EUROPA

City Plaza Hotel di Atene: prendere casa contro l’Europa dei muri

Dal 22 aprile il City Plaza Hotel nel centro di Atene è la nuova casa di 120 rifugiati politici ed economici.
Comunicato sull’occupazione dell’hotel City Plaza

L’hotel è un’enorme struttura abbandonata da più di quattro anni, secondo le solite logiche di rendita e speculazione edilizia.

L’iniziativa dell’occupazione nasce dalla convergenza di differenti strutture, che avevano già partecipato alle lotte dei migranti, nella “Solidarity Initiative for Economic and Political Refugees”. Obbiettivo dichiarato fare del City Plaza una casa bella ed un luogo di auto-organizzazione e supporto per i migranti economici e politici.

La Grecia oggi è testimone di un immenso movimento di rifiuto delle frontiere. Da alcuni anni, la capitale Atene e molte altre città sono attraversate quotidianamente dalle lotte antirazziste e contro i confini. L’occupazione del City Plaza si inserisce in una serie di conflitti che non rivendicano semplicemente il “benvenuto” all’arrivo dei rifugiati. Con l’occupazione dell’hotel ci si propone di superare le logiche di mera emergenzialità e di costruire nuove pratiche di vita comune, in uno spazio in cui sia possibile immaginare un progetto duraturo all’altezza dei desideri di tutti/e.

L’accordo liberticida e razzista tra l’UE e la Turchia di Erdogan ha sancito la militarizzazione ulteriore dei muri esterni dell’Europa e la deportazione di tutte le persone che sono riuscite a raggiungere le isole greche solo dopo il 22 marzo. Centinaia di migliaia di corpi si trovano in un limbo, lasciati fuori dall’accordo con la Turchia ma indesiderati da tutta Europa, bloccati sul suolo greco senza diritti né garanzie, condannati all’invisibilità dalla loro condizione di irregolari. È proprio contro questa condizione di marginalità imposta che nasce la lotta per una casa soddisfacente: per spezzare la retorica “umanitaria” con cui lo stato greco cerca di depotenziare le lotte dei migranti e il futuro che queste cercano di disegnare.

Nell’ultimo anno la Grecia ha subito tutta la violenza delle politiche del confine dentro l’Unione Europea. Forse proprio da qui può nascere un’alternativa radicale a quest’Europa, ed un esempio per tutti coloro che si battono per il superamento dei confini.