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Sei cose che sappiamo sul colpo di stato in Turchia

“In Turchia è in atto un colpo di stato”, con queste parole il primo ministro turco Binali Yıldırım ha commentato i fatti di queste ore. Si susseguono annunci e smentite su quello che sta accadendo, ma alcune cose possiamo dirle.

1) In Turchia è in atto un colpo di stato militare. Le forze dell’esercito hanno dichiarato alla tv pubblica di aver preso il controllo del paese per “reinstallare l’ordine costituzionale, la democrazia, i diritti umani e le libertà, per garantire che lo stato di diritto regni ancora una volta nel paese, e che vengano reintegrati la legge e l’ordine.”. Il colpo di stato sarebbe opera delle forze kehmaliste interne all’esercito.

2) A Istanbul e nell’intero paese è stata dichiarata la legge marziale e il coprifuoco. Le forze militari hanno preso il controllo dei ponti sul Bosforo, dividendo la città in due, mentre l”aereoporto internazionale Ataturk è stato chiuso.

3) Il primo ministro turco ha dichiarato che “le forze di sicurezza si stanno occupando del tentativo di colpo di stato” che sarebbe stato messo in campo “da una parte dell’esercito”. Il capo di Stato Maggiore turco è stato catturato dai golpisti, mentre è stata smentita la cattura del presidente della repubblica Erdogan, che sarebbe invece al sicuro nella città di Bodrum, dove si trovava in villeggiatura. Secondo altre fonti sarebbe in viaggio in aereo verso la Germania in cerca di asilo. Secondo il Der Spiegel, il governo tedesco gli avrebbe negato la possibilità di atterrare.

4) Scontri tra militari e polizia sono riportati sia ad Istanbul che nelle maggiori città turche. Istanbul in queste ore è stata sorvolata da aerei ed elicotteri militari. Fonti turche hanno confermato l’ingresso di mezzi militari e carri armati nella parte asiatica della città.

5) Nelle strade di Istanbul è scattata la fila ai bancomat e nei negozi aperti per fare scorta di denaro contante e beni di prima necessità: acqua, cibo e generi sanitari. Nonostante sia scattato il coprifuoco migliaia di perosne si sono riversate nei negozi per acquistare generi di prima necessità in caso che la situazione peggiori ulteriormente. In piazza Taksim è in corso una manifestazione, mentre nei ponti sul Bosforo migliaia di persone stanno contestando la presenza dei militari che hanno risposto aprendo il fuoco.

6) Stati uniti e Russia non condannano apertamente il golpe. Il segretario di Stato Americano John Kerry, in visita al suo omologo russo Serghei Lavrov per discutere della situazione siriana ha dichiarato da Mosca: “Gli Stati Uniti sperano nella Stabilità, nella pace e nella continuità all’interno della Turchia”. Il capo della diplomazia USA ha spiegato che l’amministrazione Obama non ha al momento informazioni aggiuntive rispetto alle notizie del colpo di stato in Turchia. La diplomazia russa ha esortato a “evitare qualsiasi bagno di sangue”. L’appello è stato lanciato dal ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, poco dopo quello della diplomazia statunitense.

Aggiornamento

7) Il golpe è fallito. Il presidente Erdogan è riuscito a mobilitare i suoi sostenitori nelle piazze e nei luoghi strategici del paese. Le opposizioni, compatte, compreso l’HDP si sono schierate in blocco contro il tentativo di putsch. Nella notte l’annuncio dell’intelligence turca, ripreso poi dal governo legittimo, del fallimento del golpe. Per tutta la notte sono continuati gli scontri tra golpisti e polizia, ma ora la situazione sembra essere tornata alla normalità. L’opposizione popolare all’iniziativa dei militari si è rivelata decisiva, con migliaia di persone che si sono riversate nelle strade. Allo stesso tempo nella notte, dopo l’iniziale timidezza, sia gli USA che la Russia, avevano manifestato il loro appoggio al presidente della repubblica Erdogan