ROMA

Il centro anziani di Garbatella apre ai senzatetto. «Una rete di solidarietà dal basso»

Dall’inizio del lockdown, il coordinamento di reti Municipio solidale sta provando a costruire una nuova politica sociale che metta insieme le realtà autogestite del territorio del quartiere capitolino di Garbatella

All’uscita della metro Garbatella c’è il più grande centro anziani del municipio VIII. In tempi non pandemici, quando si passava di qui, risuonavano musica e risate, come testimoniano i cartelli appesi alla bacheca comune: “Ballerina cerca Ballerino per balli di coppia”; “corso di tango: aperte le iscrizioni”.

Come tutti i centri anziani anche la chiusura di questo luogo rappresenta la privazione di gran parte della vita sociale per molti abitanti del luogo, una quotidianità sottratta che ha trovato sfogo nella possibilità di contribuire fattivamente a togliere soggettività precarie dall’emergenza freddo. Sono infatti 12 le persone senza fissa dimora che ora dormono negli ambienti del centro.

 

«Il problema dei centri anziani è che attualmente sono stati chiusi, qui si è cercato di aggirare questa norma utilizzandoli in altri modi», spiega Massimo Leardino, membro di Municipio solidale e coordinatore Agisci.

 

«Al momento due sono dedicati alla distribuzione dei pacchi alimentari, che sono quelli di Parco Schuster e Ceribelli, mentre questo è stato scelto perché più grande e più idoneo, ha grandi spazi polifunzionali e, vista la necessità di moltissime associazioni, 12 posti non ci sembrava un numero piccolo».

Il centro si divide in vari locali. Nella saletta più piccola, quella che dà sull’ufficio con i computer, ci sono ancora gli scatoloni mai aperti con i condizionatori pensati per la sala da ballo. Quest’ultima è un quadrato blu che affaccia sull’uscita della metro e che era sommersa dalla polvere fino a che i volontari di Casetta Rossa e i ragazzi del centro sociale La strada non l’hanno rimessa in piedi per farne una sala mensa.

 

Sono 25 le realtà confluite nel coordinamento di Municipio solidale, in costante dialogo con le istituzioni locali: «La nostra iniziativa nasce nel primo lockdown, all’alba del primo decreto emanato da Conte», racconta Luciano Ummarino, coordinatore di Municipio solidale e attivista di Casetta Rossa.

 

«I centri sociali e le associazioni di zona si sono incontrati e hanno costituito une rete che ha cominciato subito fare consegne a domicilio. Dopo l’estate è stato inaugurato Municipio solidale 2.0 che messo in piedi 8 hub solidali prendendo in consegna ciascuno un numero di nuclei familiari a cui da un sostegno territorialmente».

 

(Servizio realizzato da Carlotta Indiano)

 

L’apertura del centro anziani ai senza fissa dimora si inserisce così nell’ambito di una serie di iniziative popolari nate per colmare le lacune dell’amministrazione Raggi: «Con un’enorme geografia di chi abita le strade che è in ulteriore espansione, il comune di Roma non apre posti in un periodo così difficile come quello della pandemia», spiega Luciano. «Le strade sono piene di gente senza tetto e il comune sembra assente su tutto, non solo sull’ospitalità e l’accoglienza ma anche sulla possibilità di dare una mano concreta a queste persone. Per il comune di Roma la pandemia non è mai esistita, non c’è nessuna crisi e le persone muoiono per strada di morte naturale»

 

Alcune delle persone che dormiranno nel centro anziani finché l’emergenza freddo non sarà passata, si stima fino a fine marzo, vengono da piazza dei Navigatori, un’area composta da portici sotto cui fino a poco tempo fa c’erano ricoveri di fortuna e per cui è stato richiesto uno sgombero alla sindaca.

 

«Sono soggetti che dormono per strada nell’VIII municipio. Si sta facendo un lavoro in rete con tutte le realtà che in strada lavorano, dalle realtà informali come i centri sociali a quelle che conoscono bene le mappe dei senzatetto, in difficoltà e senza una casa», continua Massimiliano. «Gli ospiti arriveranno alle 18:00. Tutti quelli che verranno avranno un tampone certificato almeno 48 ore prima, nel municipio c’è il drive in di piazzale Tosti che ha dedicato un corridoio preferenziale ai senza fissa dimora. Alla cena ci pensano i volontari di Casetta rossa, mentre le colazioni sono preparate dagli anziani del centro».

 

L’apertura del centro anziani non è il primo esempio di solidarietà territoriale messo in piedi durante l’emergenza freddo, quando ormai si è arrivati a 12 decessi sul territorio romano.

 

«Abbiamo lavorato dall’inizio sperimentando questa piattaforma consapevoli dei ritardi e delle assenze dell’amministrazione comunale carente dal punto di vista organizzativo sin dall’inizio del lockdown. Anche quest’anno il piano freddo per l’accoglienza è arrivato in ritardo ed è assolutamente insufficiente rispetto al fabbisogno cittadino, soprattutto ora che a causa del Covid la situazione è aggravata rispetto agli scorsi anni». Spiega Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII.

«Ci sono state delle disponibilità che il comune di Roma non ha accolto. Federalberghi ha proposto un sistema organizzato di accoglienza che potesse contare sugli alberghi e le strutture ricettive che erano rimaste vuole a cause del covid ma l’amministrazione ha pensato di non attivare questa disponibilità. Se è ancora in corsa la gara di affidamento del piano freddo che è stata fatta partire a dicembre e che quindi riguarderò i prossimi tre inverni vuol dire che si è cominciato a lavorare troppo tardi».

 

Immagine di copertina dalla pagina Facebook di Casetta Rossa Spa