ROMA

Comunicati di solidarietà con l’avvocato di Resistenze Meticce

Alcuni tra i tanti comunicati di solidarietà a Gianluca di Candia e agli attivisti denunciati per aver criticato i decreti Minniti-Orlando.

Grave reiterata intimidazione ai danni della libera manifestazione del pensiero degli avvocati

Un giovane praticante avvocato abilitato romano, Gianluca Dicandia, è stato vittima di una gravissima azione intimidatoria: dopo un suo intervento pubblico durante una iniziativa di Amnesty International, nella quale aveva preso la parola criticando aspramente, ma con toni assolutamente continenti e argomentazioni giuridiche, i decreti c.d. Minniti, è stato identificato dalle Forze dell’Ordine presenti, incuranti del fatto che egli si fosse sin da subito palesato come avvocato così chiarendo (se mai ce ne fosse stato bisogno) il carattere tecnico del suo intervento.
Oggi quello che sino ad ora è l’incredibile ed inaccettabile epilogo: il collega è stato convocato per la notifica di un verbale di identificazione ed elezione di domicilio; egli ha così appreso di essere indagato per i reati di cui agli articoli 290 c.p. (vilipendio delle istituzioni della Repubblica) e 336 c.p. (violenza a pubblico ufficiale).

Nel tentativo, forse, di allinearsi con alleati quali il Presidente turco Erdogan o quello egiziano Al Sisi, le nostre istituzioni intendono intimidire chi pubblicamente smascheri le finalità di provvedimenti liberticidi, antidemocratici, classisti, razzisti, evidentemente tanto più pericoloso in quanto portatore non di proteste urlate e volgari, ma di ragionate seppur radicali censure.

Con l’utilizzo di una desueta fattispecie penale come il vilipendio (che benché abbia superato in passato il vaglio della Corte Costituzionale non può che essere ritenuta rientrare nel novero dei reati di opinione) si intende impedire la critica –pubblica, in piazza, ma autorevole e giuridicamente argomentata (e forse per ciò più pericolosa)– di recenti strumenti normativi che intendono impedire l’esercizio dei diritti (primo tra i quali quello di difesa) dei richiedenti asilo, marginalizzare il disagio, introdurre la figura del sindaco sceriffo.

Colpire la voce libera di un avvocato è una dimostrazione di arroganza, di arbitrio, ma anche un segno di debolezza: l’avvocatura, quando impegnata nelle battaglie in difesa dei diritti, fa paura, proprio perché portatrice di competenze tecniche con le quali smascherare la pochezza giuridica delle norme più retrograde e discriminatorie.

Come membri del Legal Team Italia e dell’Associazione nazionale Giuristi Democratici, come avvocati, come giuristi, facciamo nostre le parole dette dal Collega in quella piazza, e ci uniamo alla radicale critica che Gianluca Dicandia e molti altri portano avanti contro le cc.dd. leggi Minniti-Orlando, che riteniamo incostituzionali prima ancora che ingiuste.

A Gianluca la nostra incondizionata solidarietà e vicinanza, e il nostro pieno appoggio.

Legal Team Italia

Associazione Nazionale Giuristi Democratici

 

Migranti, denuncia vilipendio: il commento di Amnesty International Italia

È una criminalizzazione della libertà di espressione che restringe in maniera sproporzionata il diritto alla libertà di parola.” Questo il commento di Amnesty International Italia alla notizia della notifica di indagine per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate e di minaccia e violenza contro le forze dell’ordine ai danni dell’attivista del progetto Resistenze Meticce, che aveva preso la parola durante il flash mob organizzato da Amnesty International Italia lo scorso 20 giugno al Pantheon.

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato gli attivisti dell’organizzazione manifestavano in contemporanea in diverse città italiane per chiedere di investire più risorse per salvare vite umane in mare e costruire corridoi sicuri per l’immigrazione, evitando accordi sbagliati e dispendiosi con paesi terzi che peggiorano la condizione dei diritti umani di migranti e rifugiati. Durante la mobilitazione romana, alla quale avevano partecipato diverse associazioni, le autorità avevano identificato alcuni attivisti, tra cui il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury.

L’episodio ripropone con urgenza una riflessione sulla tendenza in crescita di criminalizzazione di atti che hanno connessioni remote con reali reati penali. Amnesty International è preoccupata dell’impatto sulla società di queste restrizioni al diritto alla libertà di espressione, che comportano la compressione dello spazio disponibile per sostenere e promuovere opinioni controverse o impopolari.”

Amnesty International Italia

 

Comunicato dell’Arci

Nelle settimane scorse, durante un flash mob organizzato da Amnesty International – Italia a Roma in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, un funzionario della Digos ha identificato un attivista che aveva criticato nel suo intervento il decreto Orlando Minniti.

A seguito dell’intervento, le forze dell’ordine presenti in piazza avevano fermato e denunciato l’attivista, a cui è stata ora notificata l’accusa di vilipendio alle istituzioni della Repubblica.

Un episodio grave, che lede il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di espressione. L’Arci ribadisce la sua solidarietà all’attivista, ad Amnesty e al suo presidente Riccardo Noury, con cui abbiamo portato avanti tante battaglie in difesa dei diritti.

Ultima proprio quella contro i contenuti del decreto legge sulla sicurezza e la tutela del decoro che consideriamo reazionario e lesivo del diritto dei richiedenti asilo a ricorrere contro il diniego con le stesse garanzie giurisdizionali dei cittadini italiani.

Arci Nazionale