editoriale

9 novembre 1938: Kristallnacht

Parigi, 9 novembre 1938: muore per le ferite da arma da fuoco riportate nel corso di un attentato di due giorni prima, un funzionario dell’Ambasciata tedesca di Parigi, il viceconsole Ernst vom Rath.

A sparagli è stato un giovanissimo ebreo di origini polacche, il diciassettenne Herschel Grynszpa. È stato un gesto di protesta, come appurano le prime indagini: Grynszpan ha saputo che i suoi familiari non riceveranno alcun documento ufficiale di espatrio e non potranno rifugiarsi a Parigi: saranno invece deportati insieme a migliaia di altri correligionari di origini polacche ma residenti nel Reich. Un provvedimento voluto da Reinhard Heydrich, braccio destro di Himmler, uno dei primi vasti trasferimenti in massa di popolazioni ebraiche dai quali dovrà prendere corpo la Endlösung, la soluzione finale del “problema” ebraico.

La notizia della morte del funzionario nazista arriva in Germania mentre a Monaco è in corso la commemorazione del fallito putsch del 1923. A un Hitler circondato dai suoi Vecchi Camerati e furente di rabbia, Goebbels promette subito una memorabile vendetta. Saranno le SA, le squadre d’assalto del Partito, a compierla. Accanto a loro, come in una campagna di addestramento, si schiereranno le formazioni della Hitlerjugend.

La mobilitazione è immediata: in tutte le città tedesche prende l’avvio un pogrom, una caccia all’ebreo di proporzioni sino ad allora mai viste, persino in una Germania in cui l’antisemitismo da sempre presente è diventato con le leggi di Norimberga del settembre ’35, dottrina fondante dello Stato nazionalsocialista. Le squadracce del Partito si accaniscono soprattutto contro i numerosi esercizi commerciali dei cittadini di origine ebraica: è la Kristallnacht, la notte delle vetrine di cristallo infrante e dei negozi saccheggiati e distrutti. Ma anche delle sinagoghe incendiate (nella sola Berlino nove edifici di culto su dodici) e di una spietata caccia all’uomo con arresti in massa, pestaggi sanguinosi, ferimenti, stupri e uccisioni.

L’azione dura sino al mattino, con una forza e un’efficacia che appaiono col crescere delle ore sempre meno frutto di un’azione spontanea e sempre più l’applicazione di un piano preordinato e messo in atto al momento opportuno. Alla guida sempre più organizzata e accurata di ciò che sta accadendo sembra infatti essersi posto lo stesso Heydrich, che già dalla mezzanotte sta controllando che tutto si svolga secondo precise e dettagliate istruzioni: alcuni membri delle SA devono agire vestiti in borghese, per far sembrare le azioni frutto di una reazione spontanea di cittadini indignati; prima di dare fuoco a una sinagoga vanno sequestrati gli archivi; i vigili del fuoco devono intervenire solo per proteggere edifici “ariani” che possono essere messi in pericolo…

La violenza e le azioni armate cessano soltanto nelle prime ore del giorno successivo, il 10 novembre. Per le comunità ebraiche di tutta la Germania il bilancio è pesantissimo. Circa diecimila gli esercizi commerciali distrutti. Numerosissime, oltre ai negozi e le case, le istituzioni ebraiche attaccate e spesso distrutte: orfanatrofi e ospedali, ma anche cimiteri. Pesantissimo il calcolo delle vittime: le cifre ufficiali parlano di 31 correligionari uccisi, anche se alcuni azzardano cifre di gran lunga superiori. Almeno 30 mila persone sono state deportate nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen – e alcune centinaia di esse moriranno nel corso della loro detenzione.

