ROMA

Anche a Rebibbia, Ponte Mammolo e Casal De’ Pazzi è attiva la rete sociale per distribuire aiuti

Nel quadrante nord-est di Roma comitati di quartiere e associazioni si mobilitano per iniziative solidali e di mutuo aiuto per chi si trova in difficoltà durate il lockdown.

Fin dall’inizio del lockdown si è attivata una rete solidale anche nei quartieri del quadrante nord-est di Roma, a Rebibbia, Ponte Mammolo e Casal De’Pazzi. Come è successo altrove l’iniziativa è partita da realtà che già esistevano nel territorio e che da anni costruiscono occasioni di socialità e solidarietà. Il comitato di quartiere Mammut e Casale Alba 2 si sono organizzati per portare la spesa e i farmaci a domicilio a chi ne aveva bisogno. Subito però si è visto che sono tante le persone che non hanno più le risorse per comprare il cibo e allora, insieme all’associazione Immensamente Giulia e gli angeli delle macerie Onlus, è stata attivata la raccolta e la consegna di pacchi alimentari. Alla generosità di cittadini che contribuiscono con le donazioni si è aggiunta la disponibilità di alcuni supermercati ad attivare la raccolta di generi alimentari due giorni a settimana. La richiesta di aiuto iniziale da parte di venti famiglie aumenta di giorno in giorno. Tutto questo mentre le attività del doposcuola Mammut e il cineforum del Casale continuano a distanza per non lasciare sole le persone costrette a vivere chiuse nelle case.

Intanto già si contano due vittime nel quartiere colpite dal virus, mentre invano si è più volte richiesta la sanificazione degli alloggi Erp interessati dal contagio. Sono decine le segnalazioni che ogni giorno arrivano all’associazione per tamponi richiesti da chi sta male e mai fatti, per i buoni spesa e bonus affitti che sono in ritardo, per i sussidi che arrivano ma sono del tutto insufficienti. La situazione è davvero pesante e l’indifferenza dell’amministrazione municipale, incapace di garantire il supporto necessario ai cittadini in difficoltà, risulta intollerabile anche alla luce delle recenti azioni della Giunta Municipale.

 

 

Il 16 aprile la presidente del IV municipio, Roberta Della Casa ha approvato lo stanziamento di 75mila euro per l’organizzazione di eventi all’interno di Villa Farinacci, immobile di proprietà comunale, occupato nel 1994 e assegnato alla gestione del municipio, dopo essere stato sgomberato e lasciato vuoto per anni. È stato pubblicato un avviso a presentare entro le ore 12.00 del giorno 11 maggio 2020 manifestazione di interesse per l’affidamento del servizio di “Attività culturali Villa Farinacci 2020”. Evidentemente la distanza fra l’amministrazione e le esigenze dei cittadini è incolmabile se si pensa che in un momento tanto drammatico si possa destinare una somma così ingente per attività di svago che si dovrebbero svolgere nell’arco di cinque mesi a partire da agosto, e culminare con un evento/concerto musicale di fine anno il 31 dicembre. Nella relazione che accompagna l’avviso di gara si legge «Il Municipio Roma IV, in un momento in cui la popolazione è seriamente provata dall’emergenza legata alla diffusione del virus Covid-19, ritiene che pianificare servizi culturali rimanga un compito irrinunciabile, e tuttavia, inevitabilmente connotato da incertezza. Nonostante tutto, resta la volontà dell’Amministrazione di offrire alle cittadine e ai cittadini di tutte le età opportunità per una buona qualità della vita, che non può prescindere dal nutrimento culturale in aggiunta alla soddisfazione dei bisogni primari».

E proprio dei bisogni primari ignorati dall’amministrazione che i volontari delle associazioni si occupano in questo momento, mettendosi a disposizione di chi ha bisogno. «La comunità di un quartiere si stringe nelle difficoltà – scrivono nel loro comunicato – e noi c’eravamo, ci siamo e ci saremo. Perché andrà bene solo se andrà bene per tutti e per tutte».