ROMA

«Viva San Lorenzo!», un festival per un quartiere aperto

Al via dal 4 al 18 aprile una staffetta di eventi culturali diffusa in più di trenta realtà del quartiere. L’iniziativa, promossa dalla “Libera Repubblica di San Lorenzo”, è anche una risposta al deserto provocato dalle politiche securitarie negli ultimi mesi, per rifiutare l’etichetta del “degrado”.

Dal 4 al 18 aprile, in più di trenta realtà a San Lorenzo – librerie indipendenti, associazioni culturali, atelier di artisti, centri sociali, botteghe di artigiani, semplici negozi – prenderà forma un programma incredibilmente fitto di eventi culturali: mostre, concerti, presentazioni di libri, attività per bambini, dj set, corsi di fotografia e di ballo e molto altro ancora. Il filo rosso che all’inizio della primavera terrà insieme questa proposta ampia e variegata, tanto nei promotori quanto nei contenuti, è quello del festival «Viva San Lorenzo!», una kermesse ideata e promossa dalla “Libera Repubblica di San Lorenzo”. Il titolo dell’iniziativa è una grido di gioia, la constatazione del fatto che sul territorio continuano a fiorire e a crescere – nonostante tutto – decine di esperienze collettive, indipendenti, autorganizzate. Esperienze capaci di continuare a rendere vivo il quartiere, ma capaci anche di tessere legami virtuosi con quelle attività commerciali che intendono la propria presenza a San Lorenzo in maniera diversa, evitando di spremere semplicemente i passanti, ma assumendosi una parte della responsabilità della costruzione di un quartiere vivibile dai tanti che, in forme diverse, ogni giorno lo abitano o lo attraversano.

 

Ma il titolo dell’iniziativa è anche una precisa rivendicazione politica. L’idea del festival, infatti, prende le mosse dal clima letteralmente di deserto che negli ultimi mesi si è respirato nel quartiere. Dopo il tragico femminicidio che a ottobre aveva ferito e sconvolto San Lorenzo, le istituzioni comunali e municipali – nel tentativo disperato di dimostrare di “stare facendo qualcosa” – avevano immediatamente puntato il dito contro la “movida” e avevano ritenuto che la soluzione corretta fosse una letterale militarizzazione il quartiere, con un dispiego di forze dell’ordine degno di una zona di guerra. Così, mentre la San Lorenzo solidale era scesa in piazza, prima per contestare lo sciacallaggio mediatico del Ministro degli Interni e poi in massa per dire basta alla violenza a San Lorenzo e per denunciare l’assenza tutti i servizi – anche di prevenzione – che nel quartiere mancano da anni, al contrario il Comune e il Municipio rispondevano con l’imposizione di una specie di coprifuoco, nella assurda convinzione che un quartiere vuoto fosse un quartiere più sicuro. In pochi mesi, la situazione è rapidamente degenerata: nonostante il dispiegamento muscolare di polizia, i problemi più gravi, che tutti conoscono, sono ancora visibilmente tutti lì, mentre il quartiere si è completamente svuotato. E le strade vuote, come tutti sanno, sono meno sicure, non più sicure. Nella trappola della retorica del degrado di San Lorenzo, artificialmente e scientificamente costruita, sono ovviamente caduti tra gli altri molti dei commercianti, in pochi mesi arrivati a un passo dalla chiusura delle loro attività. L’immagine di città che le istituzioni hanno costruito, sull’onda dell’emergenza, è insomma quella di una città dove l’unico spazio è quello della speculazione edilizia, di una residenzialità di lusso che usa il quartiere senza abitarlo, ovviamente inaccessibile ai più. Questo, nelle rivendicazioni persino orgogliose delle istituzioni, sembra essere il “modello San Lorenzo”.

 

 

 

Nasce così l’idea di un festival capace di riunire le realtà già virtuose del territorio, quelle che non si rassegnano né al degrado né alla sua retorica, quelle che ostinatamente immaginano un quartiere diverso. «Stare insieme – si legge nel comunicato degli organizzatori – è il più efficace antidoto alla paura, all’abbandono, alla solitudine. I quartieri siano sicuri quando ci si conosce, quando in tanti li si attraversa ma in tanti, soprattutto, possono viverci stabilmente, quando sono luoghi di economia virtuosa e di cultura. Come è ancora San Lorenzo – nonostante la generale tendenza all’impoverimento delle città. Una tendenza spesso incontrastata e a volte favorita da un pregiudiziale racconto dei media o da sbagliate scelte amministrative. Spesso si rincorre una falsa idea di sicurezza e si rinuncia al coinvolgimento dei cittadini. Si lasciano degradare i beni comuni e gli spazi pubblici e non si sostiene il tessuto commerciale di prossimità, che è invece elemento centrale per la vivibilità di un quartiere».

 

Ad aprire il festival sarà Marcello Fonte, Palma d’oro a Cannes per Dogman, con una performance al Nuovo Cinema Palazzo di piazza dei Sanniti, seguita dalla musica giamaicana, dallo Ska al rub-a-dub, miscelata ai giradischi da Cool Runnings. In programma anche visita guidata agli spazi espositivi del Pastificio Cerere e serata di “silent disco”. E poi concerti, proiezioni, presentazioni di libri. Tanti i nomi che attraverseranno i luoghi del quartiere, come in realtà succede ogni giorno: lo scrittore Diego De Silva e Wu Ming1, ospite a Communia, proprio nell’ormai nota area di via dei Lucani, il poeta Valerio Magrelli, il critico Andrea Cortellessa. E poi il visual designer Riccardo Falcinelli, i musicisti Jessica Einaudi e Giancane che suoneranno a Esc nel corso della giornata di FreeInk, accompagnati dal fumettista ZeroCalcare. Ci saranno gli immancabili concerti della San Lorenzo Jazz Orchestra e poi mostre, corsi, laboratori, spettacoli per bambini. Iniziative che animano ogni giorno il quartiere e che, per la prima volta però, confluiscono in un calendario collettivo, per mostrare quel che di bello e di vivo c’è già.

 

Tra le realtà che già hanno aderito all’iniziativa, organizzando nei loro spazi uno o più eventi, ci sono: Artisan, Atelier Aspecifico MyriamB, Atletico San Lorenzo, Baffo della Gioconda, Beba Do Samba, Chiosco San Lorenzo, Civico San Lorenzo, Civico Zero, Communia, Esc Atelier Autogestito, Ekuò Bottega solidale, Farinè, Fondazione Pastificio Cerere, Giufà libreria caffè, Il Grande Cocomero, Il Mangiadischi Record Shop, Il Sorì, Isfci – Istituto Superiore di Fotografia, La Gru, Le Mura, Libreria Anomalia – centro di documentazione anarchica,  Màteria, Mejo, Nuovo Cinema Palazzo, Palestra Popolare San Lorenzo, Paper Room, Pigmalione, Radio Sonar, Sally Brown, Scalo 77, Soul Kitchen, Spazio Duale, Tomo libreria caffè, Tram tram, Vox Populi.

 

Il programma, in continuo aggiornamento, è disponibile su www.liberarepubblicadisanlorenzo.it, oppure sull’evento facebook promosso dalla Libera Repubblica di San Lorenzo.