MONDO

#8A in piazza in Argentina: aborto legale subito!

In Argentina oggi in piazza per l’aborto legale: “saremo milioni, circonderemo il Congresso della Nazione e staremo in ogni paese e città del nostro territorio. Se la legge non passa, noi non ce ne andremo dalle piazze e loro non potranno uscire dal Congresso, perché nelle strade e nelle piazze l’Aborto Legale è già legge.”

Il comunicato del Collettivo Ni Una Menos poche ore prima della piazza convocata durante la votazione in Senato della legge sull’aborto legale, sicuro e gratuito in Argentina:

Ci stiamo preparando, il corpo arde in pieno inverno, sappiamo già con chi staremo nelle strade per difendere il nostro dirittto a decidere sui nostri corpi e sulle nostre vite. Lo sappiamo perché siamo organizzate, lo sappiamo perché i vincoli comunitari si rafforzano sempre di piú, ogni volta che che ci mobilitiamo per #AbortoLegal, per #NiUnaMenos, in ogni sciopero femminista. Saremo milioni, circonderemo il Congresso della Nazione e staremo in ogni paese e città del nostro territorio.

E centinaia di migliaia si uniranno da altri luoghi: l’internazionalismo femminista è una forza comune che attraversa gli oceani, le montagne ed i deserti e sappiamo che il nostro movimento nutre l’immaginazione ribelle nel mondo intero in questi tempi sempre piú oppressivi.

Per noi siamo già di fronte ad un trionfo collettivo: abbiamo tirato fuori dalla clandestinità i nostri corpi, i nostri aborti ed i nostri desideri e da qui non si torna indietro. Durante questi mesi di dibattito, le nostre voci hanno risuonato in ogni luogo: dal congresso alle case, dalle scuole ai sindacati, dalle organizzazioni di quartiere alle campagne, e ciò che abbiamo discusso è la nostra autonomia.

Una autonomia che non pensa il corpo come proprietà privata, ma che riconosce la trama comunitaria di cui tutt* abbiamo bisogno per vivere e svilupparci, per prenderci cura di noi collettivamente.

Per praticare il nostro diritto ad una sessualità libera e a progettare le famiglie che vogliamo, quando vogliamo, con chi vogliamo.

Il parlamento non può disconoscere questo potere popolare, di massa, delle piazze senza mettere a rischio l’idea stessa di democrazia. La vita, la libertà, il desiderio ed il diritto stanno dalla nostra parte.

La Chiesa, per mezzo dei suoi portavoce uomini, si propone di fare una nuova crociata contro le donne e contro tutte le identità che il patriarcato sottovaluta o nega direttamente. Cosí facendo pretendono di imporre una nuova inquisizione.  Abbiamo visto il suo potere di lobby nel sistema politico, in quello educativo e tra imprenditori e sindacalisti. Non ci sorprende. Se si vantano di parlare con il Papa per sostenere che l’aborto legale e l’olocausto sarebbero la stessa cosa!

L’avanzata è triplice: militare, finanziaria e religiose. Ossia: criminalizzazione, indebitamento e colpevolizzazione dei nostri corpi e territori.

Mentre per l’aborto legale sono necessari mesi di dibattito, la militarizzazione e l’indebitamento vengono decise per decreto. E quando ci prepariamo per scendere in piazza per i nostri diritti, il potere decide di militarizzare completamente la piazza pubblica: è una provocazione. Per questo torniamo a gridare: via i vostri rosari dalle nostre ovaie e via i vostri militari dalle nostre strade!

Il femminismo esige che il sistema politico legiferi a favore della vita delle donne e di tutte le persone capaci di gestazione: la legge dell’Aborto Legale, Sicuro e Gratuito non obbliga nessuno ad abortire.

Con il 60% dell’opinione pubblica a favore, i 41 aborti che già si portano a termine ogni ora secondo le statistiche ufficiali, le piazze del mondo sono piene di solidarietà con noi che difendiamo il nostro diritto alla vita, con quale coraggio usciranno dal recinto a guardare in faccia milioni di persone dopo aver votato contro i nostri diritti e le nostre libertà?

Se la legge non passa, noi non ce ne andremo dalle piazze e loro non potranno uscire dal Congresso perché nelle strade e nelle piazze l’Aborto Legale è già legge.

Non ci lasceremo bruciare perché questa volta il fuoco è nostro. Non una di meno! Vive, libere e desideranti ci vogliamo!