EUROPA

Grecia, verso un luglio antirazzista

Un mese ricco di festival e campeggi contro frontiere e razzismo attende il paese ellenico. I principali appuntamenti, i dibattiti, le mobilitazioni.

Quando a marzo scorso la Macedonia ha chiuso la frontiera con la Grecia, per l’enorme movimento di solidarietà che si era dispiegato lungo la rotta ellenica dei rifugiati si sono poste immediatamente sfide completamente nuove. Il corridoio umanitario che andava dalle isole fino a Idomeni, realizzato dal basso e sostenuto attraverso un grande sforzo solidale di attivisti e di moltissime persone comuni, si infrangeva ormai contro filo spinato e militari macedoni. Nel frattempo, l’accordo UE-Turchia faceva crollare gli sbarchi a Lesbo e sulle altre isole e permetteva con maggiore rapidità la deportazione dei rifugiati al di là del mare, nel paese governato da Erdogan e definito “sicuro” dall’Unione Europea.

Per alcuni mesi Idomeni è diventato un polo di attrazione: in tanti hanno dato sostegno materiale alle persone bloccate dal muro o organizzato mobilitazioni per chiedere l’apertura della fontiera. Nel frattempo, mentre la consapevolezza di essere intrappolati in Grecia si diffondeva tra tanti rifugiati, anche gli obiettivi e le pratiche di solidarietà e di conflitto si modificavano. Ad Atene nascevano le prime occupazioni abitative di rifugiati. Dopo pochi mesi, sono diventate già cinque, quasi tutte situate nel quartiere Exarchia, con l’eccezione di quella più grande e conosciuta: il City Plaza Hotel, esperimento innovativo di lotta e vita comune. Allo stesso tempo, i rifugiati venivano trasferiti nei campi ufficiali del governo, processo che è stato accelerato dopo lo sgombero di Idomeni di maggio scorso. Per difendere il diritto a entrare e uscire da questi luoghi, per denunciare le condizioni inumane in cui migliaia di rifugiati si trovano a vivere a causa di strutture totalmente inadeguate, per costruire relazioni e dimostrare solidarietà i diversi gruppi anti-razzisti hanno iniziato attività di monitoraggio nei campi.

In un contesto in cui le nuove sfide del movimento, oltre alla rivendicazione dell’apertura delle frontiere, riguardano le condizioni di vita, di accoglienza, l’accesso all’asilo e ai diritti politici e sociali per chi si trova bloccato in Grecia, il mese di luglio sarà segnato da diversi appuntamenti all’insegna dell’antirazzismo.

Da Atene a Salonicco, da Kozani a Creta, da Trikala a Volos sono previsti nove festival antirazzisti: eventi con una forte caratterizzazione politica che costituiscono importanti spazi di incontro e dibattito sia per gli attivisti greci ed europei, sia per i rifugiati giunti in Grecia in questi mesi. Lo sforzo, infatti, è proprio quello di coinvolgere in prima persona i nuovi compagni di lotta, sia nei momenti ricreativi e musicali che in quelli di discussione e organizzazione.

Nelle due principali città greche, i festival si svolgeranno in contemporanea, questo fine settimana. Ad Atene l’evento giunge alla diciannovesima edizione. Organizzato per la prima volta nel 1996, si è ripetuto ogni anno con l’eccezione del 2015: il referendum venne convocato proprio nella data prevista per il festival. L’evento è cresciuto negli anni e accoglie ormai, durante i tre giorni, oltre 10mila persone. Musica, sport, dibattiti, cucine collettive organizzate dalle comunità migranti, spazio bimbi, esibizioni e performance artistiche riempiono il programma. Tra i vari temi di dibattito che verranno affrontati quest’anno: l’accordo UE-Turchia e le politiche migratorie europee; l’ascesa delle forze di estrema destra; gli spazi di accoglienza dal basso per migranti e rifugiati; le lotte sociali nella fase del terzo memorandum. Sabato, invece, si terrà un workshop europeo organizzato all’interno della rete Blockupy dal titolo “Meeting for the European Coordination of the Movement”, in cui interverranno esperienze sindacali e collettivi da Grecia, Francia, Germania e Italia. Anche DINAMOpress sarà presente a questo incontro.

Qui comunicato e programma completo del festival di Atene.

Sempre tra l’1 e il 3 luglio, anche Salonicco vivrà il suo festival antirazzista, che giunge quest’anno alla sua sedicesima edizione. Anche in questo caso, il programma è ricco di iniziative politiche, di dibattito e musicali, condite dai piatti cucinati dalle comunità migranti. Nella preparazione dell’evento, gli attivisti hanno visitato ripetutamente la maggior parte dei campi governativi che circondano la città per invitare i rifugiati a prendere parte al festival e in particolare a un’assemblea che si terrà il primo giorno. Lo scopo è quello di costruire un coordinamento tra le persone costrette a vivere in quei luoghi. Il comunicato che lancia il festival invita tutti a prendere posizione, a scegliere “on which side are you on” e a farlo al fianco di chi fugge dalla guerra e dalla fame. Anche a Salonicco sono previsti numerosi dibattiti, che tratteranno temi legati alle politiche migratorie europee, alle forme di solidarietà meticcia e alle prossime lotte sociali contro le nuove misure di austerity. Domenica, nel dibattito “The continuity of Fortress Europe : border policies – the international aspect” interverrà anche il progetto STAMP, che parlerà della situazione italiana delle persone in transito e di quelle in accoglienza e di come sta funzionando la ricollocazione dei rifugiati dall’Italia.

Sempre a Salonicco, meno di due settimane dopo, si svolgerà il “No Border Camp”. Il campeggio, organizzato da collettivi dell’area libertaria con il sostegno di alcuni gruppi della sinistra di movimento, si svolgerà dal 15 al 24 luglio. Sono attese diverse migliaia di persone, dalla Grecia e da tutta Europa. Il programma prevede numerosi azioni e mobilitazioni (verso i campi profughi governativi, nel centro della città di Salonicco e al confine greco-turco), assemblee di networking tra i vari gruppi e concerti. Anche diversi collettivi italiani prenderanno parte al campeggio. Da Roma, ci saranno il progetto STAMP e il collettivo Resistenze Meticce.

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