ITALIA

A Venezia si è aperto il primo Climate Camp internazionale

Dibattiti e strategie per difendere il pianeta Terra, fino a sabato 8 settembre

Quattro giorni di incontri per approfondire le cause economiche e sociali che stanno alla base dei cambiamenti climatici. Quattro giorni per discutere e mettere assieme le strategie per contrastarli e fermare il preoccupante trend di riscaldamento del pianeta. Il primo Climate Camp internazionale organizzato dalle ragazze e dai ragazzi di Fridays For Future e dalle attiviste e dagli attivisti del comitato No Grandi Navi è iniziato mercoledì 4 e si concluderà sabato 8 settembre.

Il luogo è la spiaggia del Lido di Venezia che, proprio nei giorni in cui è illuminato dalle stelle della Mostra del Cinema. La formula è quella del campeggio libero. Un campeggio pensato con i criteri di ridurre al massimo l’impatto ambientale: niente plastiche e bicchieri monouso, cucina rigorosamente vegana, raccolta differenziata spinta, corrente elettrica fornita da impianti fotovoltaici. Inoltre, tutto il campeggio sarà recintato da un sistema di difesa delle dune di sabbia, in modo tale da non danneggiare il delicato ecosistema del litorale.

L’appello di FfF e dei No Navi è stato accolto da oltre 700 attiviste e attivisti in rappresentanza dei movimenti in difesa dell’ambiente di tutta Europa che da mercoledì pomeriggio stanno arrivando in vaporetto da Venezia per raggiungere l’isola del Lido.

Tra i tanti relatori che prenderanno voce nei tanti appuntamenti ci saranno anche rappresentati dei associazioni ecologiste delle Americhe come l’argentina mapuche Moira Millàn de Movimiento Mujeres Indigenas por el Buen Vivir e dell’Africa, come il nigeriano Nnimmo Bassey direttore della Health of Mother Earth Foundation. Tre saranno i grandi ambiti di discussione in cui gli incontri sono stati divisi: grandi opere, migrazioni ed ecofemminismo. I tre principali scenari in cui si consumerà la battaglia per la giustizia climatica.

La lista completa degli appuntamenti dei dibattiti è sul sito del Venice Climate Camp e sulla pagina facebook.

«L’ultimo rapporto Ipcc chiarisce la drammaticità della situazione e nei pochi anni che rimangono per arrivare allo zero netto di emissioni, ci è richiesto un cambiamento di rotta radicale – hanno spiegato i portavoce di FfF Venezia – Una rivoluzione che deve trasformare il nostro modello energetico con la fuoriuscita dal fossile sino a cambiare le nostre abitudini alimentari limitando l’uso della carne».

Venezia, città costruita su un irreperibile equilibrio tra terra ed acqua, è, in questo senso, un perfetto emblema di un sistema ecologico che va non solo difeso ma anche imitato. «Proprio da questa città in cui i fondi destinati alla sua salvaguardia sono stati dirottati alla realizzazione di una grande opera come il Mose che, oramai è chiaro a tutti, si è rivelata fallimentare e devastante per l’ambiente. Proprio da questa città dove le grandi e inquinanti navi da crociera continuano a transitare indisturbate a pochi metri da piazza San Marco – commenta l’attivista Marco Baravalle – proprio dalla nostra Venezia che sarà la prima a subire gli effetti dell’innalzamento del livello del mare, vogliamo lanciare un appello affinché venga invertita una rotta che non porta verso nessun futuro, fermando la politica delle grandi opere e il devastante consumo del suolo, per tutelare l’ambiente e la biodiversità. Perché, proprio come non abbiamo un pianeta B, non abbiamo neppure una Venezia di riserva».

Foto di copertina di Gaia Di Gioacchino