ITALIA

Con la scusa del rave di Modena il governo punisce raduni e proteste

Decreto Piantedosi , l’accanimento del governo verso i rave party. Partecipando a raduni di più di 50 persone si è a rischio carcere, “reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000”

Il governo Meloni ha chiarito fin da subito gli obiettivi politici e simbolici su cui costruire la narrazione dei “primi cento giorni”. Tra i target immediati: l’attacco al reddito di cittadinanza, la chiusura dei porti, l’eterna promessa di legge e ordine per studenti, giovani e “controculture”.

Il free party di Modena, iniziato sabato sera e concluso senza incidenti ieri mattina, è stata la polpetta avvelenata gettata in pasto a media e politici di maggioranza alla ricerca di medagliette della prima ora.

La scena è la stessa degli ultimi anni, la stessa del caso Valentano, agosto 2021 – il rave salito alle cronache per l’allarme mediatico e smentito  sul campo dall’accorta gestione di organizzatori, operatori, enti locali e, addirittura, forze dell’ordine –: una gigantesca struttura abbandonata vicino Modena, migliaia di giovani che la occupano per una festa tekno, i Salvini e i Rampelli che accendono la miccia.

Tra una «la pacchia è finita» e «la musica è cambiata», chiedono a gran voce l’intervento della Nato e dei gruppi speciali per sgomberare, arrestare, annientare l’anomalia di una festa di Halloween senza permesso, senza Siae, senza profitti per i soliti noti. La gran parte dei media rilancia le sempre verdi storie di illegalità e di droga, il ministro dell’interno ordina lo sgombero, l’opposizione è ancora alla ricerca degli occhi di tigre.

Ma come si fa a sgomberare manu militari un luogo occupato con circa 4mila persone che ballano? Semplice, non si può. E così si apre una trattativa vera, alla faccia delle sparate di Piantedosi e soci; si arriva a una mediazione: la polizia rinuncia all’intervento violento, gli organizzatori anticipano l’uscita di 24 ore.

Immagine di Dadonene89 da Wikimedia

Ma la novità, questa volta, rispetto allo scorso anno, è la presa di parola di semplici avventori come degli organizzatori, che ricostruiscono per filo e per segno la genesi, gli obiettivi, la gestione e il contesto della festa. «Il vero scandalo è uno spazio abbandonato, la droga circola qui come da tutte le parti, l’idea della festa collettiva contro i circuiti privati e i profitti privati, il diritto a spazi fuori dal controllo dello stato e della repressione…”, e così via, senza timori di telecamere e taccuini.Nonostante tutto, il ministro degli interni rivendica lo scalpo di centinaia di identificazioni e multe come rappresaglia da spendere sui social e come deterrente per il futuro.

Poi nel pomeriggio presenta in Consiglio dei ministri un nuovo reato ad hoc che punisce con pene tra 3 e 6 anni chi «organizza o partecipa a invasioni di terreni ed edifici finalizzate a raduni di oltre 50 persone da cui possono derivare pericoli per incolumità, ordine o sanità pubbliche».

Piantedosi, seduto accanto a Giorgia Meloni che sui teknival spara cliché e falsità a raffica, sostiene che questa formulazione «fotografa soprattutto i rave». Excusatio non petita, accusatio manifesta verrebbe da dire, perché al contrario di quello che dice il ministro leggendo l’articolo 5 del decreto «Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali» è chiaro sin dal titolo che i raver, folks devil numero uno da utilizzare quando serve, sono stati solo la scusa per una generale restrizione liberticida.

Anche le occupazioni abitative o sociali, qualsiasi forma di Taz metropolitana e le feste universitarie o degli studenti medi rientrano perfettamente nel nuovo reato. È solo il primo capitolo della guerra ai giovani per cui questo governo autoritario, moralista e manettaro non risparmierà energie. Operazione parossistica, che avviene a poche ore di distanza dalla tragedia di Seul, dove la festa di Halloween – legale, mainstream e piena di polizia – lascia sul campo centinaia di morti e feriti.

Immagine di copertina da pagina fb Muro di casse