Valerio Verbano, una storia collettiva

Ci sono storie che cadono nell’oblio e storie che si coniugano al tempo presente.

Da il Manifesto del 22/2/2013

Ci sono storie che cadono ne l’oblio, e storie ingessate che parlano solo alla nostalgia e al tempo passato. Il lungo ’68 italiano di queste storie è pieno. Non è il caso di Valerio Verbano e della sua storia, che sembra invece più vivida che mai, che si coniuga al tempo presente alla perfezione, che è diventata una storia collettiva, patrimonio di generazioni differenti.

Si racconta, si discute e si ricorda, a Roma e in tutta Italia, la figura del diciottenne militante dell’area dell’autonomia, brutalmente assassinato esattamente trentatre anni fa per la sua inchiesta sui rapporti tra neofascisti e Stato, davanti agli occhi impotenti della madre Carla e del padre Sardo. Una storia che non ha mai conosciuto una verità giudiziaria, un’indagine costellata da “sviste” e “smarrimenti”, come ben raccontato da Marco Capoccetti Boccia nel suo libro (“Valerio Verbano. Una ferita ancora aperta”, ed. CastelVecchi).

Recentemente il caso è stato riaperto, con annunci e indiscrezioni sui giornali ad “orologeria” attorno all’anniversario dell’assassinio di Valerio: prima l’annuncio della riapertura dell’indagine, poi “la svolta” con due indiziati e un identikit fa dire alla procura di essere ad un passo dalla verità, i responsabili dell’omicidio sarebbero militanti di estrema destra che con l’omicidio di Valerio si sarebbero accreditati presso i Nar di Mambro e Fioravanti, infine “spunta” fuori un pezzo dello schedario sui fascisti redatto da Verbano, e “scomparso” dopo l’omicidio. Ancora un nulla di fatto però, mentre ad essere sottoposti ad interrogatori in questi anni sono stati soprattutto militanti della sinistra extraparlamentare di quegli anni.

A sperare nella verità soprattutto la mamma di Valerio, Carla, scomparsa lo scorso giugno e instancabile nel chiedere ai responsabili e alle istituzioni la verità sulla morte del figlio, testimone insostituibile di questa storia che non si stancava di raccontare ai più giovani, nelle scuole e nelle piazze. “Sarà difficile e doloroso quest’anno andare in via Monte Bianco – dove Valerio e Carla hanno vissuto nel quartiere di Monte Sacro – senza di lei, senza quella donna fragile e minuta ma tenace e coraggiosa”, raccontano i giovani attivisti che hanno legato in questi anni in IV municipio la loro attività politica all’eredità di Valerio Verbano. “Con lei abbiamo avuto scontri e litigate (aveva un caratteraccio!), ma gli eravamo profondamente legati, per alcuni di noi è stata una nonna. Ma soprattutto ci è stata sempre vicino, anche quando c’è stato da cacciare i fascisti dalle strade in questi anni”. A testimonianza di questo affetto le centinaia di persone che hanno dato lo scorso 8 giugno l’ultimo saluto a Carla nella Palestra Popolare Valerio Verbano del Tufello, progetto sociale e sportivo nel suo quartiere che aveva contribuito a creare.

Oggi per ricordare Verbano un corteo partirà alle 17,30 da via Monte Bianco per snodarsi per le strade del IV municipio. A partecipare generazioni diverse, “vecchi compagni” e giovani attivisti delle realtà sociali del territorio e di tutta Roma, l’Anpi e in prima fila ad aprire la manifestazione gli studenti delle scuole che hanno ricordato Valerio negli scorsi giorni con striscioni ed assemblee: “Non sono gli anni di piombo ne’ gli anni ’70, ma i fascisti esistono e con loro siamo costretti a confrontarci tutti i giorni: sono quelli per esempio che hanno assalito le occupazioni di questo autunno e intimidito gli studenti, stando fuori dal movimento che scendeva in piazza”

Alla manifestazione parteciperà anche una delegazione dei compagni di Davide ‘Dax’ Cesare, giovane antifascista milanese accoltellato a morte da due neofascisti nel marzo del 2003, che racconteranno la tre giorni di mobilitazione che si svolgerà nel capoluogo lombardo a dieci anni dall’assassinio di Dax dal 15 al 17 marzo.