ROMA

Tiburtino III, in corteo per chiedere soluzioni ai veri problemi del quartiere

Dopo aver cacciato i fascisti e rispedito al mittente le loro provocazioni, il quartiere manifesta sulle vere problematiche sentite dai suoi abitanti: casa, lavoro e diritti sociali.

Mille persone hanno sfilato questo pomeriggio al Tiburtino III, rispondendo alla convocazione del Nodo Territoriale Tiburtina. Respinte le provocazioni e le strumentalizzazioni dei gruppi fascisti, i cittadini e i comitati territoriali sono tornati in piazza per rivendicare soluzioni alle tante problematiche sociali che affliggono il quadrante popolare. Dall’emergenza abitativa, alla necessità di manutenzione dei lotti, dai problemi strutturali della scuola Filzi, alla crisi dei piccoli esercizi commerciali.

Il corteo è partito dalla metro Santa Maria del Soccorso. Ha percorso via del Frantoio, passando davanti al centro di accoglienza. Qui ha detto forte e chiaro l’abbandono del quartiere non dipende certo dalle persone ospitate lì dentro, ma dalle istituzioni che in questi anni, al Tiburtino come nelle altre periferie, non hanno fatto nulla per risolvere i problemi degli abitanti.

Immediatamente dopo, è stata fatta una sosta davanti alla scuola Filzi, finita al centro di polemiche per il tentativo dei fascisti di usare i bambini contro i rifugiati. Una mamma ha recitato la lettera scritta dai genitori, che spiegano come i migranti non siano mai stati fonte di disagio per nessuno, tantomeno per i loro figli. Al contrario «le occasioni di incontro […] sono state, per chi le ha vissute occasioni di arricchimento per scoprire il mondo oltre via Grotta di Gregna, via Tiburtina». Altri interventi hanno rivendicato soluzioni immediate per i veri problemi della scuola: il definanziamento, la mancanza di una palestra, le strutture pericolanti.

Successivamente, la manifestazione si è fermata vicino ai lotti popolari. Al lotto 17, il più vecchio, che non è mai stato ristrutturato, dove non esistono ascensori e le persone anziane e disabili hanno difficoltà enormi perfino a uscire di casa. O il lotto 12, costruito soltanto in parte e con due scale lasciate a metà per l’esaurimento dei fondi. Denunciato anche l’abbandono del «progetto PASS» (Progetto per Abitazioni Sociali e Sostenibili), che avrebbe dovuto trasformare un’area abbandonata in uno spazio verde, con due nuove case popolari e la piazza del quartiere. Tanti soldi stanziati, ma incredibilmente finiti ancor prima che i lavori cominciassero.

Casa, lavoro, diritti sociali: tre rivendicazioni scandite lungo tutto il corteo per mettere al centro i problemi quotidiani e reali di Tiburtino III. Problemi di lungo corso, che nulla hanno a che vedere con il centro d’accoglienza di via del Frantoio. Il quartiere sembra saperlo bene, mentre le strumentalizzazioni fasciste, dopo questa settimana, sembrano più bugiarde che mai.