Un highlight a via dei Sabelli, wow!

L’intelligence e Sara Menafra scoprono una cospirazione

Ragazzi, non lo sapevamo ma siamo una degli «highlights nazionali indirizzati al governo e alle forze di polizia»: anzi, a dirla tutta, io lo sospettavo e proprio per questo mi ero precipitato a Communia alla convocazione del 29 maggio, mica per quelle palle del reddito minimo. Volevo stare nel cuore dell’evento, intuendo l’interesse dei Servizi non specificati (rubo l’espressione a D.F. Wallace), invero senza presagire che, onore massimo, sarei finito pure in una cronaca di Sara Menafra, oggi in quota Messaggero, ieri non rimpianta cronista di movimento sul manifesto. Meglio che al supermercato, dove paghi due e prendi tre: qui, a via dei Sabelli ex-fonderia Bastianelli, soltanto rivendicando il reddito di base e blizzando all’Inps acchiappavo l’esproprio generalizzato dei mezzi di produzione e la ricomposizione sociale dei movimenti, in pratica una sconfinata prateria di (si dice così?) agibilità politica sovversiva. Uno sballo che manco a un rave.

E poi, non è solo il progetto strategico, è il partecipare a un “vertice”, mascherato se non clandestino, con un precario dei Servizi infiltrato (mica avranno mandato uno con il posto fisso, si spera), è questo che mi manda a palla. «Il nostro intelligence» (la relazione, ripeto, è parto di uno sbirro a tempo determinato, mica stiamo a guardare le concordanze grammaticali e neppure le pretendiamo dalla cronista) è molto preoccupato delle iniziative conflittuali provenienti dagli «ambienti d’area più determinati». Un brivido, preferirei stare in piazza al Cairo che contaminarmi con certi ambienti ben precisi.

Concedo che al Messaggero caltagironiano siano interessati a contrastare le occupazioni e a sgomberare gli occupanti (si dice che perfino l’on. Casini sia stato sgomberato dal tetto coniugale), ma afferro anche adesso perché nei giorni fra il 28 e il 31 maggio –in concomitanza con la temibile assemblea del 29– i Servizi si sono concentrati sulla sovversione, distraendosi dal sequestro ed espulsione di una certa signora Ablyazova ad opera dei colleghi 007 kazachi e dei vertici del Ministero dell’Interno. All’insaputa di Alfano e Letta, beninteso, e del non rimosso Questore della Capitale, Fulvio della Rocca, già illustratosi per la repressione del commercio ambulante abusivo a Venezia e per il “controllo” dei cortei a Roma. La politica è una cosa complicata, meno male che i giornalisti la rendono eccitante.