EUROPA

Il #25aprile dei precari francesi, tra corpi ribelli e violenza poliziesca

I manganelli della polizia si abbattono anche sui movimenti francesi. Le scene che abbiamo visto a Roma il 12 aprile e negli sgomberi dell’ultimo mese non sono un’eccezione in Europa. Al livellamento verso il basso dei diritti di tutti, si accompagna una violenza sempre maggiore verso chi prova a riappropriarsi proprio di quei diritti.

Il 12 aprile è stato per la metropoli parigina e per tutta la Francia un primo momento di convergenza di tante lotte che interrogano il terreno della precarizzazione. I precari della cultura, da anni centrali nelle mobilitazioni attorno a questo tema, non sono il solo soggetto in campo. Dagli intermittenti e disoccupati in lotta contro l’accordo UNEDIC, ai postini del dipartimento 92 (banlieue parigina) in sciopero (da 87 giorni!) contro il mancato rinnovo di molti contratti. Dai movimenti per il diritto alla casa, agli studenti di Paris 8 e Paris 10, mobilitati contro l’accorpamento degli atenei ed il processo di smantellamento e privatizzazione del sistema educativo nazionale (il cui ultimo atto è la legge Fioraso). Tante lotte differenti che cercano, non senza difficoltà, di strutturare un discorso e un’agenda comuni, riconoscendo nell’attacco alla vita ed ai diritti il piano d’azione su cui si sta giocando questa fase della crisi. Tanti conflitti che chiedono una continuità di reddito per sconfiggere il ricatto del lavoro. Tante lotte che si riconoscono immediatamente in un piano europeo, individuando nella Troika (Commissione Europea + BCE + FMI) il vero mandante delle politiche d’austerità attuate attraverso istituzioni statali svuotate di ogni senso democratico.

La giornata del 25 aprile ha costituito un altro momento di lotta comune in tutto l’esagono. A Parigi si è scelto di arrivare pacificamente sotto il Ministero del lavoro per chiedere al ministro di non firmare l’accordo UNEDIC del 22 marzo: un accordo che porta un primo grosso attacco al sistema degli “annexes”, cioè all’insieme di garanzie che lo stato francese offre a disoccupati e lavoratori intermittenti di settori differenti. La polizia ha cercato da subito di impedire ogni libertà di movimento, circondando l’uscita della metropolitana sotto il Ministero. Duecento corpi compatti hanno però forzato il cordone poliziesco, dando vita ad un blocco selvaggio delle strade limitrofe. I CRS (forze antisommosa francesi), in tutta risposta, hanno picchiato selvaggiamente molte persone e usato gas lacrimogeni, accerchiando per due ore i manifestanti. La mobilitazione ha raggiunto l’obiettivo di inviare una delegazione al Ministero, ma allo stesso tempo si è dovuta confrontare con una violenza molto elevata.

Questo week-end si darà vita ad un’altra tappa importante delle mobilitazioni francesi: la coordinazione nazionale delle CIP (i comitati regionali di Intermittenti e Precari, centrali da 10 anni nelle lotte del lavoro precario). Verso e oltre il primo maggio, che anche in Francia sarà attraversato dai lavoratori precari, comincia a tessersi oltralpe una rete di conflitti diffusi che vedono nel reddito, nel welfare e nei diritti i claims fondamentali da cui partire e l’Europa come terreno d’azione comune di tutte le lotte.

Vedi anche:

Intermittenti in lotta sgomberato il carreaudutemple

Francia #25a azioni contro l’ipocrisia del governo Hollande, da globalproject.info

Paris 7e : précaires & chômeurs matraqués devant le ministère du travail – da paris-luttes.info

Intermittence, chômage : monsieur Rebsamen signer c’est bien, agir c’est mieux

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