Ma danni ancora più gravi verranno dalle disposizioni di natura politica e giuridica che stanno per essere adottate, dapprima informalmente e poi in maniera sempre più organica. Dei tumulto e delle devastazioni della Notte dei Cristalli vengono considerati responsabili gli Ebrei stessi. Questa responsabilità viene attribuita come conseguenza di un principio politico che diventa “norma giuridica” e produce dunque un titolo di reato principale rispetto al quale nessun israelita può dichiararsi innocente: quello di “appartenenza alla razza ebraica”.

I negozianti delle varie Comunità verranno di lì a poco obbligati a riparare i danni subiti e a ripulire strade e marciapiedi. Non potranno ricevere alcun risarcimento dalle assicurazioni che coprivano la loro attività. Risarcimenti che le compagnie dovranno invece versare allo Stato.

E i negozi distrutti non potranno riaprire se non dopo la cessione a nuovi esercenti di razza ariana. Alle comunità ebraiche verrà inflitta a titolo di “riparazione” per il governo e le amministrazioni locali una multa complessiva di un miliardo di marchi. Seguiranno poi, quasi nell’immediato, altri provvedimenti come sequestri di beni mobili e immobili, espulsioni dalle scuole per gli studenti, divieto di ricovero negli ospedali, divieto di frequentare musei, piscine, giardini pubblici.

È la prima volta che ciò accade in maniera così diretta ed estensiva: sta prendendo corpo concreto quel processo politico-istituzionale, sino a ora annunciato ma non ancora messo a regime, che nella conferenza di Wannsee del gennaio ’42 vedrà fissati in via ancora più generale gli aspetti “giuridici” della Soluzione Finale che di lì a poco si scatenerà nel Reich e nell’Europa occupata.

Impossibile dare qui conto di una sia pur ragionata bibliografia sul nazismo e lo sterminio degli Ebrei. Suggerisco per una consultazione “elementare” sui principali punti e accadimenti relativi alla Shoà:

DIZIONARIO DELL’OLOCAUSTO

A cura di Walter Laqueur

(edizione italiana a cura di Alberto Cavaglion)

Einaudi, Torino 2004

Sull’antisemitismo in Germania, di grande interesse:

Götz Aly

PERCHé I TEDESCHI? PERCHé GLI EBREI?

Uguaglianza, invidia e odio razziale (1800-1933)

Einaudi, Torino 2013

Uscito di recente e di notevole spessore storico-culturale:

Alberto Burgio, Marina Lalatta Costerbosa

ORGOGLIO E GENOCIDIO

L’etica dello sterminio nella Germania nazista

DeriveApprodi, Roma 2016

In una filmografia complessivamente, non vi suoni strano il giudizio, discontinua e a volte didascalica, segnalo tre opere:

NUIT ET BRUILLARD, regia di Alain Resnais, del 1955.

Un film di montaggio in pieno e suggestivo stile nouvelle vague sull’Operazione Nacht und Nebel, denominazione di un programma adottato dalla Wehrmacht di arresti e di eliminazione di resistenti e di ebrei, che sarebbero dovuti sparire “nella notte e nella nebbia”…

CONSPIRACY – SOLUZIONE FINALE, regia di Frank Pierson, del 2001. Un film per la televisione, cronistoria dettagliata della Conferenza di Wannsee del gennaio 1942, interpretato da Kenneth Branagh, Stanley Tucci, Colin Firth.

SHOAH, opera monumentale di Claude Lanzmann, che ha impiegato undici anni per la sua realizzazione a partire dal 1974. Nove ore e mezzo di filmati che ricostruiscono la Shoah in Polonia, con interviste ai pochi sopravvissuti e ad altri testimoni del massacro, e riprese in ciò che rimane nei luoghi dello sterminio. Pubblicato anche da Einaudi in un raccoglitore con tre dvd e i testi delle interviste.

Tra le opere narrative, intendo segnalare il pur discusso ma efficace romanzone Le benevole di Jonathan Littell, l’autobiografia (di fiction) di un ufficiale delle SS che vive in primo piano la guerra, lo sterminio degli ebrei e la sconfitta del Reich e del nazismo.