EUROPA

Una guida ragionata al fascismo polacco. Conversazione con Przemysław Witkowski

Przemysław Witkowski è ricercatore e giornalista, collaboratore della rivista “Krytyka Polityczna”. Recentemente ha studiato il fenomeno del fascismo in Polonia, definendo e catalogando tutti i gruppi e i sotto-gruppi che lo animano a partire anche dalla marcia dell’Indipendenza dell’11 novembre a Varsavia cui partecipano anche esponenti di Casapound. Riportiamo alcune sue dichiarazioni per farci un’idea più approfondita della cultura di destra nel paese che dal 2015 è guidato dal partito cattolico-conservatore Prawo i Sprawiedliwość.

«Il mondo della destra politica polacca è una nebulosa davvero complicata, in cui si mischiano definizioni, portali, proclami, ecc. e in cui è forse difficile identificare chi è chi. A ogni modo, è possibile sintetizzare gli schieramenti attuali attraverso quattro blocchi e raggruppamenti che sono anche abbastanza semplici e a loro modo ovvi.

 

Ultra-conservatori e cristiano-conservatori

In Italia avete Fratelli d’Italia, qua abbiamo Prawo i Sprawiedliwość (Pis) che è un partito molto simile, fatta eccezione per il diverso peso politico attuale. Cercano di presentarsi come una via di mezzo fra forza anti-establishment e partito di governo, posizionandosi molto ben dentro le istituzioni europee e beneficiando anche di fondi europei. Se si dovesse chiedere al loro leader Kaczyński, risponderebbe: «Meno coinvolgimento nelle politiche identitarie propugnate dall’Ue, ma sì un esercito europeo e ad altre forme di collaborazione e unione fra gli stati membri». Ma ancora, sono come delle piovre: tentano anche di compiacere il più possibile gli Stati Uniti, lasciando loro intendere che possono stabilire loro basi in Polonia e il tutto secondo una visione strategica basata sulla previsione (totalmente fuori dalla realtà) per cui la Germania (il leader europeo, cioè) starebbe per collassare a causa dell’immigrazione e a causa di politiche progressiste. Quindi esprimono almeno 3-4 posizione contraddittorie allo stesso tempo.

C’è inoltre una corrente interna al Pis che è chiamata United Right Wing (non viene quasi mai usato questo nome nel discorso pubblico, ma tecnicamente si tratta di un gruppo parte del Pis). La loro posizione è complicata dal fatto che uno dei loro leader viene da un’altra area politica e da lui ereditano una posizione di ultra-liberismo nel mercato, che va in contraddizione con l’assetto generale del PiS ma, a ogni modo, sono ultra-conservatori in materia di costruzione identitaria.

Poi c’è Solidarna Polska, che è alla destra del blocco governativo. Molto religiosi e ultra-conservatori al limite del nazionalismo. Si tratta di una corrente che è nei fatti dentro all’alleanza di governo ma che ha anche intensi contatti con il blocco di Konfederacja, che sta invece più a destra. In qualche modo funge da “cancello d’entrata” per i politici di destra estrema che vogliono entrare a far parte dell’establishment senza dover “perdere la propria verginità” con il Pis ma accoppiandosi a qualcuno di più piccolo, meno visibile e un filo più rispondente alle loro convinzioni.

Altri due gruppi di questo campo sono Europa Christi e Prawica Rzeczypospolitej.

Europa Christi è legato alla figura di Tadeusz Rydzyk, che è un sacerdote-oligarca a capo di una televisione, una radio e un’università. Un personaggio dunque molto influente, che riesce a spostare una quota di elettorato corrispondente più o meno a un 7% dei votanti. Rydzyk è molto intelligente: siccome non vuole appoggiarsi solo a Kaczyński, si è creato il suo piccolo partito, mettendogli a capo una persona fidata ma senza promuoverlo più di tanto. In pratica, se lo sta tenendo come “forza politica di riserva”: se dovessero affievolirsi i rapporti fra lui e il leader del Pis, ecco che inizierebbe a promuoverlo di più. È un “partito-gremlin” che per il momento viene tenuto fuori dall’acqua.

Prawica Rzeczypospolitej si trova più o meno nella stessa situazione. Orbita attorno al Pis ed è fortemente legato alla Chiesa. È composto da ultra-cattolici fondamentalisti, ma non così di estrema destra al punto da sostenere che è necessario abbattere la democrazia per instaurare uno stato autoritario.

 

 

Nazional-capitalisti (Konfederacja)

Si tratta di un blocco che unisce vari gruppi afferenti a due correnti principali che in origine erano separate e che definirei “paleo-conservatori nazionalisti” e “paleo-conservatori neoliberisti” o “pro-libero mercato”. Konfederacja è un partito-ombrello, in cui convivono veramente una miriade di sotto-entità, alcune non si capisce se ancora esistenti o meno, che fanno riferimento a una miriade di leader o figure carismatiche.

