ROMA

Al via il Clap and Go! Tour

Dopo che la terza edizione si è svolta, lo scorso autunno, soltanto in forma telematica, il festival delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario torna in presenza: primo appuntamento il 23 maggio a Casale Garibaldi per una giornata ricca di stimoli

Prenderà il via questa domenica, il 23 maggio, la quarta edizione di Clap and Go, il festival delle Camere del lavoro autonomo e precario, giunto ormai alla quarta edizione. «Clap and Go nasce nel 2018 a Casale Garibaldi», spiega Emiliano Viccaro, attivista dell’organizzazione sindacale nata a Roma: «Quella è stata la prima volta di un festival interamente dedicato ai contenuti, alla promozione e alla condivisione del percorso del nostro sindacato sociale, fatto da precari e precarie per le questioni e le lotte dentro al mondo del lavoro, precario e non».

L’appuntamento, ancora una volta, è a Casale Garibaldi, lo spazio autogestito nel quartiere di Casilino, già alle nove del mattino.

«Abbiamo immaginato la giornata di domenica proprio come un happening», illustra Emiliano: «Si inizia alle nove con il mercato contadino terra/TERRA». Mercato contadino e artigianale, terra/TERRA, oltre a proporre prodotti di eccellenza a prezzi accessibili, prova anche a sviluppare «un discorso avanzato sulla filiera, sulla qualità, su come si produce e come si distribuisce».

Subito dopo seguirà un momento dedicato a bambini e bambine. «A mezzogiorno verrà a trovarci Capitan Calamaio, un eroe metropolitano, pirata e difensore della libera conoscenza, ultimamente molto attivo nella lotta agli eco-mostri e in particolar modo a sostegno del Lago della Snia, sotto attacco della cementificazione e della speculazione».

Mentre Emiliano racconta il programma di questo primo appuntamento di Clap and Go, iniziano a emergere alcuni dei temi che le Clap affrontano ogni giorno con la loro attività di tutela e supporto di lavoratori e lavoratrici.

Grafica di Vittorio Giannitelli

Infatti, dopo il pranzo sociale e il laboratorio sugli oleoliti (tenuto sempre da un’attivista di terra/TERRA), arriverà il momento per l’approfondimento politico. «Alle 17 è prevista la presentazione del nuovo libro di Sandro Mezzadra e Brett Neilson, Operazioni del capitale. Capitalismo contemporaneo tra sfruttamento ed estrazione. Abbiamo immaginato una presentazione in forma di jam session», continua Emiliano: «Un dialogo partecipato con l’autore e gli ospiti».

Il dibattito, condotto dal sociologo Alberto De Nicola, vedrà gli interventi di Giso Amendola, Chiara Giorgi, Augusto Illuminati e «di chiunque voglia riflettere su come il capitale globale atterra nei territori, inventando nuove forme di sfruttamento e mettendo a valore anche la cooperazione sociale diffusa ma, anche, sulle forme di resistenza che incontra».

Forme di resistenza che, a Roma, sono spesso rappresentate proprio dagli spazi sociali, come il Casale Garibaldi.

«Questo spazio fa parte di una rete di nodi territoriali che hanno costruito azioni concrete di supporto mutualistico e sindacale ai rider. I lavoratori rider possono passare qua e trovare servizi igienici aperti, un bar, qualcosa per rifocillarsi, informazione sindacale, momenti di incontro e di auto-organizzazione. Come Clap», spiega ancora Emiliano, «ci mettiamo a disposizione anche dei flussi di lavoro vivo».

Oltre ai rider, l’attività delle Clap guarda anche verso altri settori del mondo del lavoro. Per esempio, ad Acrobax, il centro sociale di Roma Sud, «si ritrova la Risp, la Rete intersindacale professionist* spettacolo e cultura» di cui anche le Camere del lavoro autonomo e precario fanno parte. «Poi c’è uno sportello di primo contatto a Casale Garibaldi e un altro al Giardino Popolare di Marino», specifica Emiliano.

La sede principale è pero nell’atelier autogestito Esc, nel quartiere di San Lorenzo. «L’idea di fondo è quella di dislocare sulla città sportelli che si organizzano territorialmente, ma in seguito fanno riferimento a uno staff centrale fatto di avvocati e di compagni e compagne militanti che poi affrontano e approfondiscono anche i casi che vengono dalle strutture decentrate».

Questo rapporto stretto e reciproco con le varie zone di Roma è da sempre uno dei tratti caratteristici dell’attività delle Clap. «In tutti i territori ci sono flussi di valorizzazione e sfruttamento che sono molto trasversali», continua Viccaro: «Spesso chi attraversa un territorio vive poi da tutta un’altra parte della città: questo scambio continuo ci costringe a immaginare strumenti flessibili e adeguati a come il capitale atterra nella città».

Anche per questo motivo, dopo il primo appuntamento di domenica a Casale Garibaldi, le Clap puntano a proseguire il loro festival in altri spazi di Roma. «Quest’anno, più che un vero festival che si compie in una solo struttura, abbiamo provato a immaginare una serie di eventi che si distribuiranno sulla città e nella provincia», conferma Emiliano. Pur dovendo fare i conti con la coda di questa lunga stagione pandemica, i e le componenti delle Clap sperano di poter dare vita ad altri appuntamenti nei vari nodi della loro organizzazione. «È ancora tutto un work in progress, ma stiamo ragionando sull’organizzare altre date ad Acrobax, al Giardino Popolare dei Castelli Romani e anche a San Lorenzo, a Esc».

Un vero e proprio tour, insomma, come chiarisce anche il nome stesso della rassegna di quest’anno: Clap and Go Tour. «Portare il festival negli spazi sociali vuol dire anche riconoscere agli stessi il valore del loro intervento sul territorio», chiarisce Emiliano, che conclude: «La nostra scommessa è provare a incrociare i livelli di organizzazione di lotta sul posto di lavoro con anche la nuova funzione mutualistica degli spazi sociali. Per questo è importante, per noi, riconoscere in questi luoghi anche un’evoluzione, immaginarli come presidi di sostegno sociale, come avamposti di resistenza».

Tutte le foto dall’archivio DINAMOpress