Book Bloc, a story

(“Un’altra giustizia, un altro movimento, un altro spazio-tempo”)*.

Ripubblichiamo un testo per provare a ripercorrere quelle giornate con l’aiuto dei libri che abbiamo portato in piazza come book bloc, perché anche continuando a raccontare, tutto rimane in costante movimento… Il 14 dicembre del 2010 un’imponente manifestazione nazionale inondava le strade di Roma. Una marea umana provava in quel giorno ad opporsi allo scempio della compravendita di voti in Parlamento… Un Parlamento completamente delegittimato da quanto accadeva al suo interno

“La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro.” Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli. Bisogna dire come io vedo questa tavola, la via, le persone, il mio pacchetto di tabacco, poiché è questo che è cambiato. Occorre determinare esattamente l’estensione e la natura di questo cambiamento”.

( Jean Paul Sartre -La nausea)

Un giorno prendemmo un cartone, e ci scrivemmo sopra il titolo di un libro. E poi, tanti cartoni, tanti titoli di libri. Tanti libri. Cartoni sventolati per le piazze di Roma, in migliaia nelle strade, nelle università, un Onda che travolse il paese, gli studenti rivoltarono il paese.

Il piano si stava compiendo: la distruzione dell’università pubblica, la logica del merito per giustificare i tagli e le macerie, l’istruzione, il sapere distrutti, fatti a pezzi a colpi di decreti e manganelli…ridotti a brandelli.

I libri venivano arsi nel fuoco dell’ignoranza televisiva, chiusi e riposti in bui stanzini dei dipartimenti, edifici tristi e vuoti, accesso ai soli addetti ai lavori, le università svuotate, le aule smantellate, dislocate… Cammina, non guardare avanti, non parlare con nessuno, qui sei solo di passaggio, pensa a laurearti che così troverai presto lavoro.

Tasse universitarie che aumentano, tariffe dei mezzi pubblici che aumentano, affitti, libri costosi. Anche per fare un corteo passa sul marciapiede che sennò interrompi il traffico e poi sossoldi. Cammina, pensa a rimanere a casa, costa troppo andare in facoltà, studia il libro che ha scritto il tuo professore, vai al seminario del suo assistente, avrai voti più belli, sarai più meritevole di laurearti prima dei tuoi compagni, anzi, colleghi di corso.

“Chiamiamo cattivo ciò che è causa di Tristezza”.

(Spinoza – Etica)

Nelle piazze: brandelli di carne, corpi contusi, blindati ovunque, la città militarizzata ad ogni corteo. Già, blocco della circolazione si lamentava il sindaco fascista di Roma. Una città che si blocca tutti i giorni nel traffico e blocca le persone nei mezzi pubblici più disastrati d’Europa.

Cammina, pensa a prendere l’ultimo tram, che così arriverai presto a casa.

Scontri, assalto al Senato, occupazione di strade, ferrovie, monumenti. Corriamo. La nostra vita, il nostro presente, il nostro futuro. Ce li vogliamo riprendere

“Ecco, o futuro, sono salita in sella al tuo cavallo. Quali nuovi stendardi mi levi incontro dai pennoni delle torri di città non ancora fondate? Quali fiumi di devastazioni dai castelli e dai giardini che amavo? Quali impreviste età dell’oro prepari, tu malpadroneggiato, tu foriero di tesori pagati a caro prezzo, tu mio regno da conquistare, futuro”

(Italo Calvino – Il cavaliere insesitente)

I cartoni diventano scudi. Nessuna metafora, solo l’evidenza. Uno scudo a forma di libro nelle piazze del mondo.

“Non temevamo più la paura! Non era qualcosa da cui fuggire, la paura, ma qualcosa da combattere”.

(Asimov -il sole nudo)

Che cos’è un libro? Può essere un compagno di vita, un amico che ci fa piangere, ci fa ridere, ci fa provare gioia, dolore, rabbia, paura, esaltazione o un’infinita gamma di altre emozioni. Ci fa conoscere meglio noi stessi e a volte anche gli altri. Un libro, però, è soprattutto uno strumento che permette di capire il mondo, per trasformarlo, che permette di condividere il sapere, per ampliarlo e modificarlo. Alcuni libri sono degli strumenti rivoluzionari.

E il book bloc è stato contagioso.

Sacrifici. Su Repubblica leggi che i giovani sono bamboccioni, sfigati, choosy, non vogliono fare i lavori umili. Posa anche il libro che stai leggendo, stai perdendo solo tempo.

Sacrifici. È il regime neoliberale, è il capitalismo che ce lo chiede.

“E le banche e le società si scavano la fossa con le proprie mani, ma non lo sanno. I campi sono fecondi, e sulle strade circola l’umanità affamata. I granai sono pieni, e i bimbi dei poveri crescono rachitici e pieni di pustole. Le grandi società non sanno che la linea di demarcazione tra fame e furore è sottile come un capello. E il denaro che potrebbe andare in salari va in gas, in esplosivi, in fucili, in spie, in polizie e in liste nere. Sulle strade la gente formicola in cerca di pane e lavoro, e in seno ad essa serpeggia il furore, e fermenta”.

(John Steinback – Furore)

Scuole, università, motore delle lotte degli ultimi anni.

Il mondo della formazione: chi lo attraversa passa attraverso le sue macerie, spacciate per modernità e meritocrazia. Questo processo ha modificato le forme di vita di milioni di giovani, producendo nuove contraddizioni e nuove rivendicazioni. Con la consapevolezza che non c’è più nulla da salvare ma tutto da ricostruire. Sappiamo da che parte stare, perché se questo è l’attacco… “Non c’è via di mezzo”

(Lenin – Che Fare)

Costruire l’università del comune, rivendicare la produzione autonoma del sapere, lottare per le risorse e per la trasformazione dal basso di scuola e università. Trovare lì il suo punto di connessione con altre lotte.

“La memoria. Sacca piena di cianfrusaglie che rotolano fuori per caso e finiscono col meravigliarti, come se non fossi stato tu a raccoglierle, a trasformarle in oggetti preziosi.

Sono stata tra questi. Dalla parte di chi ha sfidato l’ordine del mondo. Sconfitta dopo sconfitta abbiamo saggiato la forza del piano. Abbiamo perso tutto ogni volta, per ostacolarne il cammino. A mani nude, senza altra scelta. Passo in rassegna i volti a uno a uno, la piazza universale delle donne e degli uomini che porto con me verso un altro mondo. Un singulto squassa il petto, sputo fuori il groviglio. Fratelli miei, non ci hanno vinti. Siamo ancora liberi di solcare il mare”.

(Luther Blisset –Q)

*Il sottotitolo è una citazione da: (Gilles Deleuze, Félix Guattari – Mille Piani)

Citazioni e piccoli estratti da:

Jean Paul Sartre – La nausea, Spinoza – Etica, Italo Calvino – Il cavaliere inesistente, Asimov – Il sole nudo, John Steinback- Furore, Lenin-Che fare?, Luther Blisset – Q