ITALIA

Belmonte Calabro, il mausoleo Bianchi può diventare un archivio antifascista

La Fiap si mobilita contro le forze di destra e l’amministrazione cittadina, che vogliono invece celebrare il gerarca mussoliniano e di fatto rendere il paesino calabrese una “nuova Predappio”

Trentacinque metri di colonna traiana sotto la quale, ogni mese di agosto, gruppi di neofascisti si radunano per omaggiare Michele Bianchi, gerarca e quadrumviro della Marcia su Roma, lì sepolto dall’ottobre 1932. Si trovano ancora online filmati dell’Istituto Luce che testimoniano le manifestazioni delle “camicie nere”. No, non siamo a Predappio, comune emiliano-romagnolo dove è sepolto Mussolini, ma Belmonte Calabro, borgo marittimo del basso Tirreno cosentino che, però “rischia” di diventare luogo di adunate simili a quelle in onore del Duce.

 

Cosa che, in effetti, stava per verificarsi nel fine settimana appena trascorso, quando gruppi di neofascisti avevano annunciato una protesta per impedire la manifestazione della Fiap “Antonio Gramsci” del basso Tirreno cosentino.

 

Circondati e protetti da un ingente cordone di polizia, scortati fino alla fine del presidio, sulla collina Bastia, dove sorge il monumento a Michiele Bianchi, gli attivisti delle associazioni Partigiane hanno dato vita a un presidio per presentare il progetto che, nei prossimi mesi, proverà a trasformare quel luogo in un archivio dell’antifascismo. E “salvarlo” così dal contro-progetto del sindaco di Belmonte, Francesco Bruno che intende farne un museo volto a celebrare la memoria di un uomo di “grandi valori”.

Il gerarca originario di Belmonte – a cui è peraltro intitolata la via dove sorge il Municipio – secondo il primo cittadino, è una figura da valorizzare, per questo sembra che vorrebbe chiedere il trasferimento del bene dal demanio al Comune. Ma la Fiap locale è pronta a dare battaglia per “defascistizzare” il colle Bastia. «Sia chiaro – avvertono Massimo Converso e la professoressa Rosanna Grisolia – non chiediamo di abbattere il mausoleo, né intendiamo deturparlo. Il nostro progetto è in fase di sviluppo, con il giornalista Francesco Cirillo e l’architetto Mario Gallina.

 

Installeremo una serie di cartelli con la cronistoria del Ventennio, daremo risalto ai nomi e alle biografie di tutte le vittime della barbarie nazifascista ed esporremo le bandiere delle Brigate Partigiane sulla terrazza panoramica»,

 

Tra l’altro – per rinfrescare la memoria al territorio – fanno notare che tra tutte quelle vittime ci sono anche due soldati belmontesi, Giovanni Bonanno e Nunziato Brusco, deportati per non essersi piegati alla Repubblica di Salò.
La Fiap, che può contare anche sul sostegno del parlamentare pentastellato, Alessandro Melicchio, presente al sit-in, assicura che è in corso un’interlocuzione con il Mibact per ottenere il via libera e i necessari finanziamenti. «Il ministro Franceschini figlio di un importante Partigiano, deve sapere che qui il sindaco vuole fare apologia dell’apologia», accusa Grisolia.

Dal canto suo l’onorevole Melicchio assicura: «Ho già sollecitato gli uffici della Soprintendenza di Cosenza per verificare le tempistiche delle pratiche in corso – assicura il deputato 5Stelle – e avvierò un’interlocuzione anche con il sindaco di Belmonte, per scongiurare che qui venga valorizzata la storia della rivoluzione fascista».

 

 

Il video-servizio sulla vicenda