ROMA

Giù le mani dalla Valle: mobilitazione a Ponte Galeria

Nell’area capitolina in cui sorgeva la nota discarica di Malagrotta si è formato un comitato di giovani attiviste e attiviste, che chiede una maggiore attenzione alle problematiche ambientali e alle politiche di sviluppo urbano

Il vero nome sarebbe Ponte Galeria, ma per tutti è semplicemente la “Valle”. Si tratta di una delle zone che costituiscono l’undicesimo municipio di Roma Capitale, assai nota anche al di fuori dei confini cittadini, del Lazio e, per alcuni, persino dello Stivale. Dal dal 1975, sorge una discarica. Non una qualunque, ma la più grande a livello europeo: sorta su un terreno di quaranta ettari, nel 2013, anno della sua chiusura, arrivava a coprirne duecento in più.

Quella discarica, che tutti conoscono come Malagrotta, è stata infine chiusa nel 2013: l’amministrazione romana, guidata allora dal sindaco Ignazio Marino, e la giunta regionale di Nicola Zingaretti se ne attribuirono il merito. In realtà la discarica era semplicemente esaurita: ovvero non poteva più, materialmente, accogliere altri rifiuti.

 

Non solo: dal 2016 è in progetto una nuova discarica. Anzi due, entrambe a qualche centinaia di metri dalla vecchia Malagrotta, in via Monte Carnevale, a cavallo tra undicesimo e dodicesimo municipio.

 

La prima, destinata ad accogliere inerti e amianto, è già in fase di costruzione, e dovrebbe essere pronta nei primi mesi del 2021. La seconda invece ha incontrato la resistenza di vari soggetti, tra cui gli uffici tecnici del comune di Roma e persino del Ministero della difesa che, lì vicino, ha uno strategico e delicato Comando Interforze. Ma, soprattutto, ha incontrato la decisa opposizione degli abitanti di zona, che hanno dato vita al Comitato Giovani della Valle Galeria.

 

 

Gli attivisti e attiviste,  adolescenti residenti in zona, si sono formati frequentando le riunioni di quartiere sin dalla più tenera età per poi mobilitarsi inizialmente sul web, anche per colpa dell’emergenza pandemica che ha costretto tutti a ridurre uscite e incontri. La loro iniziativa nasce comunque sulla scorta di una lunga tradizione di comitati di quartiere che hanno operato nella zona e rappresenta anche una sorta di “passaggio di testimone”.

 

Soltanto recentemente, però, il Comitato ha iniziato a farsi notare: partecipando a manifestazioni collettive e organizzandone di proprie.

 

Come quella che lunedì 30 novembre si è tenuta in Piazza del Campidoglio: «Meno parole, più fatti (pure se semo quattro gatti)», «Basta discariche nella valle, ci avete rotto le …», recitavano i cartelli dei partecipanti al presidio. «Abbiamo scelto un luogo simbolico, anche per far capire a tutti i romani che la nostra vicenda li riguarda», ci dice Ambra, tra le fondatrici del Comitato.

«Il nostro comitato è nato praticamente a settembre», racconta ancora Ambra: «I primi passi però li abbiamo mossi quest’estate. Con un amico mi sono recata sul luogo prescelto per la costruzione della nuova discarica degli inerti a Malagrotta. Lì abbiamo visto quanto fossero andati avanti i lavori, nonostante la pandemia. Abbiamo così deciso di provare a far qualcosa, di coinvolgere altri ragazzi».

 

Quella di lunedì è stata la prima di una serie di azioni con cui i Giovani della Valle Galeria intendono ribadire il proprio no alla discarica di Malagrotta 2 e spingere le istituzioni alla riqualificazione della zona.

 

«Nonostante le restrizioni necessarie al contenimento della Covid-19, la manifestazione è andata bene: è stata partecipata e ha portato a una piccola apertura. Siamo riusciti a ottenere un incontro con Franco Giampaoletti, il direttore generale del comune di Roma».

 

Nella Valle esisteva già una storica associazione, quasi omonima: «Il nostro obiettivo primario è la moratoria perenne su tutti gli impianti in autorizzazione a oggi e in futuro nella Valle Galeria» si legge sul loro sito.

 

«Lottiamo per la stessa cosa, ma proviamo a farlo in modo diverso», spiega Ambra: «Loro si occupano della parte burocratica e più tecnica, noi invece lavoriamo per far parlare il più possibile dell’argomento, utilizzando anche strumenti e linguaggi diversi e nuovi».

 

 

Uno degli obiettivi dichiarati del Comitato Giovani è stato dunque quello di sensibilizzare il più possibile le nuove generazioni alla tematica ambientale. «Innanzitutto abbiamo cercato di riunire i ragazzi della Valle Galeria, anche perché qua è molto complicato trovarsi», continua Ambra: «Non tutti hanno fatto le scuole in zona, io stessa ho frequentato le superiori a Roma».

 

Anche la Valle Galeria in realtà fa parte della Città Metropolitana: rientra infatti nei quartieri dell’undicesimo municipio.

 

«Qua tutti tendiamo a distinguere tra Roma e la Valle, come se fossero due entità differenti», precisa Ambra: «Emerge anche dal nostro linguaggio che fatichiamo a considerarci parte integrante della città, anche perché spesso sono le istituzioni a considerarci di serie B».

Una sensazione di lontananza e separazione probabilmente aumentata durante questa lunga stagione pandemica. Ma il virus non ha creato troppe difficoltà al Comitato Giovani. «I social sono stati la nostra piazza, il nostro punto d’incontro sin dall’inizio», conferma Ambra. Alla prima occasione utile, però, i ragazzi della Valle si sono incontrati con le altre associazioni ambientaliste e studentesche: anche loro, infatti, hanno occupato la romana Piazza del Popolo durante lo sciopero per il clima dell’undici ottobre.

«Quella manifestazione è stata molto importante per incontrare altre realtà come la nostra: con gli esponenti di Fridays for Future ci troviamo molto in sintonia e c’è anche l’idea di ampliare il discorso sui rifiuti e renderlo non solo locale, ma nazionale».

 

D’altronde la prima discarica di Malagrotta era addirittura la più grande d’Europa.

 

«Non è solo una lotta locale, ma d’interesse europeo: riguardo la vecchia discarica di Malagrotta, di cui paghiamo ancora le conseguenze, è intervenuta anche la Corte di giustizia europea», ribadisce Ambra.

La Commissione europea per l’ambiente, nel 2013, aveva infatti denunciato l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione in quanto parte dei rifiuti scaricati nella discarica non avrebbe subito il trattamento meccanico biologico: nel 2016 la Ue ha però archiviato l’infrazione. Nel frattempo sono iniziati i lavori per la nuova discarica.

«Neanche un chilometro separa i due siti», protesta Ambra: «Bisogna ricordare che stiamo parlando di una realtà che è già stata deturpata dalla vecchia discarica, che non è neanche stata bonificata. Farci un’altra opera così terribile va solo a peggiorare la situazione».

 

Già a febbraio avevano fatto molto rumore le proteste: sotto il palazzo della regione, distante solo pochi chilometri, si era ritrovata parte della cittadinanza, insieme a esponenti politici di vario colore.

 

«Questa storia della seconda discarica ha segnato un forte distacco tra istituzioni e la realtà locale», analizza ancora Ambra, che mantiene comunque un atteggiamento più aperto e fiducioso: «Noi quello che facciamo è diffondere informazioni indipendentemente dal colore politico. La nostra è una lotta ambientale e vogliamo cercare di inglobare più realtà possibili».

 

Tutte le immagini dalla pagina Facebook di Comitato Giovani della Valle Galeria