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Malesia, centinaia di migliaia di persone scendono in piazza

Torna in piazza in Malesia il movimento democratico “Bersih”. Per due giorni il centro di Kuala Lampur è stato invaso dai manifestanti. Ne parliamo con l’ativista e giornalista Julius Choo Chon Kai.

Gli attivisti democratici malesiani hanno affermato che tra i trecentomila ed i cinquecentomila manifestanti sono scesi in piazza nella capitale Kuala Lumpur per un lasso di tempo di 34 ore tra il 29 ed il 30 agosto. Ed in effetti le foto confermano questa previsione: il serpentone di colore giallo, il colore della protesta “Bersih 4” ha ottenuto un vistoso colpo d’occhio nelle giornate della fine d’agosto. Quest’ultima, la quarta, è stata la più grande delle precedenti mobilitazioni tenutesi negli anni precedenti a partire dal 2007, del movimento “Bersih”, che letteralmente vuol dire “pulito”, contro la corruzione e per un sistema elettorale più equo. Le autorità di Kuala Lumpur non hanno autorizzato i cortei, dichiarati illegali dalle forze dell’ordine. Di seguito un’intervista a Julius Choo Chon Kai, 36 anni, originario di Penang, editorialista del della rivista “Sosialist”, membro del Partito Socialista delle Malesia e molto attivo nelle battaglie presenti nel paese.

Qual è stato il motivo per cui così tanti cittadini sono scesi in piazza a manifestare in Malesia?

La protesta BERSIH 4 è stata enorme con una massiccia affluenza di persone che hanno domandato elezioni pulite e giuste, un governo pulito, il diritto al dissenso, salvare l’economia e difendere la democrazia parlamentare. La ragione principale per cui molte persone in Malesia sono scese in strada è la loro frustrazione nei confronti del governo guidato da Najib Razak, che è attualmente coinvolto in scandali di corruzione, tra cui la canalizzazione di 700 milioni di dollari per una “donazione” politica sul proprio conto personale, ed anche per la cattiva gestione dell’ 1MDB (una società creata dal governo per stimolare gli investimenti).

Quali sono i slogan scanditi in piazza? Pensi che ci sia una richiesta generale di giustizia sociale dietro a questa protesta?

Le persone chiedono le dimissioni di Najib Razak dalla carica di il Primo Ministro. La gente è stufa delle pratiche corrotte dell’attuale governo. Le loro vite sono sempre più difficili a causa dell’aumento del costo della vita, in particolare con l’introduzione della tassa sui beni e servizi, la GST, un regime fiscale regressivo. Ci sono persone che ben percepiscono la disuguaglianza sociale nella società malese e pretendono un cambiamento non solo in termini di cambiamento di regime, ma un cambiamento sistemico con una distribuzione più equa della ricchezza.

Qual è stata la reazione della politica e i principali media in Malesia? C’è la possibilità di una repressione della protesta?

I principali media mainstream sono fondamentalmente controllati dal governo o dal partito di governo. Ma la gente ancora è in grado di accedere alle notizie alternativa attraverso i media on-line, attraverso il media – attivismo. Il governo ha bloccato una serie di siti web tra cui il sito web ufficiale di Bersih prima della protesta. La polizia ha convocato gli organizzatori ei partecipanti di spicco dei giorni della protesta dopo il rally BERSIH4. Najib si aggrappa disperatamente al potere, e si prepara a usare qualsiasi mezzo per difenderlo.