ITALIA

Emergenza climatica, verso un autunno di mobilitazioni

Il movimento Fridays For Future rilancia la mobilitazione verso l’autunno con un appello al mondo dei lavoratori, “Le due lotte, quella per un pianeta vivibile e quella per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, sono intimamente connesse”

In questo giugno torrido per l’Europa, iniziano i preparativi verso l’autunno di mobilitazioni per il clima, che avranno il loro culmine durante la conferenza ONU sulla questione climatica, la COP. Anche quest’anno la conferenza si svolgerà a fine novembre e sarà ospitata dal Cile.

Il movimento di Fridays For Future, lanciato dalla attivista svedese Greta Thunberg che presto ha avuto una diffusione planetaria, sta promuovendo una settimana di mobilitazioni dal 20 al 27 di settembre.

In particolar modo, l’aspetto più innovativo è l’invito esplicito per far sì che lo sciopero globale di venerdì 27 settembre si estenda anche a tutte le categorie di lavoratori.

Nel loro comunicato, Fridays For Future Italia scrive «Lavoratrici e lavoratori: per noi siete interlocutori ineludibili. Ciò che rischia di pregiudicare il futuro nostro, dei vostri figli e dei vostri nipoti, è un’emergenza planetaria che innanzitutto pregiudica il vostro presente. In questi mesi abbiamo conosciuto la lotta di lavoratrici e lavoratori dell’industria pesante, dell’estrazione dei combustibili fossili, del petrolchimico, dell’edilizia e dell’industria agroalimentare e di tutti lavoratori delle attività più dannose per l’ecosistema e per la salute della popolazione. Sappiamo che sono loro, già ora, le prime vittime di questo sistema, poiché c’è una interconnessione strutturale tra il sistema che estrae forsennatamente le risorse del pianeta, ignorando i limiti imposti dalla natura, e il sistema iniquo in cui ad essere estratte sono le risorse umane dei lavorator*. Insieme stanno portando al collasso del nostro ecosistema e della nostra società.

Siamo certi che i sindacati che vi rappresentano e vi tutelano, i sindacati che già conoscono e in alcune occasioni hanno abbracciato le istanze e le rivendicazioni di Fridays For Future, vorranno farsi parte attiva per tutelarvi in questa vostra decisione, e non si risparmieranno in sforzi per avviare già oggi il cambiamento di paradigma necessario. Le due lotte, quella per un pianeta vivibile e quella per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, sono intimamente connesse, anzi: inscindibili. La necessaria conversione a un sistema ecologicamente sostenibile deve andare di pari passo con la tutela dei diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione.»

L’invito è molto interessante perché apre una contraddizione evidente all’interno tanto del mondo sindacale quanto in quello vicino al PD. Infatti entrambi questi ambiti hanno cercato in modo alquanto spudorato e ipocrita di avvicinarsi o perfino di addomesticare il movimento giovanile, dimostrando supporto e, grazie a questo, cercando di seppellire le proprie contraddizioni interne.

Il PD ha una politica energetica e ambientale pessima e totalmente inadeguata, come ci hanno dimostrato le scelte dei governi Gentiloni e Renzi e le proposte fatte in campagna elettorale per le europee da Zingaretti. I sindacati confederali mantengono delle posizioni estremamente ambigue quando non esplicitamente a favore dell’industria legata ai combustibili fossili, come ha dimostrato la manifestazione di febbraio scorso in cui i confederali hanno marciato fianco a fianco con la confindustria delle fonti fossili, giustificando poi la scelta per le finalità occupazionali.

Inoltre la richiesta fatta da Fridays for Future di aderire allo sciopero tocca un taboo per il mondo sindacale. Anche lasciando perdere le altre sigle, la CGIL si è sempre dimostrata indisponibile a sostenere scioperi “non tradizionali”, siano essi scioperi sociali (come al tempo della battaglia contro il Jobs Act) o quelli di genere sostenuti e promossi ogni 8 marzo dal movimento Non Una di Meno.

Sarà quindi curioso vedere quale risposta verrà data ai giovani di FFF dal mondo sindacale e sarà interessante capire se la scelta della pratica dello sciopero potrà permettere anche a categorie di lavoratori di aderire, compiendo così il passo necessario di allargare il movimento oltre la propria componente giovanile.

Infine la scelta dello sciopero globale permette di tracciare in modo inequivocabile la strada radicale di rifiuto del sistema capitalistico di produzione di merci ed energia. È una strada già scritta nei documenti di FFF e il movimento deve percorrerla concretamente per incidere e per ottenere quel “cambio di sistema” che tutti gli scienziati riconoscono oggi indispensabile per salvare il pianeta dalla catastrofe climatica. Ci rimangono 11 anni di tempo per farlo.

 

Foto di copertina di Gaia di Gioacchino