NELLE STORIE

18 marzo 1871: la Comune di Parigi, insorgenza operaia e proletaria

La Comune di Parigi, primo esempio di potere democratico e socialista nell’Europa del nascente capitalismo, verrà abbattuta pochi mesi dopo nel sangue ma diventerà sino a oggi simbolo e mito, nella vittoria come nella sconfitta, di tutte le lotte e le insorgenze operaie e proletarie

Parigi, 18 marzo 1871. Il confronto sempre più diretto e le tensioni che oppongono le municipalità parigine e le organizzazioni operaie e popolari della capitale, che già dal settembre dell’anno precedente hanno costituito una sorta di Comune largamente autonomo, ma soprattutto la Guardia nazionale e il suo Comitato Centrale al Governo centrale di Thiers, nominato dall’Assemblea Nazionale di Bordeaux, stanno per sfociare in un scontro militare vero e proprio. Nato al culmine delle sconfitte militari francesi per trattare l’armistizio con i Prussiani e porre fine alla guerra disastrosa di Napoleone III, espresso da un parlamento in cui bonapartisti, orleanisti e monarchici hanno una schiacciante maggioranza, l’esecutivo di Bordeaux si è anche dato il compito di contrastare e sconfiggere la forza crescente dell’antagonismo operaio e proletario e delle sue organizzazioni: proudhoniani, in larga maggioranza, anche se divisi tra varie tendenze e correnti; blanquisti dalle forti venature insurrezionaliste e comunisteggianti; anarchici; radicali e neo-giacobini; qualche più raro internazionalista. Sono proprio queste forze che spingono, con agitazioni sempre più diffuse e tumultuose, perché la guerra, diventata strumento di patriottismo popolare e antiborghese, continui. Sono state dunque sempre più numerose, sino a questa data, le occasioni di attrito e di confronto anche duro, le reciproche provocazioni, tra le due opposte fazioni. Ma ora lo scontro è arrivato al culmine, al calor bianco.

 

 

Due corpi militari, al comando dei Generali Lecomte e Vinoy, sono entrati in città e si dirigono verso le batterie di cannoni di Montmartre per impadronirsene e disarmare così la Guardia nazionale. Ma i parigini non si fanno sorprendere: l’allarme corre per tutta la città, al suono a martello delle campane, dagli ateliers operai e dai faubourg popolari una folla sempre più numerosa accorre a difendere la Butte, la collina su cui sono istallate le batterie. Numerosissime le donne: alla loro testa Louise Michel, anarchica, che da tempo lavora alla creazione di una nuova, vera forza politica tra le donne e le operaie parigine, che da sempre sono state comunque alla testa di ogni moto e di ogni rivolta popolare come della grande rivoluzione dell’89. I soldati di Lecomte si rifiutano di sparare e fraternizzano con i parigini, il piano governativo viene sconfitto e i generali costretti ad abbandonare il comando e a fuggire. Lecomte verrà fucilato pare dai suoi stessi soldati, come il generale Clément Thomas, un vecchio arnese della repressione del giugno 1848. Numerosi cortei spontanei percorrono la città e la Guardia Nazionale occupa gli Edifici pubblici: sull’Hotel de Ville sventola la bandiera rossa. Thiers e il suo governo abbandonano la città e si rifugiano a Versailles. Tra l’entusiasmo e la sorpresa per la rapidità degli eventi nasce, viene proclamata la Comune. Quella Comune di Parigi, primo esempio di potere democratico e socialista nell’Europa del nascente capitalismo, che verrà abbattuta pochi mesi dopo nel sangue ma che diventerà sino a oggi simbolo e mito, nella vittoria come nella sconfitta, di tutte le lotte e le insorgenze operaie e proletarie.

Testi

Alain Badiou, La Comune di Parigi, Cronopio, Napoli 2004

P.-O. Lissagaray, Storia della Comune (1876), Editori Riuniti, Roma 1962

K. Marx e F. Engels, La guerra Civile in Francia, edizioni varie.

Testo rintracciabile anche su Internet. Considerato anche oggi il testo di riferimento per interpretare la Comune e le sue ragioni operaie e proletarie.

Tuttavia, nel Secondo Indirizzo del Consiglio generale (dell’Internazionale) intorno alla guerra franco-tedesca del dicembre del 1870, Marx ed Engels si erano limitati a scrivere:

Ed ecco come la classe operaia francese si trova condotta in circostanze oltremodo difficili. Ogni tentativo di abbattere il nuovo governo, mentre il nemico picchia quasi alle porte di Parigi, sarebbe una follia da disperati …. Possano essi sfruttare tranquillamente e con risolutezza i mezzi che loro offre la libertà repubblicana per condurre a termine fondatamente la organizzazione della propria classe. Questo darà loro nuove erculee forze per la rinascita della Francia e per il nostro compito comune – la emancipazione del proletariato. Dalla loro energia e dalla loro saggezza dipende la sorte della repubblica

 

Su YouTube sono numerose le proposte delle bellissime canzoni ispirate dalla Comune. Le temps des cerises, per esempio, scritta nel 1866 e di grande successo tra i parigini, fu successivamente dedicata dall’autore J-B. Clément, al ricordo di un’infermiera morta durante i combattimenti.

Dello stesso autore, la bellissima Semaine sanglante, scritta poco dopo la caduta della Comune. Di Eugène Pottier, l’autore dell’Internazionale, la altrettanto bella Elle n’est pas morte.

 

 

Les mains de Jeanne ­– è un caldo omaggio poetico scritto in quello stesso 1871 da A. Rimbaud alle pétroleuses, le donne che appiccavano gli incendi durante la disperata difesa. Nel 2000 P. Watkins dedicò un grandioso docu-film all’evento (La Commune, Paris 1871).

Immagine di copertina: Bruno Braquehais, “Gruppo di federati”, fotografia, 1871.