NELLE STORIE

30 giugno 1960: Genova non vuole i fascisti

La convocazione a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, del VI congresso nazionale del MSI e il fatto che il governo Tambroni si reggesse con il voto determinante di quello stesso partito, scatena nel maggio-giugno 1960 violente manifestazioni in tutta Italia e in particolare nella città interessata, in presenza anche di una seria crisi economica.

Lo stesso Msi cerca di uscire dall’impiccio chiedendo al governo di vietare il congresso per evitare una prova di forza in un centro politicamente e logisticamente difficile, ma poi prevale l’idea di un confronto muscolare.

 

Dopo un primo corteo il 28 giugno, il 30 mattina sindacati e partiti antifascisti sfilano davanti al sacrario dei caduti e chiudono con un comizio a piazza della Vittoria. Al termine, i manifestanti (dove spiccano le magliette a strisce dei giovanissimi) defluiscono in piazza De Ferrari e qui si scontrano duramente con la polizia: idranti a cariche di camionette da una parte, spranghe e uncini degli scaricatori portuali dall’altra.

 

I comandanti della Celere vengono buttati nella fontana centrale, qualche poliziotto spara, il conflitto dilaga negli stretti carrugi dove le forze dell’ordine restano intrappolate e bombardate dall’alto. Alla fine la polizia si ritira senza effettuare arresti: ci sono 40 feriti fra i manifestanti e 162 fra gli agenti, Il congresso del Msi è sospeso ma l’agitazione continua e si estende. Nei giorni seguenti la vendetta del governo provocherà decine di morti e feriti, sino alla caduta di Tambroni e al passaggio strisciante al centro-sinistra.

Quanti anni sono passati! La memoria di Genova è oggi legata anche all’estate del 2001 e alla morte di Carlo Giuliani. Ma soprattutto all’insipienza autodistruttiva del Pd di Renzi che ha portato le sinistre a una sconfitta elettorale alle elezioni regionali prima, comunali poi, che ha consegnato alla destra un luogo simbolo di insorgenza e lotta di classe.

Estremo sfregio potrebbe arrivare dall’annuncio dell’apertura di una sede di CasaPound proprio in una traversa di piazza Alimonda. Sebbene ancora non si sappia se si tratta di provocazione o volontà reale.

Se vince il nemico, neppure i morti saranno al sicuro. Ancora peggio se il nemico si traveste da centro-sinistra moderato. Contro questo si leva il 30 giugno 2017, il grande corteo antifascista di Genova. Per ricominciare, come nel 1960 e nel 2001.

Foto tratta da wikipedia.