ITALIA

Torino, celere in università per proteggere i fascisti. Cariche e arresti

Durante il convegno “Fascismo-Colonialismo-Foibe” gli studenti provano a impedire la presenza del Fuan. La polizia interviene a proteggere gli estremisti di destra. Moni Ovadia, ospite del dibattito: «Basta prendersela sempre con gli antifascisti»

Nel pomeriggio di oggi, 13 febbraio, al campus Einaudi dell’università di Torino era in programma un convegno dal titolo “Fascismo-Colonialismo-Foibe”. L’incontro era stato organizzato dalle sezioni Anpi 68 Martiri di Grugliasco, Anpi Nizza Lingotto e dal comitato Mamme in piazza per la libertà di dissenso, con l’adesione delle sezioni Anpi di Bussoleno, Chivasso, Nichelino, Trofarello e Venaria.

I soliti neofascisti del Fronte universitario d’azione nazionale (Fuan), sigla che resiste soltanto a Torino e parzialmente a Bologna mentre nelle altre città è stata sostituita da Azione universitaria, hanno annunciato un volantinaggio per alimentare il revisionismo che negli ultimi tempi dai gruppuscoli di estrema destra ha raggiunto il dibattito più mainstream.

La presenza dei fascisti all’università non è risultata gradita agli studenti. Oltre un centinaio di loro si è dato appuntamento per protestare e allontanare i militanti del Fuan. La celere, che in numerose occasioni si è presentata all’università di Torino per difendere il gruppuscolo, è intervenuta caricando gli antifascisti. In quattro sono stati arrestati. Si parla di diverse denunce e qualche contuso.

Al dibattito hanno partecipato Moni Ovadia e il giornalista Stojan Spetič. Ovadia ha commentato così l’accaduto: «Come sempre quelli sanzionati, colpiti, sono gli antifascisti, questa cosa deve finire una volta per tutte. Qualsiasi apologia, ricostituzione , manifestazione di fascismo è proibita dalla nostra Costituzione, è illegale nel nostro Paese, si faccia capire questa cosa una volta per tutte».

Dopo le cariche i manifestanti hanno sfilato in corteo nel quartiere di Vanchiglia. Gli universitari torinesi hanno convocato un appuntamento per domani alle 11.30 nell’aula autogestita C1, all’interno del campus, per «discutere dell’accaduto e ribadire che l’università non è spazio né per i fascisti né per la polizia».