MONDO

La Turchia lancia attacco contro i curdi in Siria

La Turchia ha attaccato il cantone a maggioranza curda di Afrin in Siria. Contro questo atto di guerra, in spregio del diritto internazionale, appelli e mobilitazioni in tutto il mondo

Ci uniamo all’appello di centinaia di attivisti e accademici di tutto il mondo per chiedere l’immediato stop all’attacco turco contro il Cantone di Afrin in Siria che in questi sette anni di guerra siriana è sempre rimasto un luogo sicuro dove vivere per oltre 500 mila persone. Un attacco in un’area a maggioranza curda dove vivono decine di migliaia di persone fuggite dalla guerra in Aleppo in campi profughi delle Nazioni Unite. Ci sentiamo con forza di dire che l’attacco della Turchia è un crimine di guerra dei peggiori, in quanto aggressione contro un altro Paese in violazione del diritto internazionale. Solo oggi la Turchia ha compiuto decine di bombardamenti aerei su quartieri civili e sui campi profughi causando il ferimento di diversi civili, tra cui molti bambini. Al confine del Cantone di Afrin da giorni si ammassano migliaia di combattenti del Free Syrian Army, che guidati dalla Turchia giurano di compiere un massacro di tutti i curdi.

Le forze di resistenza dello YPG e YPJ stanno resistendo in questo momento per proteggere la popolazione civile e giurano che lo faranno strenuamente come già avvenuto per Kobane, quando l’ISIS venne respinto distruggendo i sogni imperiali del dittatore Erdogan.

La Turchia non potrebbe compiere un attacco del genere contro i cittadini di Afrin ed il suo autogoverno senza l’appoggio di Russia, Iran e Siria e l’inazione degli USA. Il popolo curdo in questi anni ha combattuto coraggiosamente per sconfiggere l’ISIS a Sinjar, Kobane, Shaddadi, Membij, Raqqa e lo ha fatto perseguendo il sogno del “confederalismo democratico” come modello per unire curdi e arabi e ridare stabilità ad un Medio Oriente martoriato dalla guerra che le grandi potenze continuano a combattere sulla pelle dei civili.

Riprendiamo di seguito il comunicato dell’assemblea della Rete Kurdistan per rilanciare la manifestazione nazionale del 17 febbraio a Roma e l’appello alla comunità internazionale ad agire per garantire la sicurezza di Afrin ed impedire che la Turchia di Erdogan possa continuare a diffondere la guerra in Medio Oriente.

 

#DefendAfrin

L’assemblea nazionale della Rete Kurdistan riunita a Roma il 20 e 21 gennaio per sviluppare i rapporti e le iniziative con il movimento curdo, condanna in modo inequivocabile i criminali bombardamenti delle forze armate turche che stanno colpendo il popolo curdo nel cantone di Afrin, già provocando centinaia di morti, feriti e dispersi.

Il tutto avviene con la complicità della Russia e degli USA e nel silenzio assordante dell’Europa, interessati esclusivamente alla spartizione del Medio Oriente e a sconfiggere la rivoluzione curda che si impronta alla convivenza pacifica dei popoli attraverso il confederalismo democratico.

La Rete Kurdistan, già mobilitata per la manifestazione nazionale del 17 febbraio a Roma in ”sostegno della liberazione di Öcalan e delle prigioniere e dei prigionieri politici, per la libertà e la giustizia per il popolo curdo”, chiama alla risposta immediata in tutte le sedi politiche e istituzionali, richiede l’esclusione dalla Turchia dal Consiglio d’Europa, fa appello a Papa Francesco dell’urgente necessità di rifiutare l’incontro con il boia Erdogan previsto per il 5 febbraio prossimo.

L’assemblea rilancia inoltre l’appello dell’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia e le sue richieste alla comunità internazionale:

  • Afrin è stata una delle regioni più stabili e sicure della Siria negli ultimi cinque anni. In tale contesto, la città ha accolto un numero di sfollati interni pari alla propria popolazione originale. Le Nazioni Unite e la Coalizione Internazionale devono assicurare il permanere della stabilità e della sicurezza di Afrin. Afrin deve essere protetta da attacchi esterni.
  • Afrin non è una minaccia per la Turchia e non ha attaccato nessuno. Lo stato turco sta attaccando Afrin perché esso è contrario ai Curdi e ai progressi che hanno ottenuto. Questa realtà non deve essere trascurata e gli attacchi dello stato turco devono essere impediti.
  • La Russia, che è responsabile dello spazio aereo di Afrin, non deve essere una spettatrice di fronte agli attacchi della Turchia e deve impedire qualunque simile dimostrazione di aggressività.
  • Gli attacchi dello stato turco contro Afrin, il Rojava e l’intera Siria del Nord sono un vantaggio per l’ISIS e altri gruppi Salafiti. La Coalizione Internazionale contro l’ISIS deve prendere delle precauzioni in merito e deve impedire gli attacchi dell’esercito turco.
  • Lo stato turco in Siria è una forza d’occupazione. La comunità internazionale non deve essere una spettatrice di fronte a questa situazione e bisogna fare in modo che l’esercito turco abbandoni il territorio siriano.

 

Le e i partecipanti all’assemblea

 

Roma, 20 gennaio 2018