ROMA

associazione 21 Luglio

Il Giubileo che toglie ogni speranza: lo sgombero alla Magliana

Alla Magliana le ruspe, pagate con i fondi del Giubileo, hanno demolito le abitazioni precarie di alcune famiglie, in un quartiere costruito al di fuori di ogni regola, dove finalmente è stato realizzato un parco pubblico. Ma non si possono cancellare i diritti di chi vive in strada e deve poter disporre di un alloggio dignitoso

Un quartiere costruito in modo criminale da costruttori senza scrupoli, da sempre viene raccontato come un problema sociale, un’offesa alla città. Siamo alla Magliana dove agli inizi degli anni ’70 sono stati costruiti 3 milioni di metri cubi con la quota di imposta dei fabbricati otto metri sotto l’argine del Tevere. Quando pioveva tutto andava sott’acqua! Una raffica di occupazioni e una lotta durata anni ha fatto conoscere a tutta la città la truffa. Quella lotta fu vincente e mise in moto un intensa stagione di mobilitazione sociale.

La densità di quel territorio è altissima, non ci sono spazi verdi e servizi. Per averli il Comitato di quartiere si batte da anni. Ancora una vittoria: finalmente l’argine del fiume può essere superato e il 12 ottobre 2014 viene inaugurato il parco di 9 ettari che corre lungo il Tevere e consente di fruire di aree verdi e dell’ecosistema fluviale. Il parco è in concessione demaniale diretta al Municipio Roma XI, che ne cura la gestione e la valorizzazione in virtù di un accordo tra Enti (Regione-Roma Capitale-Municipio XI).

Roma però è una città che, oltre a condannare interi quartieri senza gli standard minimi di servizi previsti per legge, lascia molti dei suoi abitanti senza una casa in cui vivere. Sono i 23.420 che vivono in strada come ci dice l’Istat e si aggiungono alle tante e ai tanti che sfuggono a ogni censimento. Per loro in occasione del Giubileo 2025, l’amministrazione ha deciso di investire nell’accoglienza durante i mesi invernali con la costruzione di quattro tensostrutture da 250 posti circa in totale. Nei mesi estivi neanche quelli.

Il 25 luglio scorso 14 persone, tra cui sei bambini e bambine, che avevano trovato un posto in cui dormire nel parco pubblico della Magliana sono state sgomberate e i loro rifugi di fortuna demoliti con le ruspe.

Altre famiglie che lì vivono subiranno la stessa sorte nei prossimi giorni, senza che per loro sia prevista alcuna soluzione alternativa. Troveranno un altro posto di fortuna in cui sistemarsi, perché non possono sparire, possono solo allontanarsi e vivere in attesa di un altro sgombero.

Queste persone pienamente inserite nel tessuto sociale del quartiere Magliana sono seguite dall’Associazione 21 luglio, dalla Parrocchia di San Gregorio Magno alla Magliana e dal Nuovo Comitato di Quartiere che insieme hanno tentato di scongiurare lo sgombero.

Immagine di Associazione 21 luglio

Scrivono nel Comunicato Stampa: «siamo di fronte a una grave violazione dei diritti umani. Nello sgombero di ieri, infatti, non sono state riscontrate le garanzie procedurali previste dal Comitato Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali. L’azione, così come raccomandato dall’organismo internazionale, non è stata accompagnata da alcuna consultazione con gli interessati e dalla valutazione di adeguate alternative allo sgombero; non si è proceduto a un preavviso congruo e ragionevole alle persone coinvolte; non si è tenuto conto delle particolari condizioni atmosferiche. A causa dello sgombero, infine, le famiglie sono state rese ancora più vulnerabili».

L’intervento in quell’area è collocato all’interno del progetto, finanziato con due milioni di euro dal fondo giubilare, denominato “Manutenzione e rifunzionalizzazione del sistema di paratoie in zona Magliana – Marconi” e che vede come soggetto attuatore la Regione Lazio.

I fondi del Giubileo della Speranza sono utilizzati per le ruspe che tolgono ogni speranza a chi non ha altre colpe se non di essere povero.

Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: «La Regione Lazio, soggetto attuatore dell’intervento, ha il dovere di arrestare immediatamente questa azione di forza disumana, lesiva della dignità umana, profondamente ipocrita. Chiediamo l’arresto delle ruspe e il reperimento immediato di soluzione abitative per le cinque famiglie rimaste senza casa e che ora sono costrette a vagare prive di mezzi. Avvieremo nelle prossime ore procedure straordinarie, senza escludere di rivolgerci a corti internazionali, per denunciare l’accaduto e porre fine a ulteriori azioni che possano mettere a repentaglio l’incolumità delle famiglie rimaste, tra cui segnaliamo la presenza di neonati, persone con patologie anche gravi, donne in stato di gravidanza. Ricordiamo infine ai rappresentanti del Municipio XI – conclude Stasolla – che le azioni di “bonifica” riguardano la rimozione di “scarti materiali” e che, applicarlo alle persone – soprattutto quando prive di risorse – equivale a etichettarli come “scarti umani”. Tale esercizio semantico è da condannare perché pericoloso per le conseguenze che genera».

L’impegno delle associazioni che finora sono state a fianco di quelle persone non si fermerà, continueranno a restare vicino delle famiglie ancora presenti nell’area, vigileranno qualora ulteriormente vittime di violazioni dei diritti umani, sosterranno ogni azione promossa dalle istituzioni indirizzata a offrire per loro soluzioni alternative dignitose.

L’immagine di copertina è dell’Associazione 21 luglio

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