ITALIA

«Il governo si assuma le sue responsabilità». Sciopero e presidio dei precari e delle precarie di Anpal Servizi

Stamattina il presidio dei lavoratori e delle lavoratrici della società in house, che attendono da molto tempo la propria stabilizzazione. «L’attuale dirigenza, presieduta da Mimmo Parisi, è un grosso ostacolo alla sicurezza economica e lavorativa di tutti i dipendenti e tutte le dipendenti»

«Se non ora, quando?». È la domanda che il presidio di stamattina presso il Ministero del Lavoro, organizzato dal sindacato indipendente Clap (Camere del Lavoro Autonomo e Precario) assieme ai dipendenti di Anpal Servizi, ha rivolto polemicamente ai dirigenti dell’azienda responsabile delle politiche attive sul lavoro. Lavoratrici e lavoratori, precari e precarie provenienti non solo dalla capitale ma anche da altre regioni, hanno messo sotto accusa il presidente e amministratore unico Domenico (Mimmo) Parisi, mentre una rappresentanza sindacale è stata accolta dalla Ministra Catalfo.

«La nostra è una richiesta molto semplice – viene affermato al microfono durante il presidio – Serve una stabilizzazione immediata di tutti i precari e tutte le precarie. Parisi si sta rivelando totalmente incapace e deve dimettersi». Nonostante l’approvazione della legge 128/2019 che sanciva già un anno fa la necessità di risolvere la questione, ci sono ancora circa 520 dipendenti della società in house in attesa di ricevere garanzie contrattuali e lavorative.

 

Rappresentante di Clap:

 

 

Settimana scorsa, inoltre, a questo proposito si è svolto un dibattito parlamentare sollecitato dall’interpellanza urgente di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Stefano Fassina, Guglielmo Epifani e Federico Fornaro (Liberi e Uguali), mentre il sindacato Clap ha intrapreso un procedimento giudiziario per essere riconosciuto come interlocutore legittimo da parte di Anpal Servizi.

 

«Siamo di fronte a uno stallo totale – proseguono dal presidio – Viene da chiedersi come sia possibile che né la dirigenza della società né il governo riescano o rimuovere dei blocchi presenti ormai da tempo».

 

Ci sono infatti tutta una serie di difficoltà che rendono la vicenda di Anpal Servizi praticamente paradossale. Non solo si assiste al fatto che siano operatori precari e operatrici precarie a dover ricollocare dei disoccupati, ma la società in house che dovrebbe occuparsi di politiche attive del lavoro fatica in questo momento a esprimere una qualsivoglia proposta concreta. «Eppure, la congiuntura di crisi sanitaria, economica e sociale in cui ci troviamo – ricordano dal presidio – richiederebbe la massima attenzione questo punto. Ma come possono darsi delle politiche attive del lavoro senza la stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici che devono occuparsi di queste politiche?».

In questo senso, uno degli ostacoli principali è dato – come ricordano sempre lavoratori e lavoratrici presenti presso la sede del Ministero del Lavoro – dalla «scarsa democrazia sindacale». Il 13 febbraio di quest’anno, infatti, i confederali hanno firmato un accordo con la società, nonostante non costituiscano le sigle maggiormente rappresentative in termini numerici. Qualcosa di simile a quanto accade nell’ambito delle consegne a domicilio, per cui le piattaforme che impiegano i rider si scelgono da sole la propria controparte sindacale, “strappando” per sé le condizioni più vantaggiose. E, infatti, il presidio di stamattina si è posto in stretta connessione con la situazione e la lotta di tanti altri precari, sia attraverso le dichiarazioni dal microfono sia attraverso la concreta presenza di una delegazione di lavoratori e lavoratrici autorganizzati dello spettacolo.

«La nostra è una sola e medesima battaglia – viene affermato al microfono – ed è la battaglia per scardinare il meccanismo della precarietà. È a maggior ragione in un momento di emergenza sanitaria come questo che abbiamo bisogno di un reddito sicuro e garantito». Al contrario, ciò che intende mettere in campo nei prossimi mesi Anpal Servizi è una sorta di concorso interno, una selezione del personale invece della sua stabilizzazione. In pratica, precari e precarie oltre a lavorare in un regime di incertezza sarebbero anche costretti a studiare per superare delle prove. «Una presa per il culo», la bollano senza mezzi termini dal presidio.

 

Rappresentante di Clap:

 

Verso il termine della mattinata di mobilitazione, i due delegati di Clap escono dall’incontro con la ministra Catalfo: «È stata ribadita la volontà di arrivare a una soluzione nel più breve tempo possibile – riferiscono ai lavoratori e alle lavoratrici presenti – Ma siamo perfettamente consapevoli che sul tavolo non c’è ancora niente di concreto». Finché la compagine governativa non si assumerà la responsabilità di rimuovere la dirigenza di Anpal Servizi e di attivare politiche del lavoro decise e strutturali, sarà difficile intraprendere grandi passi in avanti. Nel frattempo, però, la linea del sindacato, dei precari e delle precarie è chiara: «Qualsiasi cosa dovesse succedere, noi non molleremo».