ROMA

“Dietro lo schermo del cinema America c’è la mia casa”

Dopo Ri_Pubblica continua l’occupazione del Cinema America. Il comunicato di appoggio all’occupazione.

“Dietro lo schermo del cinema America c’è la mia casa»: inizia così il suo intervento in assemblea una residente del rione Trastevere, rappresentando in una frase la voglia di partecipazione che la nuova occupazione ha saputo innescare tra gli abitanti della zona. È forse il risultato più bello che le tre giornate di Ri_Pubblica hanno contribuito ad ottenere e che le realtà che hanno partecipato a quelle giornate sperano di ripetere altrove e, chissà, forse non solo a Roma: una sorta di “marchio” che potrebbe essere utilizzato per moltiplicare gli spazi e i tempi di una discussione costituente che, partendo dall’attraversarsi e dal riconoscersi delle lotte sociali e ambientali, serva da telaio per una rete sempre più fitta di interconnessioni tra realtà di movimento, cittadini e temi per la costruzione di un nuovo modello di gestione pubblica, partecipata dal basso. “Semi” di Ri_Pubblica … ma non è di questo che vogliamo parlare; passata Ri_Pubblica, in attesa di un gradito ritorno, rimane il Cinema America Occupato.

Progettato dall’architetto Angelo Di Castro e costruito tra 1955 e il 1956 nel rispetto dello stile architettonico circostante, il Cinema America nasce sulle rovine del vecchio Teatro Lamarmora. Sarà lo stile architettonico, sarà che un cinema è sempre qualcosa di romantico, sarà la grande insegna che ne scandisce maestosamente il nome in un tripudio di neon ormai spenti, a vederlo così, nel suo abbandono, mesta testimonianza di un’epoca che fu, in cui giusto peso veniva ancora attribuito a cultura e socialità, il Cinema America ricordava un po’ il Nuovo cinema Paradiso, quello di Tornatore. Si capisce quanto vera fosse quella favola, quanto essa sia racconto di tanti spazi. Vengono in mente le scene finali del film, in cui i protagonisti assistono con gli occhi umidi all’abbattimento del cinema, come ad una commemorazione funebre, ognuno ricordando i momenti che lo legano ad un posto caro. È bello immaginare invece che, in questo caso, quelle mura ancora in piedi siano fatte di tanti ricordi e di storie messe in salvo.

Abbiamo già detto che se i cittadini strappano alla speculazione privata un edificio destinato a svolgere una funzione sociale allora si può parlare di “riappropriazione” più che di occupazione. Una riappropriazione collettiva di qualcosa che è di tutti e che, per questo, non è proprietà di nessuno. Aggiungiamo che il Cinema America Occupato è un esperimento di declinazione concreta delle idee di democrazia partecipata. All’interno si susseguono le assemblee, tendenti ad un allargamento sempre maggiore, in cui si discutono iniziative, proposte, percorsi. Partecipano i residenti, il collettivo Giovani al Centro, il Coordinamento romano acqua pubblica e altre realtà. L’obbiettivo è che il Cinema America non sia solo lo spazio in cui fruire quanto messo in piedi da altri ma quello in cui costruire, partecipare e inchiestare dal basso il territorio. La sala è già un punto di passaggio per le mobilitazioni studentesche, ci si riuniscono i collettivi del Virgilio e del Colonna. Nella stessa ottica si spera di poter offrire spazio alle varie assemblee territoriali. Per adesso il martedì e il giovedì pomeriggio vengono proiettati film per bambini seguiti, in serata, da rassegne cinematografiche. Tra i progetti a lungo termine su cui si discute, una sala studio e una biblioteca, per la quale si sta organizzando una serata a “libera sottoscrizione di un libro”. Per raccontare la storia del cinema e i tentativi di speculazione edilizia domenica ci sarà un punto intervista per la raccolta di informazioni. Venerdì, ore 19:00, la proiezione de “In nome del popolo sovrano”. Sempre domenica, ore 11:00, iniziano i “lavori partecipati” di ritinteggiatura e pulizia.

Dopo Ri_Pubblica, il Cinema America ri-apre al pubblico e il quartiere ri-scopre momenti e luoghi di socialità. Auguri Cinema America!

APPELLO PER IL CINEMA AMERICA

Pubblichiamo un appello di appoggio e solidarietà all’occupazione permanente del Cinema America di Trastevere, lanciata dall’Assemblea Giovani al Centro e dai residenti del rione domenica 18 novembre, durante l’assemblea conclusiva di Ri_Pubblica.

Il Cinema America è stato per anni lasciato all’incuria di una gestione privata il cui unico interesse è stato quello di far approvare un progetto di abbattimento per costruire una palazzina fatta di appartamenti e parcheggi interrati. Con anni di mobilitazione gli abitanti di Trastevere hanno ottenuto la bocciatura di un primo progetto che prevedeva 36 mini-appartamenti. Ma la minaccia di abbattimento non è scomparsa: è stato presentato un nuovo progetto, al momento bloccato, che prevede di fare 20 abitazioni e due piani di parcheggio.

L’occupazione di domenica ha lanciato una settimana di “work in progress”, fatta di assemblee e incontri pubblici, destinati a organizzare una programmazione a lungo termine che risponda alle esigenze culturali, sociali e politiche degli abitanti del rione XIII e degli studenti di zona. Il Cinema America diventerà un polo multifunzionale, un laboratorio di esperienze di attivazione culturale, politica e sociale per studenti, residenti e chiunque vorrà partecipare al progetto.

In vista di questi obiettivi, contro la minaccia di abbattimento della storica sala trasteverina, supportiamo l’occupazione a tempo indeterminato del Cinema America, rilanciando l’assemblea pubblica di domenica 25 novembre alle 19:00.

Con il Cinema America Occupato, contro le speculazioni sulla cultura e sul territorio!

Il nostro racconto di Ri_Pubblica e dell’occupazione del Cinema America