ROMA

#RomaNonSiVende: più di 10.000 in corteo per un’altra città

Ennesima prova di forza della città solidale , che un anno dopo il corteo del 19 marzo scorso torna in piazza con lo stesso slogan. Contro l’immobilismo della Giunta Raggi, per la difesa del patrimonio pubblico, dei servizi, dei lavoratori e della città antirazzista.

Perché scendere in piazza per Roma. Perché farlo oggi

Più di 10.000 persone sono scese in piazza oggi a Roma, in un corteo che ha attraversato la capitale da piazza Vittorio al Campidoglio. “Roma non si vende – Roma siamo noi”  lo striscione di apertura, retto da tantissimi ragazzi senegalesi che hanno partecipato alla manifestazione per chiedere giustizia per Nian Maguette: il lavoratore ambulante ucciso a Trastevere da un blitz dei nuclei speciali dei vigili urbani mercoledì scorso. “Nian era un lavoratore, morto per colpa delle azioni razziste e violente dei vigili urbani di Roma. Era venuto qui per vivere in pace, per mantenere la sua famiglia. E invece è morto”, ha raccontato un suo amico. “Questa è la Roma più bella”, dice quasi commosso un altro.

Una mobilitazione per nulla scontata, in un momento segnato soprattutto dall’immobilismo della Giunta. Una mobilitazione programmatica, che ha idee chiare e proposte vere sui punti fondamentali che riguardano la vita in città. Punto uno: audit sul debito e rifiuto di pagare la parte illegittima (cioè, quella più consistente). “In campagna elettorale Virginia Raggi aveva espresso la volontà di rifiutare il debito illegittimo, adesso invece si è accodata all’imposizione del partito di governo e dei creditori privati”, dice al microfono un’attivista di Decide Roma. Punto due: difesa del patrimonio pubblico, valorizzazione delle esperienze di autogestione e autogoverno, delle esperienze associative che mantengono vivo il tessuto sociale della città. “Gli sgomberi li abbiamo fermati con questa battaglia e con i nostri corpi, come al centro sociale Auro e Marco, adesso bisogna uscire dall’emergenza, dovete riconoscere i beni comuni urbani”, ripetono diversi attivisti dei centri sociali romani. E aggiungono: “Questa Giunta si era proposta come elemento di rottura nella gestione politicista del governo della città. Avevano parlato di partecipazione, apertura, trasparenza. Invece si sono chiusi nei palazzi. Il regolamento sui beni comuni urbani deve essere scritto da chi quei beni comuni li ha creati e li mantiene vivi ogni giorno. È troppo tempo che aspettiamo”. Punto tre: servizi pubblici. “Basta privatizzazioni, occorre trasformare radicalmente la gestione di ACEA e garantire davvero la pubblicità dell’acqua, in linea con il referendum del 2011”, dice il Coordinamento romano acqua pubblica. “La Giunta aveva parlato di inversione di tendenza. Ma un anno dopo tutto è come prima. Nessuna protezione per i lavoratori. Denunciamo anzi la vergogna del Daspo ai lavoratori della Multiservizi, inflitto con l’uso del Decreto Minniti proprio pochi giorni fa”, afferma un esponente di USB.

RomaNonSiVende_estrattocorteo from lab_tv.eu on Vimeo.

È un mondo molteplice, colorato, festoso e arrabbiato allo stesso tempo quello che ha partecipato al corteo di oggi: centri sociali, associazioni, comunità migranti, lavoratori pubblici in lotta, sindacati di base, occupanti di case. La prima grande manifestazione di opposizione alla giunta Raggi. Una vera e propria sperimentazione di opposizione sociale metropolitana, ma anche di proposta politica programmatica, che promette di continuare la battaglia sui diversi fronti che hanno fatto vivere la mobilitazione. “Da questa piazza non si torna indietro. Vi staremo col fiato sul collo in ogni commissione, in ogni consiglio comunale, in ogni iniziativa pubblica. La città solidale pretende rispetto”, viene detto in uno degli interventi conclusivi.

Chi pensa che la città resti a aspettare deve ricredersi. #RomaNonSiVende è un messaggio chiaro alla Giunta, agli speculatori, ai poteri forti, ai razzisti di stato. La Città Solidale non si ferma e non fa passi indietro di fronte a nessuno.

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Alcuni interventi conclusivi della manifestazione