagano solo tasse sui propri straordinari; con ciò voglio dire che, superato il compenso previsto dal contratto, le tasse che si pagano sugli straordinari sono più alte, e si rischia di lavorare dalle 10 alle 15 ore in più mensilmente percependo netti solo 40 o 50 euro, mentre l’azienda percepisce dalla main business ogni giorno dai 100 ai 150 euro su ogni lavoratore.

 

[1] Clausola del contratto sulla franchigia per danni auto inflitti