ROMA

Ponte Mammolo, è emergenza.

In centinaia costretti in strada da Roma Capitale, dopo lo sgombero, in via delle Messi d’Oro la situazione è gravissima. Centinaia di persone costrette a dormire per strada, l’UNHCR attacca il comune mentre l’assessore Danese si rifugia dietro un comunicato stampa.

Da ieri pomeriggio centinaia di persone vivono in mezzo alla strada, senza nessun servizio e risposta alla loro esigenze e diritti. Lo sgombero del borghetto di via delle Messi d’Oro, zona Ponte Mammolo, di cui le istituzioni hanno ignorato l’esistenza per dieci anni, ha peggiorato l’emergenza invece di migliorare la situazione. Non è stato un successo, come racconta oggi a mezzo stampa l’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Francesca Danese. E se anche l’Unchr ha alzato dubbi e perplessità su quanto accaduto, vista la violenza e il mancato preavviso con il quale è stata condotta l’operazione, ci aspettavamo una maggiore sensibilità da chi, per esperienza e percorso di vita, sa bene di cosa parliamo.

L’unica solidarietà ricevuta dai migranti in strada è giunta dai movimenti per il diritto all’abitare, dalle reti antirazziste, dalle associazioni che si occupano della tutela dei diritti umani. Quello che abbiamo registrato da ieri mattina ad ora, stando lì sul posto ad offrire volontariamente ogni tipo di aiuto, è un disastro politico e sociale prodotto da una giunta di centrosinistra al volante delle ruspe tanto invocate da Salvini. Quale legalità? Quale solidarietà? Quale giustizia sociale?

“Ieri – ha affermato Danese – l’assessorato era presente sul luogo con delle unità mandate tutelare e a sorvegliare l’operazione”. Lei stessa avrebbe fermato le ruspe per ben due volte per permettere alle persone di racimolare in fretta e furia quel poco che avevano. E’ vero: erano presenti delle persone, ma totalmente ignare di tutto, nemmeno in grado di fornire risposte ai cittadini che chiedevano informazioni e dove sarebbero state trasportate le persone. Abbiamo visto i responsabili del IV municipio, presidente e assessore alle Politiche Sociali, incapaci di prendere una posizione, farsi scortare dalle forze dell’ordine per non rispondere alle domande di chi chiedeva conto di quanto stesse accadendo.

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Il piano prevedeva di trasferire tutti i regolari nei vari centri d’accoglienza di zona (già stracolmi),e ignorare completamente le esigenze dei così detti transitanti (perché di fatto irregolari e senza nessun diritto). Ancora oggi siamo noi con le associazioni territoriali a portare loro acqua e cibo. Ancora noi siamo andati questa notte a monitorare la situazione e a garantirne la sicurezza. Le istituzioni tacciono, o parlano per rivendicare un grande successo che in realtà è una piccola catastrofe umanitaria.

Chiediamo alle istituzioni di metterci la faccia, di dare risposte di assumersi pienamente la responsabilità di quando accaduto. L’amministrazione vuole trovare una nuova strada per la gestione dell’accoglienza? Ecco, quanto accaduto ieri non è sicuramente un buon inizio.

In fine, ci sentiamo solo di fare un piccolo appunto all’assessore Danese, ricordandole che anche non avere più nulla da un giorno all’altro, rende la vita molto dura. Specialmente se si tratta di diritti e di quei pochi legami sociali spezzati in pochi minuti dalla violenza delle ruspe.