Alcune di queste sigle sono composte da paleo-conservatori, cioè degli ultraconservatori per come potevano esserlo i repubblicani negli anni ‘60 e ‘70 negli Stati Uniti, ma in ogni caso molto favorevoli al libero mercato: direi che le loro posizioni combaciano in tutto e per tutto con quelle di Bolsonaro.

Ci sono pure dei monarchici, che sostengono si debba tornare una forma statale più originaria, ma direi che non sono neanche del tutto convinti di quello che dicono. In qualche modo, anche loro presentano affinità con il contesto sudamericano, per cui Chiesa e Stato sono due entità non separate ma intrecciate fra loro. Sono ultra-conservatori tradizionalisti in senso morale ma liberisti in campo economico. L’educazione, il ruolo della donna, la famiglia devono ovviamente essere intesi nel senso più tradizionalista possibile. Dicono che vogliono un re in Polonia, ma in pratica desiderano una dittatura in stile Pinochet o Franco. La democrazia, per loro, è un regime totalitario negativo che uccide tutti i valori cristiani e il mondo è governato da una mafia giudaico-omosessuale con in testa Soros.

Poi ci sono due distinti tipi di nazionalisti: nazionali-capitalisti e nazional-socialisti. Diciamo che, rispetto agli altri gruppi sono più concentrati sull’aspetto della patria e della nazione piuttosto che su quello religioso. Fantasticano di riacquisire terre che un tempo erano polacche (Vilnius o Lviv) e, ovviamente, vogliono limitare i diritti delle donne e fare in modo che tutti vivano in una società ultra-patriarcale imposta per legge o attraverso il mercato. Quindi i paleo-conservatori e i nazionalisti giungono sostanzialmente alle stesse conclusioni sebbene per strade leggermente diverse. Inoltre, si sentono molto in sintonia con la politica putiniana e pensano di incarnare la vera identità europea.

Ora, nella pratica si verificano molti passaggi di esponenti politici dal blocco di Konfederacja a quello a guida Pis. Soprattutto quest’ultimo cerca di “rubare” leader e politici per farli entrare nella propria area politica.

Ma, a parte questo, c’è una contrapposizione di fondo che al momento divide il blocco di Konfederacja da quello dei cristiano-conservatori. Tecnicamente, è qualcosa di simile al conflitto fra comunisti e socialdemocratici negli anni ’60 e ’70, nel senso che il gruppo del Pis viene accusato di essere eccessivamente “riformista” e dunque di impedire nei fatti la “rivoluzione conservatrice” che vagheggiano i membri del blocco nazionalista.

È per questo che il partito di Kaczyński non è generalmente molto amato dall’estrema destra: perché, dal loro punto di vista, il Pis è in realtà un’entità moderata che utilizza la retorica della destra estrema per ottenere consensi, senza però fare nulla di concreto per attuare politiche più radicali.

In conclusione, secondo me il Pis è un soggetto politico che definirei come composto da cristiano-democratici ubriachi con qualche elemento simile ai Tories inglesi, mentre Konfederacja ha le stesse visioni di fondo ma è costantemente sotto effetto di un letale mix di alcol e anfetamine.

 

 

Fascisti e nazisti

Dopodiché c’è tutta un’area esplicitamente fascista e nazista, al momento attuale abbastanza divisa al suo interno. Ci sono tre maggiori correnti del fascismo polacco: Terza Posizione, Neo-paganesimo e i fascisti “più puri”.

I neo-pagani sono un po’ come la nouvelle droite, nel senso che pensano di poter re-inquadrare il discorso politico in una nuova prospettiva e diciamo che in una certa misura ci stanno riuscendo, ma, d’altra parte, per farlo utilizzano principalmente un mito nazionale (quello della lotta armata anti-comunista degli anni ’40) che sta veramente perdendo qualsiasi fascino. Si tratta di soggetti che, dal momento in cui la Chiesa Cattolica ha perso un po’ di credibilità, re-indirizzano la propria esigenza di spiritualità verso forme più di stampo neo-pagano o new age. Paragonerei questa piccola esplosione di correnti new-age al diffondersi negli anni ‘20 e ‘30 in Germania di ideologie come l’ariosofia o la teosofia. È una cultura che si sostiene attraverso canali tv-on line, festival, meeting… è tutto mischiato in un unico calderone: origini pagane, rettiliani, complotto giudaico. Un vero e proprio mix sincretico, che in qualche modo ha anche un piccolissimo potenziale emancipatorio nel momento in cui dice di abbracciare la propria femminilità, ecc., ma che alla fine è ancora più consolatorio e semplicistico della stessa religione cattolica a cui funge da alternativa. È un fenomeno presente anche in Russia, dove però avviene su scala ancora più vasta e che, proprio come in Russia, fa ampio uso di miti e simboli pre-slavici per marcare la propria differenza dall’Occidente. La loro strategia è quella di contaminare la cultura pop con questi elementi e dunque di inserirsi subdolamente nel dibattito pubblico, ben sapendo di non poter ambire ad alcuna rappresentanza politica.

