ROMA

iFEST 2018: uno spazio di libertà e indipendenza a Roma

Una riflessione sullo stato delle politiche culturali a Roma e sulla città, a partire dalla quinta edizione dell’iFEST- Independent Festival Roma, che si terrà dal 26 al 30 giugno a Parco Ponte Nomentano (Montesacro): “Continuiamo a credere che contro la paura e gli imprenditori dell’odio, servano cultura e spazi di incontro, strade piene di musica, parole e persone”.

Dal 26 al 30 giugno torna per la sua quinta edizione l’iFEST – Independent Festival Roma, a Parco Nomentano a Montesacro. Una sfida che si rinnova, agita dalle realtà sociali del III Municipio. Quando abbiamo iniziato, cinque anni fa, avevamo definito la nostra scommessa “un’oasi nel deserto dell’Estate Romana”. Cinque anni dopo la città che abbiamo attorno ha continuato a spegnersi, tra i continui attacchi alle realtà culturali e dell’autogestione, che con coraggio e determinazione hanno portato avanti la loro battaglia per esistere ed essere riconosciute per la ricchezza sociale che producono, e il dogma della “legalità” trasformata in un feticcio per i più più deboli. Nonostante le difficoltà, la nostra oasi ha continuato a crescere, ad accogliere e ad essere uno spazio di incontro per tutte e tutti, fino a diventare non un miraggio precario ma un punto di riferimento. Per questo ringraziamo tutte e tutti quelli che ci hanno accompagnato, da chi ha donato il proprio tempo, a chi è venuto ad ascoltare o suonare.

iFEST 2018 ? C I S IA M O Q U A S I Scopri il programma di tutto il festival dal 26 al 30 giugno 2018 con: RANCORE, MURUBUTU, LUCIO LEONI, GNUT, OKAPI, PAOLO FRESU IN DEVIL QUARTET and more goo.gl/vdAUZ2

Pubblicato da IFEST – independent festival Roma su Lunedì 18 giugno 2018

 

Continuiamo a credere che contro la paura e gli imprenditori dell’odio, servano cultura e spazi di incontro, strade piene di musica, parole e persone. Al contrario nella nostra città le piazze vengono svuotate e le luci si spengono a suon di ordinanze. Panchine con sbarre per non far dormire i senza tetto, porte sbattute in faccia a chi chiede un tetto sulla testa. Fare un festival di musica e creare uno spazio dove stare insieme non risolve certo tutti i problemi, ma sicuramente è un punto di partenza. Soprattutto vuol dire non solo “resistere”, ma mettere in pratica qualcosa della Roma che vorremmo, uscire dalle sabbie mobili e dalla pastoia di un discorso sulla città fatto solo di tormentoni sul degrado, i bus flambé, i cinghiali e i topi a spasso per le strade, incapace di andare alla radice dei problemi. Mentre non esiste nessuna programmazione culturale, soprattutto per le periferie, e tutto è affidato all’iniziativa privata, che per lo più propone festival di panini e fritti o eventi commerciali dai costi di accesso molto alti, noi abbiamo scelto invece di costruire un’iniziativa radicalmente differente.

Coniugare una line up di qualità con il principio del diritto all’accesso alla cultura è sempre più difficile, proporre una programmazione fatta di novità e artisti indipendenti ma ormai inseriti nei grandi circuiti è un’impresa, ma ancora una volta crediamo di esserci riusciti guardando a pubblici e gusti differenti. Così Paolo Fresu, uno dei nomi più importanti del jazz europeo, si esibirà mercoledì 27 giugno con il suo progetto ‘Devil Quartet’, lontano da sale concerti e auditorium, ma in una pinetina di quartiere, mentre Murubutu e Rancore daranno vita ad uno show inedito per la giornata di quartiere sabato 30 giugno. Sul palco si esibirà Dub Fx giovedì 28 giugno, mentre spazio al cantautorato e alla poesia nel giorno di apertura con Gnut e venerdì 29 con Lucio Leoni. Ci sarà poi spazio per l’approfondimento e il confronto con incontri dedicati al lavoro femminile e di cura, alla situazione in Medio Oriente dalla Siria alla Palestina, su come resistere al razzismo di Stato da Minniti a Salvini.