PRECARIETÀ

Perché i lavoratori del Colosseo non possono fare un’assemblea sindacale?

Di come una normale e regolare assemblea sindacale diventa l’occasione per un forsennato attacco al diritto di sciopero e di organizzazione dei lavoratori. In tanto c’è chi vuole aprire musei e biblioteche grazie a volontari, ovviamente non retribuiti.

Questa mattina, come regolarmente preavvisato e senza derogare di nulla dalle regole, i lavoratori e le lavoratrici dei siti archeologici e dei beni culturali di Roma dipendenti dal Mibact, si sono riuniti in assemblea sindacale. Così è capitato che, come ampiamente preannunciato anche nei giorni scorsi sui quotidiani, per 3 ore, dalle 8.30 alle 11.30, diversi siti siano rimasti chiusi. Tra questi anche i Fori Imperiali e il Colosseo.

Alla notizia è stato subito scandalo. Il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini ha tuonato “basta la misura è colma”, per annunciare subito dopo che in accordo con il premier Matteo Renzi porterà oggi stesso in Consiglio dei Ministri una proposta di legge per equiparare i siti culturali a servizi pubblici essenziali, con la conseguenza che il servizio deve essere garantito e i lavoratori possono essere precettati con più facilità. Proposta subito raccolta e rilanciata dall’Autorità nazionale di garanzia per gli scioperi.

Eppure tutti, dal Comune di Roma al Ministero, potevano ampiamente prevedere ciò che è accaduto stamattina: bastava leggere i quotidiani! Che tra l’altro non è nulla di eccezionale: i lavoratori hanno eslcusivamente esercitato un loro diritto. La Regina, da quasi trent’anni a capo della Soprintendenza Archeologica di Roma, ha anche fatto timidamente notare che in passato si trovarono soluzioni alternative per garantire l’apertura dei siti e al contempo il diritto dei lavoratori a riunirsi, ovvimante in maniera concertata con gli stessi lavoratori.

Ma di cosa volevano discutere i lavoratori questa mattina in assemblea? Delle solite facezie: del pagamento dei giorni feriali e dei turni serali, con cui il Ministero e il Comune si beano di record di visite e grandi successi, mai arrivato; del contratto nazionale di settore fermo da anni e di capire cosa si nasconda dietro il Consorzio per la gestione dell’area archeologica centrale, struttua annunciata in pompa magna da Marino e Franceschini ma che ancora nessuno ha capito a cosa debba servire.

Galeotta fu l’assemblea e quello che è un evento normalissimo e preventivato, diventa l’occasione per un violentissimo attacco contro il diritto di sciopero e di riunione dei lavoratori. Lavoratori che, con il loro bagaglio di esperienza e competenze, qualcuno vorrebbe proprio eliminare perché costano troppo: sono già diverse le proposte in Campidoglio ad esempio per far aprire musei a biblioteche ad associazioni e volontari, al massimo a qualche tirocinante.

Lavoro gratuito e zero diritti: il paradigma del Jobs Act passa anche dall’arena del Colosseo.