MONDO

GameStop, paura e delirio a Wall Street

L’affaire GameStop è esploso negli ultimi giorni, attirando l’attenzione dei media mainstream sia statunitensi che europei. Si tratta di un evento con caratteri riconducibili alle dinamiche dell’esproprio e della redistribuzione della ricchezza

La crisi pandemica che ci attanaglia ormai da un anno ha contribuito a far esplodere incertezza, difficoltà economiche e paura. Il cambiamento che ci avvolge è veloce e riguarda tutti gli aspetti della nostra vita: il distanziamento fisico ci spinge a una riscoperta della nostra esistenza digitale, che si impone come spazio dove vivere la nostra socialità, la nostra formazione, il nostro lavoro (con la diffusione del telelavoro), ma anche dove scoprire forme di lavoro interamente digitale. Non è dunque un caso che moltə abbiano iniziato una seconda carriera come day traders, ovvero si siano lanciatə nel mondo della finanza come rifugio dalla possibilità di una diminuzione di stipendio o della perdita dell’impiego causati dalla pandemia.

 

Nel variegato mondo del day trading si trova r/wallstreetbets, una comunità nata all’interno del social network Reddit dove utenti si scambiano informazioni, si fomentano a vicenda, discutono sull’andamento delle borse e postano di tanto in tanto i loro guadagni o le loro perdite.

 

La community, come suggerisce il nome stesso, tende a ricreare virtualmente l’ambiente frenetico ed eccentrico della vita finanziaria newyorkese. Gli utenti più ammirati non sono solo quelli che hanno più successo economico, ma quelli che rischiano di più in scommesse apparentemente folli e quelli che perdono fragorosamente in bet azzardate. Il tutto passa tramite una comunicazione fatta di meme, inside jokes e parole d’ordine interne spesso misogine, abiliste e omofobe, che descrivono, a prima vista, una community di anarco-capitalisti in cui la narrativa dell’underdog contro i giganti della finanza la fa da padrone, in cui il guadagno monetario è secondario rispetto al sentimento di rivalsa e alla pornografia della vittoria contro un avversario infinitamente più grande.

IL CASO GAMESTOP

Il nome GameStop per moltə nostrə coetaneə millennials (e un po’ nerd) farà salire un senso di nostalgia ripensando alle file davanti alle loro serrande per comprare un videogioco al day-one. La pandemia, però, non ha soltanto scombussolato le nostre vite individuali, ma è andata a intaccare profondamente la capacità di questa azienda, già messa in crisi dall’esplosione della vendita di videogiochi online, di essere competitiva sul mercato. Con questa premessa molti analisti di borsa hanno previsto il crollo del valore azionario dei titoli di GameStop e conseguentemente alcuni hedge funds multimiliardari (grandi fondi speculativi) tra cui Melvin Capital, Citadel e Point72 hanno effettuato scommesse short in previsione di un’ulteriore diminuzione del valore azionario.

 

Lo short betting è un processo che consiste nel prendere in prestito delle azioni per poi rivenderle sul mercato scommettendo sulla diminuzione del loro valore, comprando in seguito ad un prezzo minore le azioni che si devono restituire e intascando la differenza.

 

Lo short è una pratica rischiosa poiché ha potenziali perdite infinite: l’investitore deve onorare il proprio contratto e restituire le azioni al proprietario e dunque riacquistarle a qualsiasi prezzo si vendano in quel momento. Differisce in ciò dalla più comune scommessa in long (ovvero comprare azioni, o opzioni, nella speranza che aumentino di valore e quindi rivenderle per un profitto), in cui il rischio di perdita è limitato all’investimento iniziale.

Rispetto alla situazione di GameStop alcuni utenti leggendari di r/wallstreetbets avevano previsto un errore clamoroso nell’operato dei fondi speculativi, asserendo che i fondi avessero fatto una valutazione erronea sull’andamento dell’azienda, che la stessa avesse ancora la possibilità di riprendersi e che il valore azionario era comunque troppo basso anche per una società in quella situazione. Approfittando dunque del basso costo delle azioni hanno effettuato la scommessa opposta, ovvero long, comprando azioni di GameStop prevedendo che il titolo sarebbe risalito con l’allentarsi della stretta pandemica, e spronando il resto della comunità a fare lo stesso.

 

 

I membri della community, sempre facendo riferimento alla narrativa che li vede come dei Davide contro i Golia della finanza hanno seguito le orme degli utenti più autorevoli, approfittando anche del fatto che, come abbiamo detto, gli investimenti long hanno la prerogativa di non poter perdere più soldi di quanto inizialmente investito, e sono quindi meno rischiosi degli short.

