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Ayn Issa, le bombe turche hanno fatto scappare 800 affiliati dell’Isis

Contemporaneamente, cellule Isis nascoste hanno attaccato il campo. Oltre a 11 mila profughi, c’erano centinaia di miliziani e loro familiari. Ora sono tutti liberi. «Turchia, Usa e Coalizione internazionale si sono assunti la responsabilità della rinascita di Daesh», dice una fonte curda

Questa mattina le bombe turche sono cadute vicino ai campi di Ayn Issa, cittadina del Rojava situata a pochi chilometri dalla frontiera con la Turchia, tra il distretto di Tell Abyad e il governatorato di Raqqa. Le strutture per i profughi di guerra erano due. In una erano accolte oltre 11 mila persone comuni scampate all’Isis, che le forze curde hanno cacciato dalla zona nel giugno 2015. Nell’altra, invece, erano tenuti sotto controllo miliziani del gruppo Stato islamico e loro familiari.

I media curdi hanno riferito che durante il bombardamento sono partiti scontri dentro e fuori il campo. Probabilmente delle cellule Isis nascoste intorno alla cittadina sono entrate in azione per liberare i loro prigionieri, utilizzando la situazione favorevole prodotta dal bombardamento.

Le bombe e gli attacchi esterni hanno costretto la polizia che vigilava i miliziani a ritirarsi. Al momento nel campo non è rimasto più nessuno. Rimane quindi l’allarme per gli 11 mila sfollati e per le centinaia di affiliati all’Isis che potrebbero tornare immediatamente in azione. «I turchi vogliono raggiungere la strada M4 che passa vicino ad Ayn Issa per tagliarla – racconta un operatore impegnato a fronteggiare l’emergenza umanitaria – Se ci riescono non sarà più possibile alcun tipo di soccorso».

«In quel campo tra familiari e miliziani c’erano 785 affiliati dell’Isis – afferma a dinamopress una fonte curda – Sono soggetti pericolosi che noi tenevamo sotto controllo. Adesso sono fuggiti e costituiscono un pericolo enorme per tutti. La Turchia, gli Stati Uniti e tutti i paesi della Coalizione internazionale si sono assunti la responsabilità della rinascita del gruppo Stato Islamico».