Con l’ex Colorificio alla conquista dei beni comuni

Il Tribunale di Pisa decide per il sequestro preventivo del Municipio dei Beni Comuni.

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25.09.2013

Il comunicato è freddissimo. Si ordina «il sequestro preventivo con esecutività immediata». Lo temevamo, ma speravamo che qualcosa potesse smuoversi. Che il tempo che il Tribunale si stava prendendo per decidere fosse segnale di dubbi, del fatto che l’aria nuova avesse penetrato anche quelle stanze.

E invece no. Sequestro preventivo, che vuol dire che la proprietà viene prima sempre e comunque. Che non conta che la proprietà dell’ex colorificio ha abbandonato il luogo e la città, che non conta che intende realizzare in quel sito un progetto speculativo. E soprattutto che non conta che una ricca comunità, una città intera, ha riattivato quello spazio, rendendo un luogo aperto a tutti e che produce benessere per tutti.

L’aria nuova in procura non è arrivata. Ed è il segno di come la battaglia per i beni comuni non si può fermare, perché la posta è molto alta.

Non si tratta di strappare qualche spazio a qualche proprietario.

Le occupazioni di questi anni, parlano di altro. Ci sono dei temi di fondo della nostra società, dei suoi fondamenti economici e giuridici che sono in campo e che sono chiamati in causa.

La proprietà nel nostro sistema è la misura delle relazioni giuridiche, economiche e sociali. Il sistema si regge sull’esclusione e il mercato. Ma è un sistema vecchio, che ha prodotto la crisi che vediamo.

A questo, le tante esperienze di questi anni contrappongono il paradigma dei beni comuni, cioè la cooperazione, l”inclusione, l’abbondanza..

L’uso di un bene, prima che la sua titolarità.

E non parlo solo delle occupazioni, ma del mondo dell’economia solidale, dei movimenti territoriali e di tanto altro. Questo spirito c’è nella nostra Costituzione. Una Costituzione che ha rifiutato il mito della proprietà che caratterizzava lo Statuto albertino, negandole il rango di diritto fondamentale e imponendole una funzione sociale. Una Costituzione che da il primato alla persona, che riconosce le comunità di persone e utenti.

Una costituzione da non difendere però come un simulacro, ma da alimentare di potere costituente. Uno strumento in mano delle mobilitazioni, per produrre innovazione e mai per rimpiangere il passato.

Questa è la posta in gioco.

Se ne è parlato tanto nella tre giorni che si è tenuta questo fine settimana a Pisa dove tante esperienze si sono confrontate. Tante realtà per condividere un profilo, una visione. Occupazioni dentro la crisi per costruire un futuro.

Difendere l’ex colorificio parla di tanto.

Difenderla dalla sgombero che incombe come a Scup a Roma come a Mezzo Cannone a Napoli. Difendere e promuovere tutti i tentativi di fare un salto nella idea e nella funzione di queste occupazioni, ogni ricerca, come è avvenuto con la fondazione del Valle.

Non è il Municipio dei beni comuni cha ha sottratto l’ex colorificio, ma è la proprietà che sottrae un bene comune alla città. E la città, con allegria e determinazione, deve difenderla.

E saremo in tanti a farlo. Ci vediamo a Pisa.