 

Da qui l’effetto domino che, cavalcando un’irrefrenabile onda sui social media, ha portato centinaia di migliaia di utenti ad iscriversi a piattaforme di trading online (la preferita dagli statunitensi, non a caso, si chiama Robin Hood) per comprare la maggior parte delle azioni del colosso dei videogiochi in circolazione sul mercato.

 

Il prezzo dei titoli di GameStop è cresciuto vertiginosamente passando dai circa $18 agli inizi di gennaio ai $329 attuali, toccando anche picchi di $481, a causa di due fattori complementari. Da un lato il rifiuto da parte della community di r/wallstreetbets di chiudere le proprie posizioni (cioè di vendere i titoli acquistati) intascando un enorme profitto, nella speranza che il prezzo salga ancora. Dall’altro gli hedge funds si sono trovati a dover onorare i propri contratti, comprando le poche e costose azioni in circolazione per restituirle ai proprietari originali. Una situazione chiamata in gergo short squeeze.

Nel giro di una settimana si stima che i grandi hedge funds abbiano perso un totale combinato che supera i venti miliardi di dollari per chiudere le loro posizioni short sulle azioni GameStop, costringendo i grandi gruppi a fare pressione su Robin Hood e altre piattaforme di brokeraggio per impedire l’acquisto di ulteriori titoli da parte dei piccoli investitori, creando così una piccola sommossa tra gli utenti di r/wallstreetbets e un’immediata class action contro la piattaforma di trading.

 

 

LA VENDETTA DEI MILLENIALS E L’ESPROPRIO

In una vicenda tuttora in pieno svolgimento come quella che abbiamo descritto risulta peculiare l’evoluzione del comportamento della community. Se nelle prime fasi di questa operazione a motivare gli investimenti erano principalmente le razionali prospettive di profitto, in seguito al tentativo di manipolazione sulle piattaforme di trading da parte degli hedge funds ha iniziato ad assumere sempre maggiore centralità la narrativa della sfida agli squali della finanza, anche a costo di perdere denaro. Su Reddit si stanno infatti moltiplicando post e meme che invitano a non vendere i propri titoli (a non essere cioè paper hands, mani di carta), passando quindi all’incasso, ma a mantenerli a oltranza (dimostrando così di essere diamond hands, mani di diamante), con il fine di spingere sempre più in alto il valore delle azioni di GameStop, facendo così in modo che le perdite degli hedge funds aumentino esponenzialmente, fino a portarli alla bancarotta.

 

Parallelamente stanno spuntando come funghi thread con migliaia di commenti in cui gli utenti raccontano in che modo l’esperienza della crisi del 2008 ha segnato la loro vita e quella della propria famiglia.

 

Emerge e si esplicita, in tal modo, una latente volontà di vendetta nei confronti degli stessi soggetti che per anni hanno generato profitti miliardari attraverso pratiche predatorie, come lo short, scommettendo sulla rovina di aziende, piccolə investitorə e lavoratorə e che sono stati responsabili di crisi finanziarie di portata globale senza mai pagarne le conseguenze.

L’affaire GameStop è esploso negli ultimi giorni, attirando l’attenzione dei media mainstream (statunitensi ed europei). La narrazione della vicenda è stata di due tipi. Alcuni si sono schierati con gli hedge funds, dando voce ai piagnistei degli speculatori in crisi che si lamentano per la manipolazione del mercato operata dalle orde di piccoli investitori. Altri propinano una storia di stampo hollywoodiano in cui un gruppo di eroi affrontano una deriva contorta del capitalismo combattendolo con i mezzi messi a disposizione dal capitale stesso, aprendo in tal modo lo spazio per una riforma che ne corregga i difetti morali ed etici. Ci sembra che anche questa seconda narrazione, che potrebbe sembrare più condivisibile, non sia accettabile.

Da una parte pensiamo che il castello di carte finanziario su cui si basano le economie mondiali non vada riformato, ma abolito, come d’altronde il sistema capitalista stesso. D’altra parte ci sembra che operazioni come quelle di r/wallstreetbets, più che puntare a una riforma o a un’impossibile democratizzazione dei mercati, mostrino dei caratteri paragonabili a quelli dell’esproprio e della redistribuzione della ricchezza. In questa direzione vanno i numerosi post presenti su Reddit in cui gli utenti affermano che con i profitti della speculazione pagheranno i propri debiti studenteschi o il mutuo, faranno donazioni a ospedali, aiuteranno lavoratorə licenziatə ecc. Ci chiediamo se (e come) sia possibile replicare questo tipo di pratiche, accentuandone gli aspetti redistributivi già parzialmente presenti. È una domanda che lasciamo aperta.

 

Immagine di copertina di Brian Clayton da Flickr