editoriale
Il colore della solitudine
Mentre sui giornali abbondano le analisi sulla “follia” dell’attentatore fascista Luca Traini e si sgomita per avere commenti da Salvini, Meloni e Forza Nuova, il silenzio più assoluto cade sulle vittime: nessuna visita ufficiale, nessuna solidarietà istituzionale, nessuna storia raccontata dai media

Il fascista con il dente di lupo scolpito sulla tempia, l’ex candidato della Lega che stringe la mano a Salvini, il razzista da bar e da palestra che prende la pistola (con regolare porto d’armi) e decide di “fare una strage”: sette corpi feriti in una giostra del terrore mai vista prima. Non è bastata questa sceneggiatura per mettere in imbarazzo il razzismo di stato, la politica dell’odio e il giornalismo avvelenato di questo paese. Tutt’altro. Nel giro di poche ore abbiamo assistito alla nemesi del nazista senza speranza, con una destra ancor più aggressiva contro i “clandestini fuori controllo” e una sinistra, spalle al muro, a difendere tricolori e blaterare contro la giustizia fai da te. In mezzo, quel pozzo di opportunismo elettorale e cattiva coscienza della maggiore formazione politica italiana, pronta a lisciare qualunque pelo pur di andare al governo.
In questo piano inclinato dell’orrore, le vittime pagano due volte il prezzo di una “colpa” che viaggia sulla linea del colore. Lo stesso colore del presunto assassino di Pamela Mastropietro, lo stesso colore di chi, complice Soros e soci, invade l’occidente, rubando risorse e privilegi.
Questa è la colpa non emendabile che, in questi giorni di cura negli ospedali marchigiani, li inchioda a una solitudine surreale quanto feroce: nessun sindaco, sottosegretario, ministro, vescovo, sindacalista, politico (tranne Maurizio Acerbo di Potere al Popolo) si è sentito in dovere di portare solidarietà e vicinanza, nessun cordoglio dello stato di diritto, nessuna testimonianza di amore cristiano. Nessuna storia struggente è stata raccontata nei telegiornali, nessuna riflessione sulla paura e sulla “sicurezza dei cittadini” colpiti e terrorizzati in pieno giorno, in mezzo a una piazza, come una qualsiasi strada di Baghdad o del Texas.