Poi c’è Terza Posizione, che però si sta indebolendo molto. Erano più popolari negli anni ‘90 perché sfruttavano l’ondata di popolarità di cui godeva l’estrema destra all’epoca. Tuttavia, le loro idee politiche di base, che sono il corporativismo e il distributivismo, sono veramente poco chiare e intellegibili a un livello mainstream. Durante le manifestazioni mostrano striscioni con scritto: «Il capitalismo è socialismo»! Come fanno a spiegarlo alla gente? Certo, dal loro punto di vista, si tratta di due modi equivalenti di concentrazione della proprietà e dei mezzi di produzione e loro credono nel distributivismo… ma è un tantino contorto, no? Il loro leader è una figura più egocentrica che carismatica. A ogni modo, sono abbastanza influenti nel panorama politico polacco, visto che dirigono la rivista attiva da 25 anni su cui viene tradotto e diffuso tutto il pensiero di destra: da Mussolini a Gentile, fino agli ideologi del nazismo e ai collaboratori di Hitler. Direi che è stata una realtà fondamentale per lo sviluppo di diversi movimenti fascisti e di ultradestra qui in Polonia.

Il rapporto fra questi gruppi è in evoluzione. Fino a poco tempo fa, i soggetti che facevano riferimento a Terza Posizione o comunque i gruppi di stampo fascista con posizioni più radicali erano molto attivi a Wroclaw, dove organizzavano una marcia che riusciva a portare per le strade anche 10.000 persone. Nulla a che vedere con la marcia dell’11 novembre di Varsavia, organizzata dall’area che gravita dentro e attorno a Konfederacja in collaborazione con il gruppo internazionale ultra-conservatore di Ordo Iuris, che riesce a mobilitare sulle 50.000-60.000 persone.

C’è sempre stata tensione fra queste due “fazioni”, tanto che le componenti maggiormente nazional-socialiste attive a Varsavia partecipavano alla marcia di Wroclaw, con la quale sentivano maggiore affinità. Ora, è capitato invece che uno dei principali sotto-gruppi dei fascisti nazional-socialisti attivi a Wroclaw si sia indebolito ed è stato parzialmente cooptato da Jacek Międlar, ex-prete ora sospeso dal dicastero che è anche un leader dell’estrema destra e che organizza una seconda marcia fascista nella capitale della Slesia. Molti dei fascisti polacchi sono anti-clericali o comunque non sopportavano di essere guidati da un prete e si sono così uniti alla Marcia di Varsavia, portando nel corteo il proprio “programma” di rivendicazioni e la propria simbologia. Si tratta delle nuove generazioni di fascisti, sovranisti, più aggressivi e razzisti delle generazioni precedenti e con una retorica si stampo maggiormente militarista. Ma si ritrovano ora anche senza un vero leader e più divisi che alcuni anni fa in gruppetti e sotto-gruppetti. A ogni modo, l’elemento interessante è che stanno letteralmente copiando molta simbologia ed estetica dal mondo anarchico, a partire da pratiche come lo squatting fino al nero come colore preponderante nel vestiario, oppure anche nello stile della musica. Hanno dunque una componente più ribellistica, in un certo senso più vicina al fascismo rivoluzionario dei primi tempi. Sono fautori di un separatismo etnico, che si esprime in una serie di slogan molto ambigui e violenti: “Intifada Polacca” oppure “Pensiero pulito, sangue pulito” (con un ambiguità fra il richiamo all’ideologia straight edge e il richiamo alla purezza etnica), ecc. Nel momento in cui si sono trasferiti dalla marcia di Wroclaw a quella di Varsavia, hanno creato un blocco all’interno degli altri manifestanti guadagnandone in visibilità.

È difficile prevedere come si evolveranno le relazioni fra tutti questi gruppi e sotto-gruppi. Certo un ruolo fondamentale lo giocherà l’eventuale crisi economica cui la Polonia sta andando incontro: è probabile che, se la tale crisi sarà particolarmente acuta e se andrà a colpire certi strati della popolazione, il blocco di Konfederacja potrebbe guadagnare consensi rispetto al Pis diventando la principale forza politica di destra del paese. A ogni modo, il compito di noi antifascisti rimane sempre il medesimo: studiare queste realtà, riconoscere l’assurdità delle loro posizioni e combatterle sul campo».

(gli schemi presenti nel testo sono realizzati da Przemysław Witkowski)