ROMA

Ciao Bianca… antifascisti sempre!

“Perché Bianca ce l’ha sempre detto: “Nel ’45 abbiamo lasciato i fucili, ma se c’è da dare due sganassoni a qualche fascista non ci tiriamo certo indietro, altro che chiamare la polizia”. Si, perché lei fascisti e padroni per una vita intera proprio non li ha potuti soffrire!”

Se ne è andata ieri Bianca Bracci Torsi, dopo aver combattuto con tenacia ed ironia la sua ultima battaglia. Bianca è stata una staffetta partigiana in Toscana, la sua regione d’origine, poi giornalista e dirigente comunista per una vita intera. Al di là delle differenze politiche e culturali, Bianca in questi ultimi quindici anni è stata una delle persone più curiose che abbiamo incontrato nel mondo della “sinistra” romana. Sempre pronta a mettersi in discussione, ad ascoltare con un’eterna sigaretta in bocca, ad argomentare anche con ferocia le sue posizioni con noi “dei movimenti”. Bianca ha svolto un ruolo importante soprattutto come dirigente dell’Anpi di Roma quando l’associazione dei partigiani italiani si è aperta alle iscrizioni di tutti gli antifascisti. E’ stato anche che grazie a lei che sono nati circoli attivi e presenti sui territori, lontani dalle retoriche istituzionali della pacificazione, pensando l’Anpi non come il custode di una memoria ingessata ma come uno strumento utile per le battaglie del presente. Perché Bianca ce l’ha sempre detto: “Nel ’45 abbiamo lasciato i fucili, ma se c’è da dare due sganassoni a qualche fascista non ci tiriamo certo indietro, altro che chiamare la polizia”. Si, perché lei fascisti e padroni per una vita intera proprio non li ha potuti soffrire!