EUROPA

«Alexis sempre presente». Due giornate di proteste e scontri ad Atene

Nel quattordicesimo anniversario della morte di Alexsis Grigoropoulos, ucciso a sangue freddo da un poliziotto, la capitale greca si è animata con cortei e proteste nel quartiere di Exarchia. Il racconto e le gallerie fotografiche

Il 5 dicembre la capitale greca, ma non solo, si stava preparando a celebrare il quattordicesimo anniversario della morte di Alexandros Grigoropoulos, ragazzo di 15 anni ucciso a sangue freddo da un poliziotto il 6 dicembre del 2008. Nel pomeriggio, però, è arrivata la notizia da Salonicco di un sedicenne colpito alla testa da un proiettile della polizia greca: si tratta di un ragazzo della comunità rom fermato per aver rubato una tanica di benzina dal valore di 20 euro che ora si trova in condizioni critiche all’ospedale di Salonicco.


In un contesto come quello ateniese, con Exarchia ormai occupata militarmente in quasi ogni angolo da agenti in tenuta antisommossa in presidio permanente, i gruppi anarchici e autonomi delle città hanno immediatamente invaso le strade, bruciando barricate e dando il via a lunghi scontri con la polizia. Exarchia è un terreno complicato e senza punti di riferimento, ora che la piazza principale del quartiere è stata recintata in preparazione ai lavori della nuova contestatissima linea della metro cittadina. È stata lotta senza quartiere, con lacrimogeni e granate stordenti in risposta alle molotov e ai calcinacci dei manifestanti.


Quella tra polizia e manifestanti è ormai una lotta sempre più in crescita, soprattutto dopo l’istituzione del reparto speciale chiamato MAT che può godere praticamente di ogni libertà e immunità nel reprimere violentemente ogni dissenso.


Dopo la tregua notturna, il 6 dicembre le strade di Atene si sono riempite in ricordo di Alexandros con in programma due cortei: uno chiamato prevalentemente da studenti e reti comuniste con appuntamento alle 12 a Propylaia, l’altro alle 18 sempre nella stessa piazza e con partecipazione prevalentemente anarchica.


Il corteo studentesco si è avviato verso il parlamento senza particolari problemi di ordine pubblico, con ragazzi a scandire slogan contro la brutalità poliziesca e accusando gli agenti di aver colpito il sedicenne rom di Salonicco non per il furto ma per razzismo.


La manifestazione serale, invece, è iniziata con tutt’altre premesse: già durante il concentramento ci sono stati alcuni arresti per via di alcuni agenti in borghese nel corteo che, una volta riconosciuti, hanno dato il via a brevi ma concitati disordini.

La marcia è stata aperta da Magda, la madre di Pavlos Fissas, assassinato dai neonazisti il 2013, e dal padre di Vasilis Maggos, morto l’ anno scorso, un mese dopo la tortura subita dalla polizia. Entrambi in prima fila, con lo striscione che recitava “Il tuo sangue innaffia i fiori che fioriscono ogni 6 dicembre. Alexandros Grigoropoulos per sempre presente”.


Almeno duemila poliziotti hanno scortato il corteo da entrambi i lati lungo le strade del centro cittadino, generando i primi malumori tra i manifestanti che nonostante questo hanno sfilato pacificamente. Quando, a fine percorso, gli anarchici hanno preso la via di Exarchia per raggiungere il monumento dedicato ad Alexandros è cominciata un’altra guerriglia urbana. Altre molotov, altre barricate, altri incendi, altre granate stordenti e un arresto.


È stata una caccia all’uomo con gli agenti che a piedi, con motorini e con elicotteri hanno rastrellato intere via alla ricerca di anarchici, nascosti sui tetti dei palazzi e nei loro spazi occupati. In tarda serata la situazione a Exarchia è tornata alla normalità, dopo due giorni di lotta intensa per difendere il diritto di ricordare un ragazzo sedicenne e mettere un freno alla violenza della polizia greca.

Gli scontri del 5 dicembre

Il corteo studentesco

La protesta del 6 dicembre

(tutte le immagini di Andrea Tedone)