ITALIA

Una legge per regolare gli affitti a uso abitativo

È stata presentata una proposta di legge, scritta da movimenti e sindacati, per porre fine alla prepotenza di chi ritiene la casa un bene finanziario e non un bene d’uso. Pochi articoli che rivoluzionano il mercato degli affitti e riportano al centro dell’abitare la vita delle persone

Dopo un lungo lavoro che ha visto impegnate realtà in tutta Italia, fra le quali il Movimento per il Diritto all’Abitare e Asia-Usb, è stata presentata a Roma il 14 novembre la proposta di legge sugli affitti. Con la nuova normativa si vuole superare la legge 431 del 1998 che ha abolito l’equo canone, fino allora in vigore, e ha determinato a partire dai primi anni del 2000 l’aumento dei canoni di affitto e un’impennata del numero dei pignoramenti, sgomberi e sfratti.

La proposta introduce lo strumento del rent control ovvero la possibilità per le persone locatarie di fare valere le proprie condizioni economiche e ridurre l’affitto nel momento in cui il proprio reddito diminuisce.

Legare il canone al reddito dell’inquilino è diventato indispensabile, vista la precarietà del lavoro e la povertà crescente nel nostro Paese. La Caritas certifica che negli ultimi 10 anni la povertà è aumentata del 40%. Oggi il canone arriva a costare a una famiglia più del 50% del reddito e sostenere le spese per la casa costringe molte persone a rivolgersi a prestiti, entrando nei circuiti dell’usura. Le case offerte sul mercato sono sempre meno numerose e a prezzi inaccessibili, perché l’affitto turistico o a breve termine ha monopolizzato il mercato.

Serve dunque una legge che stabilisca regole certe per garantire un abitare degno per tutti e tutte. La legge presentata consiste di soli 10 articoli, sufficienti a rivoluzionare il mondo degli affitti, cominciando dal definire l’ambito di applicazione e le categorie vulnerabili che intende tutelare.

Si stabilisce che il canone deve essere calcolato secondo due parametri: uno oggettivo, stabilito in base a un coefficiente fissato per legge, l’altro soggettivo legato al reddito delle famiglie e non può incidere più del 25%.

La flessione del reddito comporta un autoriduzione del canone. Si stabilisce anche la definizione giuridica delle tipologie di proprietà immobiliare, distinguendo nettamente i piccoli dai medi e grandi proprietari e stabilendo delle aliquote di IMU che siano progressive, così come si colpisce chi lascia vuote le proprie proprietà immobiliari. Con gli introiti dovuti alla maggiorazione dell’IMU viene istituito un fondo comunale di sostegno all’affitto.

Per arginare il fenomeno di case costruite e lasciate vuote per anni si stabilisce che le nuove costruzioni invendute o sfitte dopo 24 mesi dall’ultimazione vengono tassate con IMU maggiorato di quattro volte o vengono utilizzate dalle amministrazioni per 36 mesi per fronteggiare l’emergenza abitativa.

È previsto lo stop alla deregulation totale delle locazioni turistiche e di tutte le nuove forme di affitto breve e transitorio non ancora normate.

Questa proposta di legge appare indispensabile alla luce della crisi abitativa che colpisce milioni di nuclei familiari, mentre da parte del governo non ci sono proposte e finanziamenti per intervenire. In compenso, della casa il governo si occupa molto, introducendo strumenti repressivi come quelli previsti dalla proposta n.1610 depositata al Senato da Fratelli d’Italia che prevede di accelerare ulteriormente le procedure di sfratto, eliminando il meccanismo degli accessi e dando facoltà alle forze dell’ordine di procedere entro due settimane dal provvedimento di esecuzione. Insomma, decine di migliaia di nuclei familiari rischiano di finire per strada nel giro di poche settimane.

Venerdì durante la presentazione del testo della legge, frutto di un lungo lavoro con le tante realtà che da anni si battono per garantire il diritto alla casa per tutti e tutte, sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e dei partiti di opposizione alla presenza di molte persone che ogni giorno vivono sulla propria pelle il dramma della crisi abitativa e della inaccessibilità di un alloggio sicuro e dignitoso.

È stato un primo passo per ampliare la discussione e coinvolgere le forze che dovrebbero battersi per cambiare la legislazione che ha portato alla situazione che stiamo vivendo.

È partita da qui la campagna per una legge sui canoni, su tutti i territori e in tutte le città dove l’affitto è ormai diventato insostenibile e dove la crescente tensione abitativa nega il diritto a una casa dignitosa per sempre più persone, spingendole ineluttabilmente oltre la soglia della povertà.

Immagine di copertina dalla pagina FB di Asia USB

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